29 maggio, Kosovo: riflessione sul conflitto KForce (Nato) in giornata internazionale delle forze di pace ONU

Evoluzione dello scontro con KForce

Nella giornata di lunedì 29 maggio, a Zvecan si sono susseguiti degli scontri violenti fra le forze che compongono la KFor (Kosovo Force) e manifestanti serbi, delle frange più estremiste.

Secondo quanto emerso, i manifestanti dissidenti avrebbero cercato di attaccare l’insediamento del nuovo sindaco Iljir Peci, di etnia albanese, eletto nella giornata di lunedì.

Atmosfera

L’atmosfera tesa nelle regioni del nord del Kosovo sono iniziate ad aprile, ed ha portato i serbi, che risultano essere nel paese circa 120 mila su 1,8 milioni, a cercare di boicottare i rinnovi delle amministrazioni locali per l’elezione dei rispettivi sindaci.

Infatti i sindaci vincitori delle elezioni locali, tenute il 23 aprile nell’area, non sono riconosciuti da Belgrado ed una porzione significativa della comunità serba, che in quell’area del paese è in maggioranza, ha boicottato l’appuntamento elettorale influenzandone l’affluenza, che si è attestata infatti al 3,4 per cento.

 

Feriti KForce a seguito dello scontro

A seguito del conflitto ci sono stati feriti militari plurimi, segnandone drammaticamente 13 su 34 di origine italiana, parte della KFor e membri degli Alpini del nono reggimento “L’Aquila”, che da fine gennaio infatti aveva preso il comando della missione Nato con il compito molto ambizioso di prevenire le possibili violenze locali fra i serbi e i kosovari di etnia albanese.

 

Silenziosa Giornata Internazionale delle forze di pace

Il peacekeeping delle Nazioni Unite (UN peacekeeping) identifica le attività politiche e militari svolte dalle Forze internazionali di pace delle Nazioni Unite (comunemente indicate come “caschi blu”) con lo scopo di mantenere la pace internazionale. Queste azioni sono svolte sotto il controllo del Segretariato delle Nazioni Unite su mandato del Consiglio di sicurezza attraverso coalizioni militari internazionali. Le missioni sono gestite dal Dipartimento per le operazioni di pace, con sede presso il Palazzo di vetro a New York. Nel 1988 alle Forze internazionali di pace dell’ONU è stato assegnato il premio Nobel per la pace.

Il 29 maggio nel silenzio più assordante e soprattutto in concomitanza degli avvenimenti di Zvecan, si è celebrata la giornata internazionale delle forze di pace (ONU), il che rende interessante e d’obbligo un parallelismo in questo scenario, che di Pace sa ben poco.

Riflessione su Forze di Pace 

L’onere di voler porre analisi e confronto sul conflitto svoltosi durante la giornata internazionale delle forze di pace ONU (29 Maggio), con la forza internazionale militare KFor (Kosovo Force) guidata dalla Nato non è casuale.

Il sentore che arriva è che le forze militari impiegate nello stabilire un raccordo d’unione tra i vari dissidi, nelle parti del mondo che soffrono di instabilità politica, quindi con conseguenti mancanze omogenee dei diritti fondamentali, promulgati nelle principali carte costituenti delle nazioni occidentali e non solo, assieme alle carte del diritto internazionale, quali prima di tutto “La dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, siano in difficoltà almeno in questo frangente storico.

Il faro è operare tenendo bene a mente la cultura dietro la civiltà che si cerca di esportare, con modi evoluti in spirito di pace fra i popoli.  Questo faro è e deve essere promotore dell’idea di una forza internazionale di Pace.

In queste occasioni quindi, di violenza e di acceso conflitto il ruolo di queste forze militari, nelle località di missione, si contrappone con la forza rispondendo con dell’altra violenza per placare uno scontro nato altrove e proveniente dal passato. Potrà ed è, quindi, una sfida importante per queste forze di pace lavorare affianco della cultura locale, al fine di rendere la missione in quei paesi non solo una presenza che potrebbe divenire sterile ed anzi controproducente, bensì una presenza che ascolta e che cerca di prevenire con ogni mezzo possibile l’uso della forza, comunicando e diffondendo la cultura della Tolleranza.

Impegno importante sarà quello di dimostrare cos’è l’occidente al resto del mondo, in vista di quello che sta accadendo, nell’ottica dell’individuazione di un’identità comune, anche attraverso l’attuazione più vera possibile dei valori promulgati.

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