Terrorismo. La Mano del Terrore 

Qatar nell’occhio del ciclone per un possibile attacco terroristico, approfittando dell’attenzione dei media per i Mondiali.

La pericolosità di certi gruppi terroristici è nota da tempo, in modo particolare gli integralisti islamici.

Gruppi che tra l’altro, oltre a fare del male agli occidentali, mettono in cattiva luce la loro stessa religione.

Il Qatar è considerato da molti un paese controverso:

è noto, infatti, come questo abbia finanziato, anche in Italia, centri islamici e organizzazioni religiose legate alla Fratellanza musulmana.

La loro azione è nota in Europa, ed è stata presentata pure un’interrogazione parlamentare

Alla luce di quanto precede, può l’Alto rappresentante rispondere ai seguenti quesiti:

  • 1.Conviene sul fatto che i centri islamici in Italia finanziati dal Qatar possano condurre alla radicalizzazione?
  • 2.Può dettagliare il legame tra il Qatar e alcuni gruppi terroristici?
  • 3.In caso affermativo, intende l’Alto rappresentante valutare la possibilità di imporre al Qatar misure restrittive al fine di limitare l’intervento finanziario in Europa?
Lanciano minacce anche all’Italia e annunciano nuovi attacchi anti-occidentali, gli integralisti islamici.

Lo Stato Islamico ha esordito subito esortando, su canali social pro-califfato, i propri seguaci ad attaccare il Paese del Golfo durante la manifestazione sportiva, con operazioni che potrebbero ricalcare il modus operandi seguito dalla maggior parte delle operazioni dello Stato islamico degli ultimi anni:

attentati ispirati online ma materialmente eseguiti da individui anche senza connessioni personali con i leader e i quadri dell’organizzazione che fu di Abu Bakr al-Baghdadi.

Anche al-Qaeda non ha fatto attendere proprie dichiarazioni, di carattere più vago e meno diretto, ricalcando la strategia più paziente, e di basso profilo, del gruppo. 

La propaganda di al-Qaeda si è scagliata contro il Paese organizzatore per aver accolto Paesi considerati dall’organizzazione come nemici della religione islamica e per aver portato corruzione nella penisola che fu del profeta Maometto.

Eppure, il Qatar è considerato da molte agenzie di intelligence occidentali come uno dei principali finanziatori statali del terrorismo internazionale.

Istituti bancari ed enti di beneficenza islamici del Paese sono ritenuti collegati a diversi gruppi terroristici affiliati di al-Qaeda come al-Shabaab e al-Qaeda nella Penisola Arabica

oltre a diversi gruppi islamisti coinvolti nella guerra civile siriana (tra cui anche l’ex Fronte al-Nusra, che nacque come branca siriana proprio di al-Qaeda).

Altresì è utile ricordare che il piccolo Paese arabo consente il rifugio a diverse personalità legate al terrorismo

 E tra cui alcuni sanzionati dalle Nazioni Unite e inseguiti da mandato d’arresto internazionale dell’Interpol.

Due sono gli  esponenti di spicco di Hamas come Khaled Meshaal e Esmail Aniyeh attenzionati

Terroristi che  continuano a propugnare lo scontro armato contro Israele, sono domiciliati nella capitale qatarina.

Hamas e il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, anch’esso con legami con l’establishment del Qatar, hanno in questi giorni elogiato gli attentati avvenuti lo scorso mercoledì a Gerusalemme, che hanno portato alla morte di due civili.

Ciò ha poi causato critiche anche per la decisione del governo del Qatar di ospitare il predicatore islamico indiano Zakir Naik durante la manifestazione sportiva.

Naik è noto per i suoi sermoni televisivi, considerati da alcuni Paesi (fra cui anche il Regno Unito, dove sono vietati) di vero incitamento all’azione. 

Le autorità antiterrorismo indiane hanno legato il nome di Naik anche all’attentato di Dhaka del 2016:

 un gruppo di terroristi affiliati allo Stato Islamico uccise ventiquattro civili nella capitale del Bangladesh, fra cui anche nove italiani.

Mentre anche singoli individui con residenza in Qatar sono sospettati di aver svolto un’attività di finanziamento, sia per lo schieramento qaedista sia per lo Stato islamico.

Altre forme di finanziamento derivano anche dal pagamento dei riscatti dai rapimenti organizzati da gruppi legati al terrorismo jihadista. 

Il Qatar è infatti un importante broker, capace di usare la propria influenza per ottenere la liberazione di ostaggi, anche se a costo di milioni di dollari, che in passato sono finiti nelle casse di gruppi legati ai principali schieramenti della galassia jihadista, come già accennato in precedenti informative, proprio a firma del sottoscritto.

In un comunicato diffuso attraverso un sito filo-islamico su Internet, la “ala militare” del sedicente Esercito di “Jund al-Sham”, gruppo radicale finora sconosciuto, avverte “i sostenitori del demonio:

l’America, la Gran Bretagna e l’Italia, e tutti coloro che hanno profanato le terre dell’Islam”, e li avverte di “essere pronti alla grande sorpresa” giacchè, è l’ulteriore monito, “l’operazione in Qatar” sarà “l’inizio”. 

Come già per la nota di rivendicazione, che era contrassegnata sinistramente dalla dicitura “numero uno” e in cui si preannunciava un successivo e più circostanziato messaggio:

l’autenticità del comunicato minatorio odierno non ha finora potuto trovare conferme o riscontri indipendenti, al momento, ma fonti d’intelligence sostengono la veridicità

Teniamo alta l’allerta sul tema del terrorismo islamico, invitando il governo Italiano, a non abbassare la guardia, reclutando anche ulteriori esperti sul tema, se necessario, probabilmente siamo su di una bomba ad orologeria.

EP
Information Warfare, Security and Defense
International Risk & S.E.
Terrorism Expert
Intelligence Analyst

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