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Indebita percezione. 186 persone denunciate per indebita percezione del reddito di cittadinanza in provincia di Teramo

I Carabinieri della provincia di Teramo hanno deferito alla Procura della Repubblica di Teramo 186 persone:

i denunciati sono ritenuti presunti responsabili di indebita percezione del reddito di cittadinanza.

L’attività investigativa è coordinata a livello provinciale dal Reparto Operativo e condotta dalle singole stazioni Carabinieri in collaborazione con i Carabinieri del N.I.L. di Teramo.

Emersi riscontri incrociati con gli uffici delle anagrafi comunali, l’INPS e il controllo del territorio.

Attività che hanno portato alla luce false dichiarazioni tali da potergli far ottenere il “reddito di cittadinanza” anche se non avevano i requisiti richiesti dalla Legge.

Le più comuni dichiarazioni mendaci riguardavano:
  • per quanto concerne gli stranieri, che sono 147 su 186, la falsa attestazione sul requisito di aver risieduto in Italia da almeno 10 anni.

Nel caso dei denuncianti tale requisito non era soddisfatto.

inoltre in taluni casi lo straniero a cui era stato bloccato il beneficio per l’assenza del requisito della permanenza in Italia

E ha reiterato la domanda invertendo il nome con il cognome e dichiarando nuovamente e falsamente di trovarsi in Italia da oltre 10 anni;

per ciò che riguarda gli Italiani le false dichiarazioni attenevano al mancato possesso dei requisiti economici:

dichiaravano falsamente una situazione economica che rientrava nei requisiti per l’erogazione del reddito.

Gli accertamenti svolti dai Carabinieri emergeva che i denunciati risultavano avere una situazione economica “sopra soglia” che non gli avrebbe permesso di accedere al beneficio.

In taluni casi sono stati omessi di dichiarare accantonamenti bancari, polizze vita con l’opzione di accumulo di denaro da liquidare a scadenza della polizza.

Complessivamente il danno prodotto alla Stato dalle non dovute elargizioni ammonta a euro 1.098.032. A seguito degli accertamenti operati l’INPS ha immediatamente sospeso l’elargizione del beneficio.

Le persone denunciate rischiano una pena detentiva da due a sei anni e una multa da 2.000 a 10.000 euro

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