All’esito dell’udienza di oggi in Tribunale a Nola, il giudice dott. Martino Aurigemma ha condannato a quattro anni di reclusione Antonio Rosario D’Avino. L’uomo aveva causato lo scorso 22 aprile il tragico incidente costato la vita all’incolpevole operatore ecologico Gennaro De Falco, 64 anni, di Somma Vesuviana.

D’Avino ha scelto il giudizio abbreviato, usufruendo dello sconto di un terzo della pena, ma l’entità della condanna non gli consentirà il beneficio della sospensione condizionale.

E’ pressoché scontato che il suo difensore, in alternativa al carcere, richieda l’affidamento ai servizi sociali.

Al quarantenne è stata altresì comminata la sanzione accessoria della sospensione della patente per quattro anni.

Il giudice inoltre ha stabilito una provvisionale per il risarcimento delle parti offese che andrà poi definito in sede civile.

Tra queste il fratello della vittima, Andrea, che, attraverso il consulente dott. Vincenzo Carotenuto, per essere assistito si è affidato a Studio 3A-Valore S.p.A..

Processo De Falco: condanna a quattro anni per l'automobilista
Il luogo dell’incidente

L’incidente è successo il 26 aprile 2022 nella stessa Somma Vesuviana. Alle 4.30 De Falco si trovava alla guida di un autocompattatore Renault Maxity per la raccolta dei rifiuti dell’azienda “Igiene Urbana Evolution Srl”, per la quale lavorava. Procedeva su via Santa Maria del Pozzo, una strada comunale. Giunto a cinquanta metri dal civico 109, dovendo imboccare una piccola traversa sulla sinistra, il sessantaquattrenne ha rallentato fino a raggiungere una velocità di 20 chilometri all’ora e ha iniziato la manovra di svolta.

E’ allora che dalle sue spalle è sopraggiunta la Mercedes Classe A dell’imputato, che non solo viaggiava “a una velocità compresa tra i 118 e i 128 Km/h, a fronte di un limite di 50”, scrive il Ctu nella sua perizia cinematica. Così, nell’intento di superare l’autocompattatore, ha invaso la corsia opposta. L’impatto tra i due veicoli è stato tremendo. La Mercedes, dopo aver travolto violentemente il mezzo di controparte, è finita contro un cancello in ferro di una proprietà, ma la peggio l’ha avuta l’autocompattatore, che si è ribaltato. Il conducente, purtroppo, è rimasto schiacciato ed è deceduto sul colpo per le gravissime lesioni cranico-toraciche riportate.

Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata a ripagare la loro immensa e ingiusta perdita, ma almeno ora la condanna rende almeno un po’ di giustizia alla famiglia.

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