23 Novembre 2024 03:17
Chiesto il processo dopo la tragica morte dell’ottantatreenne pensionato di Cologno Monzese
Chiesto il processo. la tragica morte dell’ottantatreenne pensionato di Cologno Monzese.
Nulla e nessuno potranno mai restituire ai suoi affetti Antonio Leonardo, ma i suoi familiari hanno ricevuto almeno la consolazione che il loro caro non ha colpa alcuna dell’incidente di cui è rimasto vittima il 21 agosto 2020 nella sua città di origine, Crotone, e che l’unico responsabile, l’automobilista che l’ha investito, sarà chiamato a risponderne in giudizio.
A conclusione delle indagini preliminari per la tragica morte dell’ottantatreenne pensionato di Cologno Monzese (Milano), la dott.ssa Ines Bellesi, Pubblico Ministero della Procura di Crotone titolare del fascicolo per omicidio stradale in capo al conducente della vettura che lo ha travolto, F. A., 45 anni, di Crotone, ne ha chiesto il processo.
Il Gup del Tribunale dott.ssa Romina Rizzo, riscontrando la richiesta, ha fissato al 27 aprile 2022, alle 9, nel palazzo di giustizia di via Vittorio Veneto, l’udienza preliminare.
L’anziano, ex operaio della Magneti Marelli, aveva mantenuto solidi legami con la città natale dove aveva vissuto per quarant’anni ed era molto conosciuto anche per aver gestito, prima di trasferirsi in Brianza, un noto negozio d’abbigliamento, la Casa del Risparmi: ogni estate vi faceva ritorno per trascorrere qualche settimana di vacanza.
La sera del 21 agosto Leonardo che, fatalità, il giorno prima aveva compiuto 83 anni, alle 21 stava attraversando a piedi via Miscello Da Ripe, strada urbana con il limite di 50 km/h, per raggiungere dall’altro lato della strada “piazzale Nettuno”.
Non era sulle strisce pedonali, ma ciò non ha alcun rilievo in quanto nel raggio di centro metri non vi era alcun altro attraversamento pedonale, come ha accertato anche l’ing. Luigi Lopez, consulente tecnico incaricato dal Sostituto Procuratore di redigere una perizia cinematica per stabilire dinamica, cause e responsabilità del sinistro.
Alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ing. Stefano Romano quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini cui si sono affidati i congiunti dell’anziano per tutte le attività finalizzate al perseguimento dell’iter risarcitorio, tramite il consulente legale dott. Giuseppe Cilidonio.
Il pedone, come ha dimostrato il Ctu, “era ormai giunto nella fase finale del suo attraversamento, intrapreso da sinistra verso destra della carreggiata”, per citare la richiesta di rinvio a giudizio del magistrato, quand’è stato centrato dalla Toyota Auris condotta dall’indagato.
L’automobilista procedeva con direzione centro-periferia a una velocità di 52 km/h (dato certo, la vettura era dotata di scatola nera che ha registrato il “crash” a quell’ora e a quell’andatura) e, per sua stessa ammissione, non ha proprio visto il pensionato:
sull’asfalto non è rimasta alcuna traccia di frenata se non dopo l’urto, né l’automobilista ha compiuto alcuna manovra di emergenza.
E questo nonostante il tratto stradale fosse rettilineo e pianeggiante, la serata bella e la strada sufficientemente illuminata, come rilevato dai periti che hanno compiuto un sopralluogo ad hoc in condizioni ambientali simili.
L’impatto, avvenuto all’incirca al centro della corsia dell’auto, è stato terribile: Leonardo, come ricostruito dall’ing. Lopez, è stato dapprima urtato all’altezza della gamba destra, di cui ha riportato la frattura della tibia.
E’ stato caricato sul cofano, ha picchiato violentemente il capo sul parabrezza ed è stato sbalzato sull’asfalto sul lato destro della macchina
Una serie di tremendi colpi che non gli hanno lasciato scampo.
Le sue condizioni sono parse subito disperate, tanto che è stato allertato anche l’elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarlo, ma i politraumi riportati erano troppo gravi: è spirato poche ore dopo, sabato 22 agosto.
“Pur avendo avuto l’automobilista sufficienti condizioni di avvistabilità e di percezione del pericolo e sufficiente spazio a disposizione per arrestare il veicolo alla velocità con cui viaggiava, non è riuscito a evitare l’investimento della vittima – conclude nella sua perizia il consulente tecnico della Procura –
L’indagato non si è avveduto in tempo del pericolo, rappresentato dal pedone in fase di attraversamento, pur risultando quest’ultimo ben visibile da una distanza tale che una condotta di guida priva di negligenza, imprudenza e imperizia ne avrebbe impedito l’investimento.
Le cause dell’evento sono da imputare alla negligente e imprudente condotta di guida tenuta dal conducente”.
Di qui dunque la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Pm, che contesta all’automobilista di aver causato per colpa la morte di Leonardo, colpa consistita appunto nella “negligenza e imprudenza e nella violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”, con partitore riferimento agli articoli 141 e 191 del Codice cella Strada e
“per aver omesso di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza onde evitare l’impatto con il pedone, in particolare di frenare e di arrestare tempestivamente la marcia, entro i limiti del suo campo di visibilità”,
e per ”non aver consentito ad Antonio Leonardo, che aveva già iniziato l’attraversamento impegnando la carreggiata, di raggiungerne il lato opposto in condizioni di sicurezza”.
La figlia Alessandra e i due amati nipoti dell’anziano, attraverso Studio3A, sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma ora si aspettano anche una risposta in sede penale per rendere almeno un po’ di giustizia al papà e al loro nonno.