Carabinieri attivissimi per il contrasto alla droga

Carabinieri all’erta per il vai sulle strade provinciali che uniscono gli abitati di Sesto Calende, Vergiate e Casale Litta.

I Carabinieri della Stazione di Sesto Calende, in collaborazione con quelli della Stazione di Vergiate,

sono riusciti ad accertare l’esistenza di una fiorente attività di spaccio gestita da un gruppo di cittadini stranieri, tutti di origine marocchina. 

Mnitoraggio delle strade, vivendo il bosco proprio come coloro che lo sfruttano per le attività illecite

I Carabinieri  hanno individuati i punti ove i pusher davano appuntamento alla fitta rete di acquirenti.

Clienti che contattavano anche tramite l’applicativo “WhatsApp”:

veri e propri annunci pubblicitari, assicurando un servizio 24/24 ore e, sovente, anche a domicilio. 

Individuati i punti di spaccio, si è passati quindi al monitoraggio delle cessioni (oltre 2000 quelle accertate) ed all’identificazione degli acquirenti, attività che ha corroborato l’ipotesi investigativa. 

Operazione svolta col  coordinamento del dott. Ciro Vittorio Caramore, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio

i Carabinieri della Compagnia di Gallarate ed in particolar modo quelli della Stazione di Sesto Calende hanno monitorato l’attività del gruppo.

Il gruppo  operava tra diversi boschi sparsi tra Sesto Calende, Vergiate e Casale Litta

E che, come qualsiasi attività imprenditoriale, si contendeva il territorio con i concorrenti. 

Il fiorente giro era gestito da otto persone, che avevano compiti ben definiti. 
Tra loro spicca il ruolo di due fratelli, dimoranti in provincia di Monza e Brianza

I fratelli che, oltre a garantire i necessari rifornimenti di droga ed a ritirare gli incassi, si occupavano di accompagnare i pusher sul luogo di lavoro

e di andare a riprenderli a cadenze regolari, per accompagnarli in alberghi del milanese, ove veniva loro garantita una giornata di riposo (e pulizia).

E dopo settimane passate a spacciare all’addiaccio. 

Nel bosco, gli spacciatori – tutti clandestini e senza fissa dimora – si muovevano con sicurezza tra un bivacco e l’altro.

Erano  attrezzati di tende o coperte e con al seguito il kit per pusher provetto:

bilancino, materiale per il confezionamento ed una batteria (di auto o camion) per garantire la ricarica dei telefoni cellulari, indispensabili per mantenere i contatti con acquirenti e fornitori.

Col passare del tempo, i Carabinieri hanno anche individuato i “ferri del mestiere”
Ferri gli spacciatori portavano al seguito per garantirsi la sicurezza contro le incursioni delle batterie rivali.

Ed è proprio la disponibilità di armi da fuoco e la concreta possibilità che gli indagati potessero usarle per far valere le loro ragioni su quelle degli avversari.

Particolari che hanno indotto il P.M. titolare delle indagini ad emettere un decreto di fermo di indiziato di delitto

Fermo  che i Carabinieri hanno eseguito tra il 29 ed il 30 aprile, con un’attività che ha consentito di decapitare il gruppo criminale.  

Nelle prime ore del mattino, dopo aver cinturato tutta l’area ove i pusher avevano stabilito il nuovo bivacco.

50 Carabinieri della Compagnia di Gallarate hanno fatto irruzione nel bosco.
Irruzione cogliendo nel sonno quattro spacciatori, tre dei quali hanno tentato una disperata fuga tra rovi e boscaglia.

Uno di loro, invece, armato di un fucile a pompa calibro 12, carico e col colpo in canna, ha tentato la reazione venendo subito neutralizzato con l’utilizzo del Teaser.

Nel bivacco occupato dai 4 arrestati sono state recuperate 18 munizioni per il fucile, rubato a dicembre dell’anno scorso a Menaggio (CO)

e perfettamente funzionante, un coltello di grandi dimensioni, oltre 2.500 € in contanti e un quantitativo considerevole di droga pronta allo spaccio, tra cocaina, eroina e hashish. 

L’attività per individuare gli altri destinatari della misura è proseguita senza sosta fino al giorno successivo.

Il 30 aprile, proprio in occasione dell’anniversario in cui si celebra la carica dei Carabinieri a Pastrengo (1848)

i militari della Stazione di Sesto Calende e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gallarate hanno individuato gli altri quattro indagati

I quattro che si trovavano tra Villa Cortese (Mi), Milano e Varano Borghi (Va).

Due di essi avevano trovato ospitalità a casa di un assuntore, che in cambio di droga forniva loro cibo ed un letto comodo in cui passare la notte prima di riprendere a spacciare tra i boschi. 

I 5 fermati sono già tutti comparsi davanti al G.I.P. del Tribunale Busto Arsizio, che ha convalidato il fermo ed ha disposto la custodia in carcere.  

Un ulteriore capitolo della vicenda si è chiuso il 2 maggio scorso, quando i Carabinieri hanno individuato altri due destinatari del decreto di fermo a Sesto Calende e ad Imola (BO).


Gli arrestati, per i quali si sono aperte le porte del carcere di Busto Arsizio e Bologna, sono in attesa dell’interrogatorio di convalidata del G.I.P. 

L’attività condotta, oltre ad aver completamente smantellato una piazza di spaccio, nel suo complesso ha portato all’arresto di 15 persone

Ed al sequestro di circa 1 kg tra cocaina, eroina e hashish, oltre alla somma di € 7.500 in contanti.

Rilevante anche il numero degli assuntori identificati, oltre 150, che sono stati segnalati alla Prefettura

Scatteranno le sanzioni amministrative previste dalla legge sugli stupefacenti, che prevede la sospensione della patente di guida o il ritiro del passaporto o della carta d’identità.

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