25 Novembre 2024 07:27
Brusca. Fedelissimo di Toto’ Riina, il boss appena scarcerato per fine condanna ha ammesso negli anni di avere premuto il telecomando di Capaci
Brusca, il Tribunale di sorveglianza di Roma a seguito della richiesta del questore di Palermo ha emesso la nuova restrizione a seguito delle sue frequentazioni.
Le reazioni dell’opinione pubblica in passato, erano state pesanti, e piu’ che comprensibili:
L’ex boss di San Giuseppe Jato (Palermo), Giovanni Brusca, sempre attenzionato dalle forze dell’Ordine aveva fatto intervenire e scattare la richiesta del questore Leopoldo Laricchia.
La sua pena era finita ma non le polemiche
Erano trascorsi 25 anni in cella (sia pure con benefici carcerari e permessi periodici);
anni che sono il massimo della detenzione per i collaboranti che non tornano a commettere reati.
La sua storia
Lo catturarono un centinaio di uomini della Squadra mobile, dello Sco, dei gruppi speciali della polizia
La sua intercettazione avvenne tramite il gps del cellulare, e la conferma della sua presenza derivò dal rumore della moto: intervento del gruppo del questore Luigi Savina.
Brusca era un fedelissimo di Totò Riina, accusato della strage di Capaci, dal 2000 cominciò a collaborare.
Ricordiamo che fu accusato di un fatto gravissimo, un omicidio pazzesco nei confronti di Giuseppe Di Matteo
Era il figlio undicenne del pentito Santino, il bambino fu ucciso e sciolto nell’acido.
Brusca dichiarò a proposito del pentimento:
“La mia non è una scelta facile – aveva detto, parlando della sua decisione – pesa la storia della mia famiglia, il dover accusare altri”.
Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni ha dichiarato:
“questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata.
Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso.”
Le ombre restano e prima o poi dovrà rendere conto del suo operato anche a Dio se è credente.
Gli aspetti legali sono una cosa, quelli umani, un’altra.