18 Settembre 2025 22:02
Vipera Poskok: allarme morsi in Croazia tra i turisti dell’Adriatico
Estate adriatica segnata dalla vipera Poskok
Le vacanze in Croazia stanno diventando un incubo per molti turisti. La vipera Poskok, serpente velenoso diffuso nei Balcani, ha morso diverse persone in Istria. Tra le vittime, anche vacanzieri italiani.
Vipera Poskok: casi in aumento
Gli ospedali croati segnalano un’impennata di morsi. Una bambina di 7 anni è stata colpita tre volte dalla vipera Poskok. Il veleno ha agito rapidamente, causando gravi sintomi. Solo un intervento immediato ha evitato il peggio.
Turisti in ospedale dopo escursioni
Un uomo di Albona e un turista tedesco sono stati ricoverati. Anche una bambina ucraina ha rischiato l’amputazione. I medici sottolineano l’importanza di agire subito. Il siero, se somministrato in tempo, può salvare vite.
L’Istria sotto osservazione
L’Istria è una delle mete più amate dell’Adriatico. Secondo i dati, il 30% dei pernottamenti in Croazia avviene qui. Ma l’aumento dei morsi sta preoccupando turisti e autorità. Le cliniche stanno rifornendo le scorte di antidoto.
Chi è la vipera Poskok
La vipera Poskok è nota anche come vipera dal corno. Il suo nome deriva da una leggenda: si dice che salti, ma non è vero. È un serpente timido, che morde solo se minacciato. Vive in zone rocciose e boschive.
Consigli per escursionisti
Gli esperti raccomandano prudenza. Nei boschi, è utile fare rumore per avvisare i serpenti. Evitare di camminare tra le rocce senza protezione. I morsi possono essere letali, soprattutto nei bambini.
Tre specie velenose in Croazia
In Croazia vivono 15 specie di serpenti. Solo tre sono velenose: la vipera Poskok, la vipera berus e la vipera dei prati del Carso. La Poskok è la più pericolosa per dimensioni e potenza del veleno.
Prevenzione e informazione
L’ospedale di Pola ha aumentato le dosi di antidoto. I medici invitano alla calma, ma anche alla consapevolezza. Conoscere il rischio è il primo passo per evitarlo. Le vacanze possono restare sicure, se si rispettano le regole.
Conclusione
La vipera Poskok è diventata protagonista dell’estate adriatica. I turisti devono essere informati e cauti. La natura è meravigliosa, ma va affrontata con rispetto. E con la giusta preparazione, anche i pericoli si possono evitare.
Il morso della Vipera dal corno (Vipera ammodytes, detta anche Poskok) è un evento serio che richiede un’immediata gestione. Le sue punture si riconoscono di solito per la presenza di due fori più profondi, a circa 1 cm di distanza, dovuti ai denti veleniferi.
Ecco cosa fare in caso di morso:
1. Mantenere la calma e chiamare i soccorsi
Il panico e i movimenti rapidi aumentano la circolazione sanguigna e accelerano la diffusione del veleno. La prima cosa da fare è allontanarsi dal serpente e chiamare immediatamente il 112 o il 118. Descrivere l’accaduto e la zona in cui ci si trova.
2. Immobilizzare la zona colpita
Immobilizzare l’arto o la parte del corpo morsa per rallentare la diffusione del veleno nel sistema linfatico. È consigliabile usare una stecca o una benda per bloccare il movimento, come se si trattasse di una frattura.
3. Rimuovere oggetti costrittivi
Togliere anelli, orologi, bracciali o indumenti stretti prima che l’eventuale gonfiore (edema) renda difficile la rimozione.
4. Pulire la ferita
Sciacquare la zona del morso con acqua o disinfettante non alcolico (es. acqua ossigenata).
5. Cosa non fare
* Non incidere la ferita: questa pratica non è efficace e può causare infezioni o danni ai tessuti.
* Non succhiare il veleno: è un metodo inutile e può essere pericoloso per chi lo esegue, specialmente se presenta ferite in bocca.
* Non applicare lacci emostatici: i lacci possono bloccare il flusso sanguigno e causare necrosi dei tessuti.
* Non applicare ghiaccio: l’effetto vasodilatatore del ghiaccio può peggiorare la situazione.
* Non somministrare alcolici, antinfiammatori o antidolorifici.
6. Arrivo in ospedale
Il siero antivipera è l’unico antidoto, ma viene somministrato solo in ambiente ospedaliero e sotto stretta sorveglianza medica. La sua somministrazione non è sempre necessaria e può causare reazioni allergiche gravi (shock anafilattico), per cui l’uso è limitato ai casi più seri. In ospedale, il paziente viene tenuto sotto osservazione per almeno 12-24 ore per monitorare l’evoluzione dei sintomi locali e sistemici.