23 Novembre 2024 00:29
Donna arrestata. Bergamo, 3 novembre 2023 – Una donna di 27 anni è stata arrestata con l’accusa di aver soffocato e ucciso i suoi due figli, di 4 e 2 mesi.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Bergamo e condotte dai carabinieri, hanno portato a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna.
La donna avrebbe agito per “reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini”.
In entrambi i casi la donna era sola in casa al momento delle morti dei due piccoli.
La donna non soffrirebbe di alcun tipo di problema psichico.
I primi sospetti sono sorti dopo la morte del secondo figlio, a distanza di un anno dalla prima tragedia.
L’autopsia sul corpo del bambino ha rivelato che la morte era stata causata da un’asfissia meccanica acuta da compressione del torace.
Le dichiarazioni discordanti della donna e l’assenza di segni evidenti di violenza sul corpo della prima figlia.
Segni che hanno portato gli inquirenti a ritenere che anche in quel caso la donna avesse agito volontariamente.
Infanticidio: motivi, cause e conseguenze
L’infanticidio è il delitto di uccidere un neonato, solitamente entro i primi 30 giorni di vita. È un reato grave, punito dalla legge con la reclusione da 21 a 30 anni.
Motivi
I motivi che possono portare un genitore ad uccidere il proprio figlio sono molteplici e complessi. Tra i più comuni si possono annoverare:
- Motivi psichiatrici: in alcuni casi l’infanticidio è commesso da persone con problemi di salute mentale, come la depressione post-partum o la psicosi.
- Motivi economici: in altri casi l’infanticidio è commesso da persone che non sono in grado di provvedere alle necessità del bambino, come per esempio madri single che vivono in condizioni di povertà.
- Motivi sociali: in alcuni casi l’infanticidio è commesso da persone che vivono in contesti sociali difficili, come per esempio in zone di guerra o in situazioni di conflitto familiare.
Cause
Le cause dell’infanticidio sono spesso complesse e multifattoriali. Tra i fattori che possono contribuire a questo reato si possono annoverare:
- La mancanza di supporto sociale: le madri che non hanno un adeguato supporto sociale sono più a rischio di commettere infanticidio.
- La mancanza di accesso ai servizi di salute mentale: le donne con problemi di salute mentale che non hanno accesso ai servizi di salute mentale sono più a rischio di commettere infanticidio.
- La violenza domestica: le donne che subiscono violenza domestica sono più a rischio di commettere infanticidio.
Conseguenze
L’infanticidio è un reato grave, che ha conseguenze devastanti per le famiglie e per la società.
Per le famiglie, l’infanticidio può portare a un profondo senso di lutto e di perdita. I genitori che hanno ucciso il proprio figlio possono inoltre sperimentare sentimenti di colpa e di vergogna.
Per la società, l’infanticidio è un problema sociale che richiede interventi di prevenzione e di contrasto.
Cosa si rischia
In Italia, l’infanticidio è un reato punito dalla legge con la reclusione da 21 a 30 anni.
La pena è aggravata se l’infanticidio è commesso da una persona che ha abusato del minore, da una persona che è stata precedentemente condannata per un delitto contro la vita, o da una persona che ha agito per motivi abietti o futili.
Prevenzione
Esistono diverse misure che possono essere adottate per prevenire l’infanticidio, tra cui:
- Il sostegno alle madri durante la gravidanza e dopo il parto: le madri che ricevono un adeguato sostegno sociale e psicologico sono meno a rischio di commettere infanticidio.
- La promozione della salute mentale: la prevenzione dei problemi di salute mentale può contribuire a ridurre il rischio di infanticidio.
- La lotta alla violenza domestica: la prevenzione della violenza domestica può contribuire a ridurre il rischio di infanticidio.
È importante ricordare che l’infanticidio è un reato grave, ma che è anche un reato che può essere prevenuto.