La Comunità di Fagnano Olona, nel varesotto, è in festa per il suo Campione del Mondo ritrovato, Mauro Callegaro.

Ritrovato è un termine usato non a caso, perché non è la prima volta che Callegaro si laurea Campione del Mondo nel braccio di ferro.

Si è svolto infatti la settimana scorsa ad Antalya, in Turchia, il 43esimo Campionato Mondiale di braccio di Ferro WAF. Erano 44 le nazioni presenti per circa 1.800 atleti in competizione ed il fagnanese si è distinto nella categoria Senior Gran Master 100 kg.

Da Fagnano Olona a Campione del Mondo

Grande abilità accumulata negli anni, da 17 anni anche arbitro, si era preso una pausa dal mondo sportivo, tornando ad abbracciarlo alla prima occasione utile.

Siamo così arrivati prima agli europei disputati lo scorso mese di giugno in Romania e appunto ai Mondiali in Turchia che lo hanno visto protagonista con la fascia di capitano al braccio per la delegazione italiana.

Il braccio di ferro si può definire lo sport più vecchio del mondo, perché chiunque anche giocando banalmente con il figlio, il compagno di scuola o in qualche festa si è cimentato in questa disciplina. Nel caso di Mauro questa passione si è tramutata in un vero e proprio amore per lo sport. La sua carriera oltre decennale lo dimostra a pieno.

Sono tante le gare vinte e i trofei nel palmares personale, fino ad arrivare oggi a conquistare nuovamente il titolo di Campione del Mondo.

Sono stati molteplici anche le felicitazioni e i complimenti ricevuti dalla comunità fagnanese e dai colleghi sportivi che ormai conoscono il campione da anni.

La responsabilità della trasferta e il titolo di Campione del Mondo

“Nel palazzetto in Turchia si respirava un’aria veramente sportiva, di altissimo livello, tanto braccio di ferro e passione che fuoriesce da ogni poro”. Ha riferito Callegaro.

Costanza, esperienza e malizia che Mauro ha messo in campo anche in questa occasione sbaragliando gli avversari.

La trasferta non è stata assolutamente una vacanza perché la settimana passata in Turchia è stata praticamente dedicata e trascorsa in palestra. Il ruolo di Capo delegazione della squadra italiana, “obbliga” infatti il capitano a presenziare ad ogni gara disputata. Pertanto si deve restare circa una decina di ore al giorno seduti al tavolo da gioco.

Per Callegaro non è stato semplice. Dopo lo stop all’agonismo per dedicarsi alla famiglia era importante rimettersi in gioco, dopo il periodo di inattività e tornare a gareggiare. Grazie all’esperienza maturata negli anni si è accorto di non aver perso lo smalto, divertendosi anche sfidando i più giovani.

Poi il contatto con la federazione, il dialogo ristabilito e la grande responsabilità odierna di volare in Turchia come capitano della squadra.

Quando è arrivato il turno della propria categoria, seppur partito da Fagnano con mille pensieri, mille dubbi, grinta e determinazione hanno preso il sopravvento portando al felice epilogo di gara, regalando così una grande gioia in paese e soprattutto in famiglia.

Felicemente nonno, è stato unico l’abbraccio che figli e nipoti gli hanno tributato festosamente accogliendolo al suo ritorno a casa.

Una gran bella soddisfazione, una conferma dei successi precedenti, sperando che a breve il braccio di ferro riesca finalmente a diventare una disciplina riconosciuta a livello olimpico.

Fausto Bossi

Condividi sui social