29 Dicembre 2024 15:47
Il gruppo femminile degli Houthi ha condotto pochi giorni fa una campagna per confiscare “pantaloni” che, secondo loro, “contraddicono con l’identità religiosa”
Fonti yemenite per i diritti umani hanno denunciato nuove violazioni contro le donne nella capitale dello Yemen, Sana’a. Le detenute nelle carceri Houthi sono state sottoposte a violazioni crudeli e violente da parte delle cosiddette “Zainabiyyat”. Si tratta di brigate femminili armate, affiliate al gruppo sciita. Sono arrivate al punto di strappare loro i vestiti e lanciarle con accuse di colpire il loro onore.
Sebbene le detenute abbiano presentato denunce all’amministrazione penitenziaria, le “Zainabiyyat” hanno proseguito.
La piattaforma mediatica “Yemen Future” ha citato una fonte per i diritti umani. Questa fonte ha affermato di aver ricevuto una telefonata da alcune detenute della prigione centrale di Sana’a. Ha rivelato le violazioni sistematiche a cui sono sottoposte le detenute da parte di due guardie. Le secondine si chiamavano “Umm Al-Karar”, il cui vero nome è Karima Al-Marouni, e “Um Zaid”. Queste due miliziane abusano con arroganza delle donne prigioniere e le trattano con violenza per tutto il giorno.
Una detenuta ha affermato che mentre si trovava nel cortile della prigione con altre prigioniere, Umm Al-Karrar e Umm Zaid sono andate da loro per insultarle. Il pretesto era che due di loro indossavano dei pantaloni. Umm Zayd ha afferrato la prima ragazza, mentre Umm Al-Karrar ha preso le forbici e ha strappato completamente i pantaloni che la ragazza indossava, lasciandola con la biancheria intima.
Le due guardie hanno fatto la stessa cosa con un’altra ragazza, strappando la camicetta che indossava, fino a scoprire il suo petto. Non solo, hanno anche pugnalato la detenuta con le forbici che aveva in mano durante l’aggressione.
Secondo la fonte, le ragazze hanno presentato una denuncia all’amministrazione penitenziaria. Ma purtroppo non hanno trovato alcuna risposta, poiché l’amministrazione ha sostenuto le violazioni commesse dalle “donne carceriere Zeinabi”.
A loro è assolutamente vietato portare telefoni in prigione, e non hanno contatti con nessuno. Solo una o due chiamate alla settimana in cui comunicano con le loro famiglie, sotto la supervisione e il controllo delle guardie.
Alcuni giorni fa il gruppo Houthi ha condotto una campagna per confiscare “pantaloni”. Secondo loro “contraddicono l’identità religiosa”. Non vogliono che nessun prigioniero indossi i pantaloni, altrimenti sarà punito e maltrattato.