25 Dicembre 2024 20:30
Lo rivela un rapporto di una organizzazione
Più di un terzo delle famiglie sfollate nei campi profughi dello Yemen vive senz’acqua e ha urgente bisogno di un rifugio transitorio. Questo perché vivono in rifugi di emergenza, all’aperto o sono ospitati da altri nei loro campi.
Lo ha annunciato l’Unità esecutiva per la gestione dei campi sfollati nello Yemen.
Secondo il rapporto “Humanitarian Needs of the Displaced 2023” pubblicato dall’Unità esecutiva (governativa), 36.824mila famiglie nei campi vivono in rifugi di emergenza. Hanno urgente bisogno di un riparo transitorio a causa delle tende in cui abitano che vanno sostituite.
Le famiglie bisognose di un ricovero transitorio rappresentano circa il 39,3% del numero totale delle famiglie che vivono nei campi, che sono 93.816 famiglie composte da 483.330 individui.
Ha indicato che 143.014 famiglie, un tasso del 36,5% del totale delle famiglie sfollate nelle case, è ospitato dalla comunità. Mentre 248.742 famiglie, il 63,5%, vive in case in affitto.
Sono 37.335 le famiglie, ovvero il 40% del totale di quelle sfollate nei campi, che dipendono da carbone e legna da ardere per cucinare il cibo. Mentre solo 9.882, l’11%, fa affidamento su gas e candele come fonte di illuminazione. Il che aumenta il rischio di incendi nei campi per gli sfollati.
I risultati dell’indagine condotta dall’Unità Esecutiva hanno mostrato che 197 campi, ovvero il 30% del totale di 646 campi per gli sfollati, sono minacciati da piogge torrenziali e inondazioni.
L’Unità Esecutiva per la Gestione dei Campi Sfollati ha invocato la necessità di fornire alloggi transitori. Ma anche ha chiesto la manutenzione e la sostituzione delle tende ormai logore per le famiglie sfollate nei campi. Ha chiesto anche la creazione di un meccanismo speciale volto a fornire assistenza finanziaria alle famiglie sfollate che vivono in case in affitto o con altre famiglie della comunità ospitante.
Infine, ha sottolineato la necessità di adoperarsi per trovare terreni privati per allestire campi al riparo dai pericoli di torrenti e inondazioni. Di fornire fonti sicure utilizzate per cucinare al posto di legna e carbone. Fonti energetiche alternative per l’illuminazione (energia solare) nel campi per gli sfollati per evitare danni alla salute e il rischio di incendi al loro interno.