Beniamino Zuncheddu: il più grande errore giudiziario della storia italiana

Beniamino Zuncheddu è un pastore sardo che sconta una condanna all’ergastolo per un triplice omicidio avvenuto nel 1991 a Sinnai, in Sardegna.

Zuncheddu si è sempre proclamato innocente, ma la sua condanna è stata confermata in tutti i gradi di giudizio.

Le circostanze del caso

Il 20 luglio 1991, tre pastori, Giovanni Antonio Caddeo, Antonio Caddeo e Antonio Casula, furono uccisi a colpi di arma da fuoco in un casolare di Cuili is Coccus, a Sinna.

Sul luogo del delitto furono rinvenuti tre fucili, un coltello e una macchina fotografica.

Le prove a carico di Zuncheddu

L’accusa ha sostenuto che Zuncheddu fosse l’autore del triplice omicidio sulla base delle seguenti prove:

• La presenza di una sua impronta digitale sul coltello.

• La testimonianza di un pastore che ha affermato di aver visto Zuncheddu allontanarsi dal casolare la mattina del 20 luglio.

• La confessione di un altro pastore, Salvatore Casula, che ha affermato di aver aiutato Zuncheddu a compiere gli omicidi.

Le prove a favore di Zuncheddu

La difesa di Zuncheddu ha sostenuto che le prove a suo carico erano inconsistenti e che l’uomo era innocente.

• L’impronta digitale su coltello era stata trovata su una parte del coltello che non era stata utilizzata per uccidere le vittime.

• La testimonianza del pastore che ha visto Zuncheddu allontanarsi dal casolare è stata ritenuta poco attendibile.

• La confessione di Salvatore Casula è stata ritrattata dall’uomo stesso.

La revisione del processo

Nel 2023, la Corte d’Appello di Roma ha disposto la revisione del processo per Beniamino Zuncheddu.

La corte ha accolto la richiesta di revisione avanzata dalla procura di Cagliari, che ha ritenuto che le prove a carico di Zuncheddu fossero insufficienti.

La sentenza della Corte d’Appello

Il 2 agosto 2023, la Corte d’Appello di Roma ha assolto Beniamino Zuncheddu con formula piena.

La corte ha ritenuto che le prove a carico di Zuncheddu non fossero sufficienti a dimostrare la sua colpevolezza.

La fine di un incubo

L’assoluzione di Beniamino Zuncheddu è la fine di un incubo durato 32 anni.

L’uomo è finalmente libero di riabbracciare la sua famiglia e la sua comunità.

Conclusione

Il caso di Beniamino Zuncheddu è uno dei più gravi errori giudiziari della storia italiana.
L’uomo ha trascorso 32 anni in carcere per un crimine che non ha commesso.

La sua assoluzione è una vittoria per la giustizia e un monito per le istituzioni affinché si impegnino a evitare errori simili in futuro.

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