Milano, sparatoria allo stadio, vittime: Andrea Beretta e Antonio Bellocco

Milano. Sparatoria mortale nel Milanese (Cernusco sul Naviglio) : tra le vittime un leader della Curva Nord dell’Inter e un esponente della ‘ndrangheta

Cernusco sul Naviglio, una tranquilla cittadina alle porte di Milano, è stata teatro di un violento scontro a fuoco che ha lasciato dietro di sé una scia di sangue e morte.

Il drammatico episodio si è verificato nella mattinata del 4 settembre 2024, quando due uomini sono stati coinvolti in una sparatoria:

Andrea Beretta, 49 anni, storico leader della Curva Nord dell’Inter, e Antonio Bellocco, 36 anni, un nome pesante nel mondo della ‘ndrangheta.

Il contesto della sparatoria

Milano

Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, la dinamica dell’evento è ancora poco chiara e sotto il vaglio delle forze dell’ordine.

Sul posto sono intervenuti prontamente automediche, ambulanze e le forze dell’ordine, trovando una scena già segnata dalla violenza. Beretta è stato rinvenuto senza vita, con evidenti lesioni da taglio, mentre Bellocco, ferito da un colpo di arma da fuoco all’arto inferiore, è stato trasportato in codice giallo all’ospedale San Raffaele di Milano.

Andrea Beretta: un leader storico della Curva Nord,

Milano

Andrea Beretta non era un nome qualsiasi per gli ultras dell’Inter. Figura di spicco della Curva Nord, era considerato il braccio destro di Vittorio Boiocchi, vecchio capo ultrà, freddato nell’ottobre del 2022.

La Curva Nord dell’Inter, nota per la sua organizzazione e il suo seguito, è da sempre un ambiente complesso, in cui il tifo si intreccia con dinamiche che spesso vanno oltre il semplice amore per il calcio. Beretta, come altri leader del movimento ultras, aveva saputo costruirsi un ruolo di primo piano, divenendo un punto di riferimento per molti tifosi.

Antonio Bellocco: un nome pesante nella ‘ndrangheta

Antonio Bellocco, l’altro protagonista della tragica vicenda, appartiene a una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta calabrese. Originario di Rosarno, Bellocco è un esponente di una cosca da tempo radicata nel nord Italia, con forti legami nella criminalità organizzata locale. Già condannato per reati legati alla mafia, Bellocco era considerato un erede di questa potente dinastia criminale, capace di estendere la propria influenza anche sugli spalti della Curva Nord dell’Inter, a San Siro.

La storia della famiglia Bellocco a Milano

La famiglia Bellocco è una delle più note nel panorama della ‘ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più potenti e pericolose al mondo. Le radici di questa cosca affondano a Rosarno, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, dove la ‘ndrangheta ha costruito un impero fatto di traffico di droga, estorsioni, e infiltrazioni in vari settori dell’economia legale.

Nel corso degli anni, i Bellocco hanno saputo espandere la loro influenza ben oltre i confini calabresi, approdando al nord Italia, in particolare in Lombardia, dove hanno trovato terreno fertile per i loro traffici illeciti. Qui, la famiglia ha saputo integrarsi nel tessuto sociale ed economico locale, infiltrandosi in settori strategici come l’edilizia, il commercio e persino nel mondo del tifo organizzato, come dimostra il legame con la Curva Nord dell’Inter.

L’ascesa della ‘ndrangheta al Nord, Milano

L’infiltrazione della ‘ndrangheta al nord Italia non è un fenomeno nuovo, ma negli ultimi decenni ha assunto dimensioni preoccupanti. L’organizzazione criminale ha saputo adattarsi alle diverse realtà territoriali, mantenendo la sua struttura gerarchica e il suo modus operandi, ma aprendosi a nuovi mercati e nuove opportunità di affari. In questo contesto, la Lombardia è diventata una delle regioni chiave per la ‘ndrangheta, grazie alla sua ricchezza economica e alla presenza di grandi città come Milano.

Le cosche calabresi, tra cui i Bellocco, hanno saputo sfruttare le occasioni offerte dal territorio, creando una rete di contatti e alleanze che hanno permesso loro di radicarsi nel tessuto economico e sociale del nord. L’ascesa della ‘ndrangheta in queste aree è stata favorita anche dalla capacità dell’organizzazione di insinuarsi in ambienti insospettabili, come quello del tifo organizzato, dove ha trovato una nuova forma di potere e controllo.

L’intreccio tra tifo organizzato e criminalità a Milano

Il legame tra il tifo organizzato e la criminalità è un tema complesso e delicato. Negli ultimi anni, diverse inchieste hanno rivelato come alcune frange ultras siano state infiltrate da esponenti della criminalità organizzata, che hanno visto nelle curve degli stadi un nuovo terreno di conquista. La presenza di figure come Antonio Bellocco tra gli ultras dell’Inter ne è un esempio.

Le curve, infatti, rappresentano un microcosmo dove si mescolano passioni genuine per il calcio e interessi economici e criminali. Il controllo delle curve permette alla criminalità di esercitare un potere non solo sul tifo, ma anche su attività illecite legate al mondo del calcio, come il bagarinaggio, il traffico di droga e le estorsioni. In questo contesto, figure come Andrea Beretta diventano intermediari tra il mondo ultras e la criminalità, svolgendo un ruolo cruciale nel mantenere l’ordine e il controllo all’interno delle curve.

Le indagini in corso a Milano

Le autorità stanno ora cercando di fare luce sulla dinamica della sparatoria e sulle motivazioni che hanno portato a questo tragico epilogo. Le prime ipotesi degli inquirenti suggeriscono che il conflitto possa essere legato a questioni di potere e controllo all’interno della curva, o a tensioni tra diverse fazioni criminali. La presenza di due figure di spicco come Beretta e Bellocco lascia supporre che dietro l’episodio possa celarsi un intreccio complesso di interessi e rivalità.

Un caso che scuote il Milanese

L’episodio ha destato grande scalpore non solo a Cernusco sul Naviglio, ma in tutta l’area metropolitana di Milano. La sparatoria, infatti, mette in evidenza una volta di più come la criminalità organizzata continui a esercitare la sua influenza anche in territori apparentemente lontani dalle sue tradizionali roccaforti. Il coinvolgimento di esponenti del tifo organizzato in dinamiche criminali è un segnale preoccupante, che richiede un’attenta riflessione da parte delle istituzioni e della società civile.

Conclusioni

La sparatoria di Cernusco sul Naviglio rappresenta un episodio tragico che mette in luce le complesse dinamiche che legano il mondo del tifo organizzato alla criminalità organizzata a Milano.

La morte di Andrea Beretta e il ferimento di Antonio Bellocco sono l’ennesima dimostrazione di come la violenza e gli interessi criminali possano infiltrarsi in ambiti che dovrebbero essere dedicati allo sport e alla passione. Le indagini proseguiranno per fare chiarezza su quanto accaduto, ma nel frattempo, l’episodio rimane un monito sulla necessità di combattere con determinazione l’infiltrazione della criminalità organizzata nella società.

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