22 Novembre 2024 22:49
A Lentini (SR) confiscati 2 milioni di euro ritenuti provento di attività illecite del gruppo mafioso facente capo a un esponente di spicco del clan Nardò.
A Lentini (SR) confiscati 2 milioni di euro al clan Nardò
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa hanno eseguito la confisca di beni riconducibili a un elemento di spicco del clan “Nardo”
La Corte d’Appello di Catania ha disposto la confisca dei beni a seguito di sentenza di condanna emessa contro il sodalizio mafioso lentinese.
I militari hanno confiscato beni immobili e conti correnti per un valore di oltre due milioni di euro.
La procura li ha ritenuti provento di attività illecite poste in essere nel tempo, in nome e per conto del gruppo mafioso.
Il provvedimento di confisca è giunto al termine dei tre gradi di giudizio di una complessa indagine patrimoniale svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo.
le operazioni “morsa”
L’indagine è partita successivamente alle operazioni “Morsa” e “Morsa 2”, che, tra il 2005 ed il 2009, fecero luce sulle innumerevoli attività illecite del clan “Nardo”.
Le due operazioni coinvolsero 39 persone per gravi violazioni di legge che andavano dall’associazione mafiosa alle estorsioni fino al traffico di armi e stupefacenti.
Da oggi l’Agenzia per i beni confiscati amministra oltre 65 mila euro e quattro unità immobiliari di pregio oltre a due grandi autorimesse.
La lotta alle mafie
La lotta alla mafia passa dunque anche attraverso l’”aggressione “ai beni dei mafiosi.
L’arma ha il compito di dare un volto agli appartenenti ai diversi clan e attribuire loro l’esatto ruolo in seno all’organizzazione mafiosa.
Ma ha anche quello di individuare i patrimoni illecitamente accumulati che vengono sistematicamente sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
A quest’ultima spetta invece la valutazione per un’eventuale confisca e la successiva immissione a patrimonio dello Stato.
Successivamente L’Autorità Giudiziaria può decidere anche di poterli destinare a interessi di pubblica utilità, quali ad esempio la costituzione di caserme dei Carabinieri.
Le indagini dei Carabinieri sulla criminalità organizzata sono pertanto dirette anche alla ricerca dei guadagni illeciti ed all’individuazione delle modalità di reinvestimento nel territorio.
Ingenti somme di danaro di origine illecita inquinano l’economia “sana” consentendo la nascita di attività imprenditoriali col solo fine di “ripulire” il denaro.
Inoltre servono a dissimulare uno stato di agiatezza economica che possa giustificare l’alto tenore di vita degli elementi di spicco dei clan mafiosi.