26 Dicembre 2024 06:54
Carlos Cardoen di lui si parla per le bombe a grappolo vendute al regime di Saddam Hussein e non solo
Carlos Cardoen aveva ha anche costruito armi per l’esercito cileno durante la dittatura di Augusto Pinochet
Nel 1985, esportava bombe in Iraq, armamenti integrati di zirconio .
Illegalmente, dagli Stati Uniti, importava lo zirconio, per produrre bombe a grappolo e venderle al regime di Saddam Hussein in Iraq.
Il gioco era diventato pesante, e mentre a Panama c’è chi non si fa problemi a coprire evasori fiscali, a un certo punto lo studio legale ARIFA decide di non tutelarlo piu’.
Troppo rischioso lavorare per un personaggio col fiato sul collo, l’Interpol ha avuto la meglio.
Una “fuga” di notizie a Panama, studio legale ARIFA, rivela come l’ex trafficante d’armi, Carlos Cardoen, abbia creato una fondazione.
Ci sono documenti che comproverebbero le sue attività
86.000 documenti trapelati dalla ditta ARIFA. I file sono stati ricevuti dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ)
vedi la pubblicazione dei Pandora Papers e condivisi con CIPER, LaBot e altri media regionali.
Marcia González, responsabile degli affari legali e societari di Empresas Cardoen, ha inviato un’e-mail allo studio descrivendo in dettaglio la situazione legale di Cardoen con gli Stati Uniti
Sarebbe coinvolto l’allora ministro di Giustizia del governo di Michelle Bachelet, Isidro Solís.
Solís ha però negato ogni addebito
“Non ho alcuna informazione sulla lettera (e-mail) che mi menziona, non sapevo della sua esistenza né sono stata consultata o richiesta l’autorizzazione per inviarla.
Conosco Carlos Cardoen Cornejo socialmente da molti anni e ho un’alta opinione di lui, tuttavia non gli ho mai fornito servizi professionali.
Non l’ho fatto personalmente o tramite il mio studio di consulenza professionale, né a lui come persona né a nessuna delle sue società, soprattutto perché i colleghi con cui ho collaborato sono i suoi avvocati da molti anni;
Per lo stesso motivo, posso dichiarare di non aver mai ricevuto pagamenti di alcun tipo da Carlos Cardoen o da nessuna delle sue società”.
Si arriva quindi alla Fondazione Colchagua , di cui Carlos Cardoen appare come il principale beneficiario.
L’esistenza di questa fondazione è stata resa nota nel 2017 da un rapporto di The Clinic ( vedi qui ). Anche altre due società offshore panamensi legate a Carlos Cardoen e Fundación Colchagua sono passate sotto l’amministrazione di ARIFA.
L’Italia cosa c’entra coi trafficanti di armi?
Cardoen attende che la Farnesina si pronunci su una richiesta presentata dai legali dell’imprenditore per ottenere protezione diplomatica..
In Italia, parliamo del 2005, uscì un articolo sul Corriere della Sera, per la vendita del petrolio iracheno: autorizzata dalle Nazioni Unite per sfamare la popolazione durante l’embargo.
Ricordiamo l’inchiesta del Congresso Americano sullo scandalo «Oil for Food» e Augusto Giangrandi era partner di Cardoen:
«Report on illegal surcharges on oil for food contract and illegal oil shipment from Khor al-Amaya» redatto dalla Sottocommissione permanente del Senato sulle Inchieste.
in Italia nel 1994 insieme a Cardoen, apre la Cosmos: una fabbrica di Livorno celebre per la produzione di sottomarini tascabili e mezzi subacquei per commandos.
E sempre dal Corriere si trona a citare:
99 lo ritroviamo «presidente» alle filiali Bahamas della Bayoil, la multinazionale petrolifera texana presieduta dal diabolico David Chalmers (cui nel frattempo ha venduto la Cosmos), descritta nel rapporto come una sorta di corrottissima centrale Usa dello scandalo.
L’Italia viene tirata in ballo apertamente
Nel 1999 l’Italtech, la compagnia controllata da Giangrandi, fece regolare domanda per diventare un compratore internazionale di petrolio – replica al Corriere il portavoce del Senatore democratico Carl Levin, vice-presidente della commissione – l’Italia approvò la domanda e la mandò all’Onu, dove le nazioni la votarono tra le poche ditte fortunate.
Quindi questa è una domanda che dovrebbe essere rivolta non a noi ma al governo italiano»
In conclusione la lobby delle armi è potentissima e si avvale di politici spregiudicati in America come in Italia, approfittando di società di comodo delle Bahamas.
E poi ci si meraviglia ancora che ci siano tante guerre nel mondo? Noi in Europa ne sappiamo qualcosa.
Link da cui abbiamo attinto per i coraggiosi curiosi.
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/17/oil.html