22 Novembre 2024 07:50
Sava (TA) e Torricella (TA), ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce
su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 19 persone.
Come si è giunti ad assicurare i 12 alla giustizia
L’indagine, coordinata della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è stata condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Taranto
Le tecniche usate, un mix di nuovo e vecchio, ma sempre importante
Operazione eseguita con sistemi tradizionali, come servizi di osservazione e pedinamento, e mediante sofisticate attività tecniche.
I primi dettagli
Secondo il “Gip, lo stupefacente sarebbe provenuto dal territorio di Francavilla Fontana, da “soggetti evidentemente ben inseriti nel settore dei narcotici”.
Il canale dello spaccio sarebbe terminato, poi, nelle piazze savesi, grazie ad un nutrito gruppo di pusher.
Il boss locale
uno degli indagati, il quale, come affermato nell’ordinanza,
“dopo un lungo periodo di detenzione, riacquistata la libertà, forte del suo carisma criminale, aveva sin da subito ripreso le redini delle attività criminose del suo territorio”,
grazie al “suo elevato e riconosciuto spessore criminale” ed avrebbe iniziato ad “imporre le sue regole”
Gli incontri dei malavitosi avvenivano nel cimitero
“riconvertito il cimitero di Sava nella base operativa logistica del gruppo, dove al sicuro da occhi indiscreti, sarebbero avvenuti gli incontri con i fornitori, con i pusher”.
La pericolosità del gruppo:
uno degli aspetti più allarmanti, verificatisi nel corso delle indagini, è di sicuro la disponibilità di armi (pistole e fucili) da parte degli indagati, che avrebbero più volte anche portato in pubblico le stesse”.
Gli indagati sarebbero stati in possesso anche di giubbotti antiproiettile.