S’impiccò a 27 anni, dopo gli stupri subiti per anni, da una suora, che ora è libera.

Busto Arsizio (VA) 05 Novembre 2022, a raccontare la drammatica storia subita dalla figlia, è stata la mamma Giovanna Bozzolini, che in questi anni ha combattuto per avere giustizia.

Eva Sacconago si tolse la vita, impiccandosi, dopo gli stupri subiti per anni, da parte di una suora.

La mamma di Eva : “Siamo andati fino in fondo per lei”

Tutto ebbe inizio con un bigliettino, dice Giovanna Bozzolini, scandagliando nella memoria i momenti tragici, che precedono la perdita della figlia all’epoca dei fatti ancora minorenne :
“che strano, questa donna mi ha toccato il seno… lo avrà fatto per sbaglio”.
La ragazzina Eva Sacconago, nel 1998 aveva appena conosciuto la suora, autrice degli abusi sessuali, che continuarono fino al 2011, quando Eva decise di suicidarsi, all’età di 26 anni.
La molestatrice, l’ex suora si chiama Maria Angela Faré, che se l’e cavata con una condannata di soli tre anni e 6 mesi di reclusione, per il reato di violenza sessuale.

Ma il 4 Settembre del 2021 l’abusatrice è tornata libera, proprio il giorno del compleanno di Eva, che strana coincidenza.

Eva fu trovata impiccata, a casa sua circa 11 anni fa, il movente del gesto era stato chiarito grazie ai diari lasciati dalla ragazza, una sorta di faldoni dove sono raccolte tutti gli ossessivi e morbosi scritti della sua aguzzina, da cui emergono vessazioni e vere e proprie violenze sessuali, subite per costrizione da Eva, che veniva anche picchiata dalla Faré.
Una suore che ha infangato l’ordine, stalkizzava, e vessava senza pietà la ragazzina, da quando aveva solo 15 anni.
Fu quel maledetto incontro all’oratorio di Busto Arsizio, che innesco il calvario di Eva, che si trasformò in un vero e proprio inferno.
L’abusatrice Maria Angela Fare’, è libera per aver scontato la pena detentiva, a diffondere la notizia è “Rete L’Abuso”, informazione poi confermata anche dall’avvocatessa Daniela Cultrera.
La condanna definitiva risale al 21 Dicembre 2019.

L’ex suora dopo un periodo trascorso all’istituto psichiatrico di Castiglione delle Stiviere, è stata considerata  come persona “socialmente pericolosa” affetta da un disturbo borderline di personalità.

La suora aveva violentato Eva, ammanettandola con le caviglie al letto: pochi giorni dopo, Eva si ammazzò.

La sommergeva di messaggi di odio e di minaccia ogni volta che la vittima non si piegava alle sue pretese, e la riempirla di botte.

Alcuni stralci dal diario di Eva

Eva cercava di allontanarsi dall’abusatrice Maria Angela, che si accaniva contro la ragazza con messaggi e telefonate : “ti odio, bastarda dentro, denunciami appena puoi… solo la morte ci può separare, e non è uno scherzo ! Ricordatelo”.
“Vorrei penetrati, baciarti e tenerti stretta a me”.

E poi seguivano gli insulti, le botte e le violenze sessuali.

L’ultima frase pronunciata da Eva prima di togliersi la vita : “Suon Mariangela mi ha distrutto la vita”.

Spesso gli abusi sessuali denunciati dalle vittime, non sfociano in un processo

Il 95% degli abusi sessuali denunciati dalle vittime non sfociano in un processo, perché quando la denuncia arriva, ad anni di distanza dall’accaduto, spesso per casi legati a reati di pedofilia perpetrati nell’ambiente ecclesiastico, s’innesca la prescrizione del reato.

Questo è il solco insuperabile posto in essere nelle aule giudiziarie.

Il meccanismo maledetto della chiesa, spiegato da Francesco Zanardi, fondatore dell’associazione Rete L’Abuso

“Poi arriva l’offerta da parte della chiesa di un indennizzo di 25mila euro, con il vincolo di

riservatezza, un meccanismo maledetto, visto che il sacerdote viene lasciato a contatto con i

giovani, che diventano poi altre potenziali vittime”.

Questa è la denuncia che arriva dal Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa cattolica #ItalyChurchToo.

Un messaggio rivolto alla chiesa

Giusto ieri per la prima volta, il Coordinamento contro gli abusi nella Chiesa cattolica, ha organizzato un

incontro a Milano, in collaborazione con il Municipio 1, per dare voce alle vittime, e per “rompere questo

silenzio immondo”.

“Chiediamo che le vittime e le loro famiglie siano ascoltate, accolte e risarcite – si legge nel documento

rivolto ai vertici della Chiesa – e che vi facciate promotori dell’eliminazione dei termini di prescrizione

per gli abusi”.

“Chiediamo di estendere anche al clero e al volontariato nella Chiesa l’obbligatorietà del certificato antipedofilia”. 

Le dichiarazioni dei genitori di Eva.

“Sappiamo che i giudici le hanno inflitto come pena accessoria l’interdizione dal frequentare ambienti con minori e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per 5 anni, ma non siamo tranquilli e abbiamo paura che possa rifare con nostra figlia quello che ha già fatto”.

 

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