Esequie vittime del rogo Casa dei Coniugi

Esequie vittime del rogo Casa dei Coniugi

In un Duomo di Milano gremito di gente, si sono celebrate ieri mattina 21 luglio le Esequie delle sei persone decedute a causa dell’incendio avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso.

I nomi delle vittime sono:

Laura Blasek, Paola Castoldi, Mikhail Duci, Anna Garzia, Loredana Labate e Nadia Rossi.

A presiedere il rito è stato l’Arcivescovo di Milano, Sua Ecc.za Mons. Mario Enrico Delpini.

Nella sua semplice omelia ha sottolineato: “Questa celebrazione, nella sua austera solennità, non è una specie di patetico gesto di risarcimento per una disgrazia troppo incomprensibile.

Purtroppo è l’incontro drammatico tra la pietà commossa e l’impotenza insuperabile della città e la Parola che parla con una autorità troppo più alta e indiscutibile di ogni parola umana.”

Un momento della Celebrazione

Il testo integrale dell’omelia.

Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me (Gv 17,24)

1. Non è vero.
No, non è vero. Tu non sei un niente che si perde nel nulla.
No, non è vero. Tu non sei una solitudine desolata che è destinata a svanire senza che alcuno ne
senta la mancanza. Anche se non hai nessuno della famiglia, anche se nessuno verrà alla tua tomba
per deporre un fiore, tu non sei solo.
No, non è vero. Tu non sei una storia che nessuno ascolta, anche se il tuo racconto è talvolta un po’
confuso e tra i tuoi ricordi fatichi a ripescare un nome.

No, non è vero. Tu non sei solo il fascicolo di una pratica che a un certo punto finisce in archivio,
una patologia da associare a un medicinale, un posto letto occupato.
No, non è vero che l’unica parola che abbiamo da dire sulla tua città e sulla tua vita è che sia una
storia di desolata solitudine.

2. Testimoniamo qualche cosa come una comunità
Noi siamo qui a testimoniare che anche chi non ha nessuno, se non si ostina in un isolamento
risentito, sperimenta una trama di rapporti, una sollecitudine che ho visto abituale nel personale
dell’RSA.

Anche chi – come si dice – non ha nessuno, riconosce il sorriso di chi lo accudisce ogni
giorno, del compagno della camera vicina con il quale chi sa come è cresciuta una intesa, quasi una
amicizia.

Anche chi – come si dice – non ha nessuno, aspetta la messa della domenica e l’incontro festoso e
un po’ confusionario che diventa il popolo di cui si rallegra Dio.

3. “Voglio che siano con me”Ma quando irrompe il fumo che soffoca, quando irrompe il fuoco che distrugge, quando viene tempo di angoscia come non è stato mai, chi si ricorda delle carezze e del sorriso? Delle abitudini rassicuranti e delle feste per i compleanni?

Quando viene il tempo dell’angoscia insopportabile che cosa sarà di me? che cosa sarà di te? Che
cosa è capitato quella notte?

Il pensiero umano si smarrisce, la casa e la vita è devastata, le istituzioni sono impotenti.
Allora, dice il profeta, in quel tempo sorgerà Michele, … in quel tempo sarà salvato il tuo popolo,
chiunque si troverà scritto nel libro (Dn 12,1).

Allora, smentite tutte le promesse umane, allora contraddetto ogni desiderio umano di essere felici,
allora in quella notte, per Laura, Paola, Mikhail, Anna, Loredana, Nadia, allora, nel momento tragico e
disperato, il Signore Gesù con le ferite gloriose della sua passione, pronuncerà il nome di Laura,
Paola, Mikhail, Anna, Loredana, Nadia e dirà: “Padre, io voglio che Laura, Paola, Mikhail, Anna,
Loredana, Nadia siano con me, dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai
dato”.

Questa celebrazione, nella sua austera solennità, non è una specie di patetico gesto di risarcimento
per una disgrazia troppo incomprensibile. Piuttosto è l’incontro drammatico tra la pietà commossa e
l’impotenza insuperabile della città e la Parola che parla con una autorità troppo più alta e
indiscutibile di ogni parola umana.

La pietà e l’impotenza quando entrano in chiesa possono farsi domanda, farsi preghiera: “Signore, dove sei? Signore dov’eri? Signore, che cosa vuoi?

E la Parola dell’Uomo dei dolori, dell’Uomo delle ferite risponde: “Ecco dov’ero: ero là a morire
con loro, ero là per essere unito a loro nella somiglianza della loro morte. Ecco dov’ero: sono
Crocifisso.

Ecco che cosa voglio, ecco qual è la volontà di Dio: questo io voglio.

Padre, io voglio
che Laura, Paola, Mikhail, Anna, Loredana, Nadia siano con me, dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato”.

Foto e Omelia Fonte: www.chiesadimilano.it

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