2 Dicembre 2024 14:52
Fino al 26 gennaio 2025 a Palazzo Reale di Milano è visitabile l’imperdibile mostra con le opere di Edvard Munch organizzata da Arthemisia.
La mostra
Un’ampia retrospettiva, ad ottanta anni dalla scomparsa, che ci offre una intera panoramica della produzione artistica del grande artista norvegese nato nel 1863 e morto nel 1944, capace di proiettare sulla tela la scena delle angosce e dei profondi turbamenti dell’animo umano.
Questa ricca esposizione a Milano è realizzata dopo ben 40 anni dall’ultima mostra nel capoluogo lombardo. Promossa da Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, è prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo.
Precursore dell’Espressionismo e tra i maggiori esponenti del Simbolismo, Munch è entrato nella storia dell’arte di entrambi i secoli in cui è vissuto.
Già nel 1889 si distanziava dagli impressionisti associando i punti di vista non solo alle impressioni della retina, ma alle emozioni e agli stati d’animo individuali. “La verità è che vediamo con occhi diversi in momenti diversi… Il modo dipende anche dallo stato d’animo, è per questo che un soggetto può essere visto in svariati modi”. Scriveva nel “Quaderno dell’artista”.
Una posizione molto chiara la sua, con una direzione esattamente opposta ai celebri pittori en pleir air. L’impressionismo parte dalle immagini, colori, luci dell’esterno per imprimersi sulla retina e quindi sulla tela. Per l’Espressionismo – di cui il giovane Edvard ne è il pioniere – parte dai labirinti e dalle profondità dell’interiorità umana per fissarsi verso l’esterno dell’opera.
“Io che conoscevo ciò che esisteva sotto la superficie lucente, non potevo unirmi a chi viveva tra le illusioni – sulla superficie lucente che rifletteva i puri colori dell’atmosfera” scriverà in un’altra nota.
La vita di Munch
La stessa esistenza dell’artista è stata tragicamente contrassegnata da grandi sofferenze che lo hanno portato ai confini della pazzia. La perdita prematura della madre e della sorella, la tragica morte del padre, la tormentata relazione con la fidanzata Tulla Larsen. Tutto ha contribuito a formare la poetica di Munch, che riuscirà a esprimere, grazie a un eccezionale talento, il suo grido interiore trasformandolo in opere d’arte.
I suoi volti senza sguardo, i paesaggi stralunati, l’uso potente del colore riescono a raggiungere ogni essere umano, trasformando le sue opere in messaggi universali, il malessere esistenziale che affligge ogni essere umano. È questo che ha determinato la grandezza di Munch, rendendolo uno degli artisti più iconici del Novecento.
Le opere di Munch
Curata da Patricia G. Berman, una delle più grandi studiose al mondo di Munch, la mostra espone tutto l’universo dell’artista, il suo percorso umano e la sua produzione, e lo farà attraverso un centinaio di opere tra dipinti, disegni e stampe, tra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo de L’Urlo (1895), oltre a Malinconia (1900–1901), Danza sulla spiaggia (1904), La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922–1924), Le ragazze sul ponte (1927).
Gli eventi
Ad arricchire la mostra milanese, sono stati organizzati una serie di eventi che coinvolgono diverse realtà culturali della città, al fine di approfondire la figura dell’artista ed espandere i temi delle sue opere esplorando diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura e molto altro. Giovedì 12 dicembre 2024, alle ore 16.00, presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale, vi sarà un incontro aperto al pubblico dal titolo: Edvard Munch: Haunted Vision. A condurlo la stessa Patricia G. Berman, storica dell’arte e curatrice della mostra.
Un aspetto importante dell’opera di Munch è la manifestazione di fenomeni invisibili, che si tratti di ricordi e stati emotivi che colorano la percezione o di tentativi di comprendere l’elettromagnetismo e lo spiritismo. Sondando sia le proprie esperienze intime sia il mondo delle scienze, l’artista ha esplorato le dimensioni interne ed esterne dell’esperienza moderna. In un periodo in cui le scienze positiviste e speculative si mescolavano, Munch ha dato forma a forze invisibili che plasmano e infestano la nostra visione del mondo quotidiano.
La mostra avrà una seconda tappa a Roma, a Palazzo Bonaparte, dal 12 febbraio al 2 giugno 2025.
Informazioni
Prenotazioni per la mostra a Palazzo Reale di Milano: telefono 02. 8929921.
Link: https://www.palazzorealemilano.it/mostre/il-grido-interiore
Paolo Franzato
Altre mostre:
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