27 Dicembre 2024 15:48
Con nuovi rapimenti e aggressioni ai villaggi
La milizia Houthi dello Yemen ha esercitato nuove pressioni sui membri delle tribù del Governatorato di Al-Jawf, dopo quelle delle scorse settimane. Essendo fallito il suo piano do impossessarsi delle loro terre, ora ha ricorso a nuovi rapimenti e aggressioni.
Nell’ambito dei loro sforzi per portare un cambiamento demografico nel governatorato, le milizie continuano a esercitare pressione sulle tribù di Dhu Muhammad, lanciando campagne di rapimento e attacchi ai danni dei suoi membri ad Al-Jawf.
Si sono verificati infatti scontri armati nell’area che separa i governatorati di Amran e Al-Jawf. Questi scontri hanno provocato l’uccisione e il ferimento di molti membri della milizia sciita. E’ quindi fallito il piano di confiscare le terre dei clan locali, a favore delle tribù dei Sufyan, fedeli al gruppo filo iraniano nel governatorato di Amran.
Fonti locali hanno riferito che la milizia Houthi ha rapito un membro della tribù Dhu Muhammad. L’uomo, originario di Al-Jawf, si trovava in un ospedale di Sana’a, dove era in cura. E’ stato portato nelle prigioni della milizia.
La formazione sciita accusa il giovane rapito, Qaid Samy, di essere uno di coloro che si ribellano a loro. In particolare non consente che le terre di Wadi Al-Adi passino al clan filo Houthi. L’obiettivo dei ribelli è di separare i governatorati di Amran e Al-Jawf dalle tribù Dhu Muhammad. Questo a favore delle tribù Sufyan che vive nel governatorato di Amran.
Questo rapimento arriva due giorni dopo che la milizia Houthi ha arrestato il suo supervisore inviato ad Al-Jawf, Muhsin al-Maatreh. L’accusa è di essersi schierato con la tribù e di non aver applicato le direttive della leadership del gruppo.
La formazione sciita, finanziata dal regime iraniano, non riuscendo a controllare a suo piacimento le tribù di quella regione yemenita, che si stanno ribellando ai loro uomini, stanno cercando di condurre un processo di trasformazione demografica dell’area requisendo i terreni della tribù considerata infedele.