Alessandria, condannati in primo grado il Presidente FCI, E.F., ed il Presidente della A.S.D. G.S. Bassa Valle Scrivia.

Alessandria 27 Agosto 2024, sentenza in primo grado, tanto attesa dalla famiglia Iannelli, e da tutti coloro che amavano Giovanni Iannelli, il giovane ciclista, morto a 22 anni, durante la gara ciclistica regionale denominata “87° Circuito Molinese, svoltasi in Molino Dei Torti (AL).

La gara, rientrante nella Challenge della Bassa Valle Scrivia e Val Curone, era uno degli appuntamenti ciclistici più importanti della Regione Piemonte, in quanto ad essa partecipavano alcune tra le squadre e i ciclisti più promettenti del panorama ciclistico di riferimento.

Giovanni Iannelli rimane al suolo, la caduta coinvolge altri 2 ciclisti

Giovanni Iannelli, muore il 07 Ottobre 2019, nonostante gli interventi subiti, il ricovero in terapia intensiva, muore per le gravi lesioni riportate, all’Ospedale di Alessandria, alle ore 10:30.

Come si evince dagli atti della sentenza, l’art. 12.4.014, sotto la rubrica “Mancanza di sicurezza” :

“Ogni organizzatore risponde dell’ordine e della sicurezza sul percorso della corsa e nei suoi accessi immediati”.

“Risponde di ogni incidente ed è passibile di misure disciplinari, a meno che possa provare che le misure relative alla organizzazione concretamente messe in opera corrispondevano alle norme di sicurezza applicabili in materia e che, tenuto conto delle circostanze concrete, erano sufficienti sui piani qualitativo e quantitativo”, norma che ricalca pressoché pedissequamente quanto previsto dall’art. 2050 c.c”.

La relazione del tecnico di parte

Nello specifico, secondo quanto si legge nella relazione del tecnico di parte proprio la conformazione di Via Roma, costituente tratto finale di arrivo della gara, con il suo andamento a “S” non regolare e la presenza di una curva a sinistra posta a meno di 150 metri dalla linea di arrivo, avrebbe ingenerato la fluttuazione e lo schiacciamento del gruppo a sinistra e il conseguente contatto di Iannelli, tra i più esterni, contro la muratura del cancello del civico 45, causandone la caduta mortale.

SPIGOLI VIVI E TAGLIENTI NEL PERCORSO DI GARA

Sempre secondo il tecnico di parte, gli organizzatori avrebbero dovuto apprestare misure di protezione del passo carrabile del civico 45 proprio perché collocato all’ingresso di una curva a sinistra posta a cavallo degli ultimi 150 metri dalla linea di arrivo, tale da amplificarne la pericolosità, perché idonea a indurre la fluttuazione dinamica del gruppo in volata sulla sinistra della carreggiata, per tagliare la curva, e provocare derive verso i margini, ossia verso gli spigoli vivi delle colonne del portale carrabile.

A.S.D. G.S. BASSA VALLE SCRIVIA AMMETTE: “LE TRANSENNE PUR EFFETTIVAMENTE APPOSTE PER UN NUMERO DI METRI INFERIORE AL DETTATO REGOLAMENTO DI CUI ALL’ART. 84 R.T.T.A.

COME SE FOSSE ACQUA FRESCA MA QUI E’ MORTO UN RAGAZZO…

IL CTU SOTTOLINEA GLI ACCERTAMENTI DEI CARABINIERI

Il CTU ha finanche sottolineato come dagli accertamenti condotti dai Carabinieri intervenuti in seguito all’incidente e menzionati dal CT del P.M. nella Relazione dallo stesso resa in sede di indagini penali risulti che il giorno dell’incidente lo striscione del traguardo era visibile a 133,45 dalla linea di arrivo, e ha spiegato come in realtà tale distanza – se si considera la piena visibilità dall’intera sezione stradale e non solo dal centro dell’asse viario, o addirittura dalla destra della carreggiata – risulti addirittura inferiore, e sia pari, nella specie, a soli 110 metri

Conclude infatti il CTU rilevando che “Il percorso di gara, nel tratto dell’arrivo, si presentava rettilineo per soli circa 110 metri, in quanto il tratto precedente si collocava in curva e si presentava a visibilità preclusa.”

Ciò significa che il tratto finale di arrivo della gara ciclistica in questione, come dedotto dalla famiglia Iannelli, non risultava conforme al dettato regolamentare dell’art. 84 R.T.T.A. – “l’arrivo deve avvenire su di un rettilineo di almeno 150 metri” – in quanto presentava una (seppur leggera) semicurva a sinistra entro i 150 metri dalla linea del traguardo e che ostruiva la vista del traguardo sino a 110 metri dalla linea di arrivo.

Il Tribunale di Alessandria dispone : la condanna in primo grado del Presidente FCI E.F., e del presidente di A.s.d. G.S. Bassa Valle Scrivia per l’incidente occorso a Giovanni Iannelli, stante l’accertata pericolosità del tratto finale di arrivo della competizione e dello specifico punto in cui si verificò l’impatto mortale.

“Sebbene la società organizzatrice abbia tenacemente tentato di convincere il Giudice dell’irrilevanza di tale aspetto ai fini civilistici, trattandosi a suo dire di violazione avente soltanto carattere tecnico-sportivo – la società avrebbe dovuto premurarsi di dimostrare l’effettiva completezza della richiesta di approvazione, lasciando a chi scrive ogni valutazione in merito alla rilevanza giuridica della questione”.

“Al contrario, nella documentazione versata in atti dall’A.s.d. Bassa Valle Scrivia come “richiesta di approvazione gara” non è dato rinvenire alcuno dei documenti che avrebbero dovuto essere allegati alla richiesta di approvazione, e in particolare, come si è detto, alcun tipo di documentazione attestante le valutazioni assunte in punto sicurezza del percorso e in relazione alle caratteristiche dell’ultimo chilometro (doc. 11 parte convenuta dal presidente FCI E.F.)”.

Sempre secondo la sentenza : “Evidenza, quest’ultima, che rende chiaro come la società organizzatrice abbia totalmente omesso qualsivoglia valutazione della sicurezza, non solo del tratto finale di arrivo, ma di tutto il percorso di gara, a discapito della sicurezza e dell’incolumità dei corridori”.

Ne risponde in solido con l’A.s.d. G.S. Bassa Valle Scrivia, ex art. 38 c.c., anche il suo Presidente e legale rappresentante dell’epoca.

“Le gravi carenze organizzative a carico della società organizzatrice” … ed intanto Giovanni Iannelli è morto

Il TRIBUNALE DI ALESSANDRIA, SEZIONE CIVILE :

  1. Accerta e dichiara la responsabilità nella determinazione dell’evento lesivo che cagionò la morte di Giovanni Iannelli, per i motivi, i titoli e le causali di cui in parte motiva, della Federazione Ciclistica Italiana, in persona del suo Presidente e legale rappresentante pro tempore, dell’A.s.d. G.S. Bassa Valle Scrivia, in persona del suo Presidente e legale rappresentante pro tempore, nonché dei signori E.F. di e D. M.;

GIUSTIZIA PER GIOVANNI IANNELLI, CI UNIAMO ALLA FAMIGLIA, ED ATTENDIAMO CHE LA MAGISTRATURA FACCIA IL SUO CORSO.

E CHE LO SPORT NON DIVENTI MAI PIU’ MORTE.

 

Carlo Iannelli ricostruisce la storia della morte del figlio Giovanni

Iannelli
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