Il PM chiede la condanna per il sindaco
Il PM chiede la condanna per il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e anche per alcuni ex assessori.

Il PM chiede la condanna per il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e anche  per alcuni ex assessori.

Ex Grand Hotel Miramare

Al processo “Miramare” il pubblico Ministero chiede un anno e 10 mesi per il sindaco Giuseppe Falcomatà, imputato per abuso d’ufficio e falso.

Il processo riguarda presunte irregolarità nelle procedure di affidamento dell’ex Grand Hotel Miramare.

Il PM inoltre ha richiesto la condanna degli ex assessori comunali Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti.

In aggiunta il PM ha chiesto la condanna anche del segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva, della dirigente comunale del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico” Maria Luisa Spanò e dell’imprenditore Paolo Zagarella.

Dopo che i pubblici ministeri Walter Ignazitto e Nicola De Caria hanno finito la requisitoria hanno formulato le richieste.

La notizia è riportata da Ansa Calabria.

Il Grand Hotel Miramare è uno dei palazzi storici della città di Reggio Calabria ed era stato affidato in gestione all’imprenditore Paolo Zagarella. 

Le accuse

Secondo la procura l’affidamento era avvenuto dopo  che l’imprenditore aveva concesso i suoi locali al Falcomatà per farne il punto elettorale durante la campagna elettorale del 2014.

Sindaco e assessori avrebbero violato “i doveri d’imparzialità, trasparenza e buona amministrazione”. La Giunta ha adottato la delibera di assegnazione mentre avrebbe dovuto predisporre un bando.

Secondo l’accusa l’unico scopo era quello di assegnare l’immobile all’amico e sostenitore del sindaco.

Gli imputati si sono giustificati sostenendo che la delibera era un mero atto d’indirizzo.

Al contrario per la procura non c’era nessun atto d’indirizzo, ma la delibera era un atto d’immediata concessione.

I PM sostengono che il gioiello di famiglia è diventato un affare di famiglia.

Non si è trattato di mala-gestio, ma di una gestio finalizzata a raggiungere l’obiettivo programmato e il sindaco è stato il regista di tutta l’operazione.

La sentenza è prevista per il 19 novembre.

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