Cina. Géraldine Monti, infermiera da oltre 30 anni in Francia, dà l’allarme su quanto sta avvenendo

Il 1° novembre, è stato organizzato da Doctors Against Forced Organ Harvesting (DAFOH) e dall’Academy of Forensic Nursing, l’evento per discutere del tema.

La dichiarazione ufficiale dei medici

A partire da marzo 2006, tre testimoni indipendenti hanno pubblicamente affermato

in alcuni ospedali in Cina prelevano organi dai  praticanti del Falun Gong imprigionati senza ottenere il loro previo consenso.

 I  testimoni ha inoltre affermato che le vittime riluttanti erano state incarcerate in strutture che assomigliano a centri di detenzione o campi di concentramento.

Un’altra fonte ha confermato l’accaduto:

Il sito web del Tianjin Oriental Organ Transplantation Center

che ha documentato l’aumento dei trapianti di fegato in un grafico  che potrebbe servire da esempio per l’espansione della medicina dei trapianti.

Non esiste la possibilità di chiedere se una persona voglia donare gli organi:

i potenziali donatori di organi vengono incarcerati, formando una sorta di “serbatoio” di donatori di organi viventi.

Altro allarme incredibile: il rapporto investigativo “Bloody Harvest”

in Cina tra il 2000 e il 2005 i praticanti del Falun Gong, disciplina buddista, sarebbero state le vittime degli espianti di organi obbligatori.

I comunisti di allora perseguitavano i seguaci del Falun, in quanto religione:

Il Falun Gong era una religione, basata su una narrazione gnostica (simile a quella prevalente in molti nuovi movimenti religiosi occidentali)

Un’odio e una repressione che i cinesi hanno cercato di imporre anche in Olanda e Danimarca.

Da noi è inimmaginabile una tale pratica:

“Ci sono paesi virtuosi che hanno fatto buone leggi contro il traffico di organi, come la Spagna, Israele e l’Australia

ma bisogna creare una buona cultura della donazione- suggerisce Matas- perché la domanda è sempre troppo alta (solo in Italia ci sono 14mila persone in attesa di un organo).

Che manchino organi è comprensibile, ma non che si trovino a tutti i costi, anche senza consenso.

chi è interessato all’argomento segua Bitter Winter:

Bitter Winter è stato lanciato a maggio 2018 come periodico online sulla libertà religiosa e sui diritti umani in Cina

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