39 anni di vergognoso silenzio del Vaticano, sul caso di Emanuela Orlandi, 3 pontificati senza verità e trasparenza

Vaticano 14 Ottobre 2022, sono passati 39 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, ma ancora è come se fosse il primo giorno, ma la ricerca della verità non si ferma, e non si fermerà mai.

Al centro di questa drammatica vicenda, ci sono risvolti criminali, pedofilia, denaro d’indubbia provenienza, e il Vaticano, da cui è partita tutta la vicenda.

Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi che da anni cerca di svelare il mistero della sparizione della sorella, avvenuta quando Emanuela aveva solo 15 anni, mette in conto che il tempo trascorso, nasconde una doppia verità, che determina il reale destino che hanno riservato per Emanuela, ed il ricatto rivolto al Vaticano, al fine di estorcergli una montagna di soldi.

Nel pomeriggio del 22 Giugno 1983, Emanuela uscì dalla scuola di musica, sita dietro Piazza Navona, e poi  svanì nel nulla, nel frattempo gran parte delle persone coinvolte nella vicenda, anche solo come testimoni a conoscenza dei fatti, sono decedute e tra questi si contano : preti, monsignori, cardinali, criminali,  finanzieri, eppure un Papa Giovanni Paolo II, poi proclamato pure santo.

Fu un’amica di Emanuela, che per la prima volta rivelò un segreto, che Emanuela le aveva rivelato, e lo si può conoscere anche seguendo il documentario “Vatican girl”, minuziosa ricostruzione scritta e diretta da Mark Lewis (prodotta da Chiara Messineo con Tom Barry e Dimitri Doganis per Raw), che andrà in onda dal 20 Ottobre, in esclusiva su Netflix.

Interesse sessuale di un altissimo prelato nei confronti di Emanuela

Un segreto che riconduce all’interesse sessuale dimostrato da un altissimo prelato, che egli stesso  manifestò nei confronti di Emanuela, proprio all’interno delle Mura del Vaticano, un interesse che turbò moltissimo Emanuela, proprio alla vigilia della sua scomparsa.

Ma sarà veramente questa la causa della sparizione di Emanuela, una lurida storia di pedofilia ?

Dalla ricostruzione della storia sembrerebbe che Emanuela, si fosse fatta convincere a salire in macchina, con la promessa di un lavoro, questo è ciò che sostengono i testimoni.

Un papa che si appella dalla finestra del suo appartamento, ai rapitori di Emanuela, cosa sapeva, e cosa gli avevano detto ?

Il Vaticano, torna sempre al centro di questa turpe storia, e con lui anche la criminalità organizzata, formata

all’epoca dalla Banda della Magliana, e dal suo esponente, che con il Vaticano ci ha avuto ampiamente a

che fare : Enrico De Pedis detto “Renatino”.

Un criminale a capo di una banda efferatissima, che si è macchiata di gravi crimini, che fu sepolto dentro la Basilica di Sant’Apollinare a Roma, insomma il male profondo terreno, che trova spazio cimiteriale dentro una chiesa, che dovrebbe rappresentare ben altro, e che chissà per quale bieco accordo, diede sepoltura d un individuo che tra l’altro, finché fu in vita, non si pentì mai dei crimini commessi.

La banca del Vaticano l’Ior, palese mancanza di volontà, a seguire i dettami della FATF e della MONEYVAL, e la volontà di portare avanti una finanza illecita.

C’è sicuramente un legame tra la Terra Sommersa e i traffici della banca del Vaticano l’Ior, protagonista di lotte di potere all’interno del Vaticano, da cui emergono alcune irregolarità nella gestione finanziaria e nell’applicazione delle norme antiriciclaggio, un ambiente fatto d’intrighi, corruzione, lotte di potere, riciclaggio di denaro, svelati da documenti riservati, appunti e lettere destinate al Papa, da cui si evince una palese mancanza di volontà, a seguire i dettami della FATF e della MONEYVAL, e la volontà di portare avanti una finanza illecita.

Lo scandalo “Vatileaks”, in cui è coinvolta la banca del Vaticano

4.000 i documenti interni del Vaticano, emersi nello scandalo “Vatileaks”, che gettano ombre sul tentativo della Santa Sede, di dimostrare trasparenza finanziaria, e dubbi sulla volontà di volersi disfare della reputazione di paradiso fiscale, per il denaro d’indubbia provenienza.

Una banca guidata allora, da un’indubbio monsignor Paul Marcinkus, un personaggio che compare spesso ripercorrendo, questa triste storia.

Ma i fatti, le piste, che si evincono da questa sporca faccenda sono due : o Emanuele fu rapita su

commissione di un potente pedofilo, chiaramente annidato nel Vaticano, oppure il rapimento della

ragazzina fu usato come azione ricattatoria, da coloro i quali avevano versato una montagna di

denaro d’indubbia provenienza, a titolo di giacenza transitoria, proprio dentro l’Ior, la banca del

Vaticano, e ne pretendevano la restituzione.

Ma quel denaro invece di essere riciclato, come era nel reale intento di chi lo versò, proprio in quella banca, privata e segretissima, capace di occultare l’illecito, era stato impiegato nel crac da 1.200 miliardi di lire, del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, morto poi suicida a Londra, sotto il ponte dei Frati Neri, e qui torna sempre in scena l’indubbio monsignor Marcinkus, responsabile della banca in questione.

Meglio uno schifoso ricatto, sulla pelle di una ragazzina di 15 anni.

Un ricatto che si asserviva e continua ad asservirsi, visto il protrarsi del silenzio omertoso da parte

del Vaticano, dell’assenza di una prova che possa servire a dimostrare che Emanuela sia ancora in

vita, per costringere il Vaticano a trattare ancora e ancora, con questi criminali. 

Tanti i ricatti incrociati, documenti falsificati, intrecci internazionali, e che dire della storia che

riguarda Ali Agca il killer mancato del papa, e della  Polonia di Solidarnosc tanto cara a Giovanni

Paolo II, tanto da elargire una montagna di denaro, per quei progetti, volti ad agevolare solo ed

esclusivamente il suo paese natio.

Sono tre i pontificati, che si sono avvicendati in questi quasi 40 anni, che ancora mantengono un

vergognoso silenzio, che ha causato la devastazione di una famiglia, papi che si erge a

rappresentanti di Dio, ma che tacciono vergognosamente, in merito a questa drammatica vicenda,

di cui è al centro il Vaticano, e di cui è parte coinvolta, in qualche modo.

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