7 Ottobre 2024 09:06
Ndrangheta, nei bunker con lo Squadrone Carabinieri eliportato “Cacciatori Calabria”
Un anno fa lo Squadrone Cacciatori Calabria compiva 30 anni. Servizio di Maurizio Bonanno Riprese e Montaggio il Cristallo.
Intervista Ivan D’Errico comandante Squadrone Eliportato CC Cacciatori “Calabria” Andrea PATERNA, Comandante della Legione Carabinieri “Calabria.
Valerio Staffelli alla scoperta dei Carabinieri dello Squadrone eliportato Cacciatori Puglia
In Calabria a Polsi
L’azione dei “baschi rossi” si sposta a Polsi, santuario della ‘ndrangheta, dove vengono officiate le distribuzioni delle cariche all’interno delle cosche.
La docuserie “Lo squadrone:
dispacci dalla guerra di ‘ndrangheta” è incentrata sui Cacciatori di Calabria dei Carabinieri che combattono l’organizzazione criminale nel tentativo di catturare i latitanti che si nascondono in Aspromonte
Le storie, la vita privata e le motivazioni dei Baschi Rossi, cioè gli uomini dello Squadrone Eliportato
Carabinieri Cacciatori di Calabria istituito presso l’Aeroporto Militare di Vibo Valentia, che dal 1991
combattono un’incredibile guerra contro la ‘ndrangheta.
Dove si nascondono i latitanti in Aspromonte:
Usano grotte, cavità naturali, anfratti coperti di arbusti e per stanarli c’è un corpo speciale dell’Arma
lo Squadrone Carabinieri eliportato “Cacciatori Calabria”.
Un’azione concreta e risolutiva, che ha indotto i latitanti ad abbandonare le grotte per rifugiarsi in luoghi piu’ confortevoli:
cunicoli e bunker in casa.
il capitano Ivan D’Errico, comandante dei Cacciatori, un reparto speciale nato il primo luglio del 1991 con sede a Vibo Valentia. (AGI):
“La Calabria ha una morfologia molto particolare e i latitanti hanno sempre sfruttato la conoscenza del loro territorio caratterizzato da zone montuose non facilmente raggiungibili”.
Come vivono i latitanti calabresi?
“In Calabria – racconta il comandante D’Errico – lo sfarzo e il lusso in contesti di questo tipo non esistono.
I rifugi sono quasi sempre spogli e ridotti all’essenziale. Sono destinati a ospitare uno o più latitanti per periodi determinati di tempo.
Una volta scoperti e smantellati da noi, vengono abbandonati. Hanno tutti accessi molto complicati.
Una persona ‘normale’ difficilmente concepirebbe l’idea di andare a vivere lì. Ma chi vuole essere irreperibile ragiona in altra maniera”.
Badano piu’ alla loro “sicurezza” che al tenore di vita, coloro che scelgono di darsi alla macchia, occultati alla vista di tanti.
Cosa hanno trovato i Carabinieri all’interno dei bunker:
Il latitante calabrese nei suoi rifugi ha sempre le stesse cose: una televisione o una radio per essere aggiornato, a volte libri e giornali per leggere, illuminazione ridotta all’osso.
Abbiamo trovato armi, qualche volta soldi, ovviamente viveri di conforto. E, caratteristica comune a quasi tutti i covi, immagini e simboli sacri, santini, crocifissi, la Bibbia“.
Criminali ma soprattutto uomini di fede”.
Come si combini la fede con le loro azioni poco “cattoliche”, è uno dei tanti misteri.. serve ad alimentare la loro immagine con un alone mistico.
Attualmente l’articolazione operativa dell‘Arma comprende:
- lo Squadrone Carabinieri eliportato “Cacciatori Calabria” istituito il 1° luglio 1991 con sede a Vibo Valentia, inserito nella struttura ordinativa del Comando Regione Calabria;
- lo Squadrone Carabinieri eliportato “Cacciatori Sardegna” istituito il 1° settembre 1993, con sede in Abbasanta (OR).
Lo standard per entrare in questi corpi è alto, si parla d’interventi tipicamente militare, che prevede l’attuazione di tecniche di controguerriglia proprie dei reparti speciali.
Preparazione fisica, psicologica e con grande impiego della tecnologia disponibile: i loro interventi? Infiltrazioni” diurne e notturne improvvise, rapide.
Nessun timore e grande capacità operativa con l’attuazione di tecniche di controguerriglia proprie dei reparti speciali.
Si vede Platì dall’alto, ricerca di Pelle Francesco
Dentro i bunker segreti della malavita (la7), il cuniculo finisce vicino alla fiumara di Platì, quasi 200 metri.