Clan Santapaola-Ercolano

Catania. Clan Santapaola-Ercolano. Confisca da 100 Milioni di Euro: Smantellato Impero Imprenditoriale Legato al Clan Santapaola-Ercolano

Catania, 21 agosto 2024 – Un duro colpo è stato inferto alla criminalità organizzata catanese grazie all’intervento della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), che ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione.

La confisca ha colpito un imponente complesso societario e patrimoniale appartenente a Antonino Paratore e Carmelo Paratore, rispettivamente padre e figlio, noti imprenditori della Sicilia orientale.

Il Contesto: Un Impero Imprenditoriale Sotto Indagine

Antonino e Carmelo Paratore sono stati a capo di uno dei gruppi imprenditoriali più influenti della regione, operante in numerosi settori, con un focus particolare sulla gestione e smaltimento dei rifiuti. Nel corso degli anni, la famiglia Paratore è riuscita a costruire un vero e proprio impero, diversificando le proprie attività in ambiti come i servizi di pulizia ospedaliera, il settore immobiliare e la gestione di uno stabilimento balneare molto noto sul litorale catanese.

Le indagini che hanno portato alla confisca odierna sono state avviate nel 2020 dalla DIA in collaborazione con la Procura distrettuale di Catania. Gli investigatori hanno analizzato a fondo la posizione economica, finanziaria e patrimoniale dei Paratore, già noti alle forze dell’ordine per precedenti indagini penali culminate nell’operazione “Piramidi”, che aveva già portato al loro arresto.

Il Legame con il Clan Santapaola-Ercolano

Alla base del provvedimento di confisca, vi è il riconoscimento del forte legame tra i Paratore e Maurizio Zuccaro, noto boss del clan Santapaola-Ercolano, attualmente detenuto presso il carcere di Opera a Milano. Zuccaro è uno storico esponente della mafia catanese, condannato tra l’altro per l’omicidio di Luigi Ilardo, noto collaboratore di giustizia, ucciso a Catania nel 1996.

L’indagine ha rivelato che il successo imprenditoriale dei Paratore è stato in gran parte alimentato dai capitali illeciti provenienti dalle attività di Zuccaro. Il rapporto tra le due famiglie è stato sancito da atti giudiziari e consolidato da numerosi eventi sociali, come la partecipazione dei Paratore al battesimo della figlia di Zuccaro e al matrimonio del suo primogenito, anch’egli condannato per reati di mafia.

La Crescita Imprenditoriale e le Indagini della DIA

Le indagini della DIA hanno esaminato oltre quaranta anni di attività economica dei Paratore, tracciando una chiara linea tra la crescita del loro impero imprenditoriale e l’ascesa al potere di Maurizio Zuccaro all’interno del clan Santapaola-Ercolano. Antonino Paratore, che iniziò la sua carriera come umile carpentiere, è diventato uno degli imprenditori più ricchi della Sicilia, un successo attribuito alle ingenti iniezioni di capitali illeciti provenienti dal clan mafioso.

Secondo quanto emerso dalle indagini, la crescita esponenziale delle attività imprenditoriali della famiglia Paratore, soprattutto alla fine degli anni ’90, non era giustificata dalle loro capacità economico-finanziarie. Gli investimenti effettuati in quel periodo risultano infatti strettamente collegati ai flussi di denaro provenienti dalle attività criminali di Zuccaro, come confermato dai Giudici del Tribunale di Catania.

Il Provvedimento di Confisca

Il provvedimento di confisca riguarda un vasto patrimonio, composto da 14 società di capitali operanti principalmente nei settori della raccolta e trattamento dei rifiuti, della gestione di stabilimenti balneari e del settore immobiliare. Inoltre, la confisca ha colpito 8 fabbricati e numerosi rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in oltre 100 milioni di euro. Da oggi, questi beni sono sotto il controllo dello Stato, sottratti definitivamente alle mani della criminalità organizzata.

La Sorveglianza Speciale per i Paratore

Oltre alla confisca dei beni, il Tribunale di Catania ha anche disposto la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni nel comune di residenza per Antonino e Carmelo Paratore. Questa misura preventiva è stata adottata per limitare le capacità operative dei due imprenditori, che hanno utilizzato la loro posizione per favorire il clan mafioso e incrementare il proprio patrimonio.

Un Colpo Decisivo alla Mafia Siciliana

La confisca odierna rappresenta un successo significativo nella lotta contro la mafia siciliana. L’operazione dimostra come la giustizia possa colpire duramente le strutture economiche che alimentano le organizzazioni criminali, privandole delle risorse necessarie per perpetuare le loro attività illecite. Il lavoro meticoloso della DIA e della Procura di Catania, che ha portato alla luce decenni di legami oscuri tra imprenditoria e mafia, è un esempio della determinazione dello Stato a smantellare i patrimoni mafiosi e a restituire legalità al territorio.

Le Reazioni della Comunità e delle Istituzioni

La notizia della confisca è stata accolta con soddisfazione dalle istituzioni locali e dalla comunità siciliana, che ha visto nel provvedimento un segnale forte della presenza dello Stato. Il Sindaco di Catania ha espresso il suo apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, sottolineando l’importanza di proseguire su questa strada per liberare definitivamente la Sicilia dalla morsa della criminalità organizzata.

Allo stesso tempo, le autorità hanno ribadito l’importanza della collaborazione dei cittadini nella lotta contro la mafia, incoraggiando chiunque abbia informazioni utili a rivolgersi alle forze dell’ordine. Solo con una risposta compatta e determinata della società civile sarà possibile sconfiggere definitivamente il fenomeno mafioso.

Conclusione

L’operazione che ha portato alla confisca di beni per 100 milioni di euro ai danni della famiglia Paratore rappresenta una vittoria cruciale nella lotta alla mafia catanese. La giustizia ha smantellato un impero imprenditoriale costruito sull’illegalità, dimostrando che nessun patrimonio, per quanto imponente, può sfuggire all’occhio vigile dello Stato. Con questa azione, la Sicilia fa un passo avanti verso un futuro più sicuro e libero dall’oppressione mafiosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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