“Cosa nostra” è allarme “mafia style” per l’agroalimentare italiano

Coldiretti e Filiera Italia denunciano l’anomalia

 Imprese, cittadini e istituzioni scendono in piazza a Palermo, sede del Villaggio realizzato dall’associazione dei coltivatori

Nella sede esposta per la prima volta un’inquietante “collezione” dei più scandalosi prodotti agroalimentari venduti nel mondo

L’anomalia che fa marketing?

Nomi che richiamano gli episodi, i personaggi e le forme di malavita organizzata più odiose

sfruttati per fare un business senza scrupoli sul dolore delle vittime e a danno dell’immagine del Paese.

Dalla Scozia arriva il whiskey “Cosa Nostra” in una bottiglia a forma di mitra con caricatore a tamburo degli anni di Al Capone e Lucky Luciano, spiega Coldiretti

In Portogallo si beve vino Talha Mafia “Pistol” con macchia di sangue stilizzata sulla confezione da 3 litri. (AGI)

Il “fenomeno” non è nuovo, purtroppo, oltre ai film ci sono canzoni che richiamano apertamente alla malavita in una sorta di “gioco” perverso..

Gli allarmi ci sono da vari punti di vista: etico, politico, economico e giuridico.

Da un lato c’è chi si batte per la legalità e dall’altro c’è chi specula

“Cosa nostra” con tanto di bottiglia a forma di mitra o l’Antimafia?

Tutto lecito, tutto normale, tutto possibile?

La normalità sarebbe l’utilizzo di messaggi rassicuranti e verso la legalità

 

Condividi sui social