Ecuador, lo stato d’emergenza non basta: il Paese è ostaggio delle narco-gang

(Varese, 10 gennaio 2024) – Lo stato d’emergenza proclamato dal presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso il 31 dicembre 2022 non ha finora sortito gli effetti sperati. Il Paese è ancora ostaggio delle narco-gang, che controllano vaste aree del territorio e minacciano la sicurezza dei cittadini.

Negli ultimi mesi, le violenze delle gang sono aumentate in modo esponenziale. A febbraio, una sparatoria tra bande rivali a Guayaquil ha causato la morte di 20 persone. A marzo, un gruppo di narcotrafficanti ha preso in ostaggio un autobus con 47 passeggeri, che sono stati rilasciati dopo un giorno di trattative.

La situazione è particolarmente grave nelle zone rurali, dove le gang controllano le piantagioni di coca e i traffici illeciti. I contadini che rifiutano di collaborare con le gang vengono spesso minacciati o uccisi.

Il governo di Lasso ha annunciato una serie di misure per contrastare la criminalità organizzata, tra cui l’aumento della presenza delle forze dell’ordine nelle zone più colpite e l’adozione di leggi più severe contro il narcotraffico. Tuttavia, queste misure non sembrano essere sufficienti per fermare le gang, che sono sempre più potenti e organizzate.

L’Ecuador è un Paese strategico per il narcotraffico, in quanto si trova al confine con Colombia e Perù, due dei principali produttori di cocaina al mondo. Le gang controllano le rotte che collegano questi Paesi con gli Stati Uniti e l’Europa.

La situazione di insicurezza in Ecuador sta avendo un impatto negativo sull’economia e sulla società del Paese. Gli investimenti stranieri sono diminuiti e il turismo è in calo. Inoltre, le violenze stanno alimentando la povertà e la disuguaglianza.

Se il governo non riuscirà a riportare l’ordine nel Paese, l’Ecuador rischia di diventare un narco-Stato.

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