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Cronaca

Reggio Calabria: “uno bianca collegata a ‘ndrangheta stragista”

Debora SaittaBy Debora Saitta25 Maggio 20235 Mins Read
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Uno bianca
Uno bianca

Procura di Reggio Calabria possibili collegamenti tra la banda della “Uno Bianca e ‘ndrangheta stragista”

25 Maggio 2023, risalgono agli anni ’80 i terribili omicidi perpetrati dalla banda della “Uno Bianca”, 58 le persone arrestate nell’ambito di quell’inchiesta, poi risultate innocenti, a seguito di diversi processi, ma rimangono ancora oggi molti misteri.

Tanti i depistaggi costruiti ad-hoc dai fratelli Savi, grazie all’aiuto di quella parte di Stato deviato : “complice, che dava loro manforte”.

“Ci sono delle responsabilità annidate nei Carabinieri, in questa vicenda, compresi gli episodi in cui i Carabinieri sono assassinati: quelli di Castel Maggiore e il Pilastro“.

L’ex brigadiere Domenico Macauda, accusato di concorso nell’omicidio dei  militari dell’Arma Cataldo Stasi e Umberto Erriu

Nell’aprile del 1988 l’ex brigadiere Domenico Macauda, venne accusato di concorso nell’omicidio dei militari dell’Arma : Cataldo Stasi e Umberto Erriu, questo però du definita : “solo la punta dell’iceberg“.

Alessandro Gamberini, avvocato dei familiari delle vittime della banda della Uno Bianca. ha parlato di un esposto, ieri durante la conferenza stampa, tenutasi in Sala Borsa, a Bologna.

Si è parlato di un possibile movente legato alle indiscrezioni sull’Arma, emerse nell’ambito dell’Operazione Gladio, e un possibile tentativo per riacquistare credibilità, in seguito ai fatti trapelati.

Alla conferenza stampa hanno partecipato diversi addetti ai lavori, e i familiari delle vittime, che sembrerebbero condividere solo in parte, l’iniziativa del legale.

250 cartelle inoltrate alla Procura nazionale antiterrorismo, a quella di Bologna e di Reggio Calabria.

L’esposto comprende 250 cartelle, inoltrato oggi, alla Procura nazionale antiterrorismo, ed alle Procure di Bologna e Reggio Calabria.

Processo a “Ndrangheta stragista“

SI attendono i possibili sviluppi giudiziari, che questo esposto innescherà, sperando di conoscere gli eventuali riscontri, in merito alle eventuali nuove indagini.

L’Avvocato Alessandro Gamberini : “fu terrorismo”

“Che la banda della Uno Bianca, composta da sei poliziotti almeno, fosse una banda di terroristi è talmente evidente che desta raccapriccio: i suoi delitti, infatti, vennero commessi puramente per produrre panico”.

“E non attiravano altri componenti grazie al denaro, non c’era una cooptazione di componenti di questo tipo. In tutta l’ultima fase della vicenda non c’è traccia di un guadagno significativo che giustificasse le rapine”.

“Il guadagno che c’è stato avrebbe potuto ottenerlo un qualsiasi poliziotto facendo degli straordinari“.

Si è ricominciato a parlare di terrorismo e del caso della “Uno Bianca” 3 mesi fa, dopo le dichiarazioni spontanee di uno dei membri : Roberto Savi

Nel 2022 Roberto Savi, dichiarò di aver partecipato ad alcuni attentati di estrema destra, avvenuti a Rimini.

Tra le affermazioni il Savi, parla anche di piccoli ordigni.

Secondo l’Avvocato Gamberini, il suo lavoro portato avanti da anni, in collaborazione con alcuni familiari delle vittime, nel ripercorrere le carte giudiziarie, potrebbe consentire di unire tali episodi, a determinati accadimenti storici che scossero l’Italia : “al punto da renderli indizi univoci“.

La ricostruzione

Gamberini – “è stata un’azione eversiva, sulla base di rapporti che i componenti della banda avevano con entità che si legano alla strategia della tensione nel nostro paese”.

“Su questo legame non si è mai indagato, anche questo rappresenta un capitolo nero della magistratura bolognese”.

“Ci sono delle responsabilità annidate nei Carabinieri, in questa vicenda, compresi gli episodi in cui i Carabinieri sono assassinati: Castel Maggiore e il Pilastro“.

Si ipotizza l’esistenza di una parte oscura dentro l’Arma dei Carabinieri

“Nel quadro completo della storia, si delineano elementi che portano a pensare che dentro all’Arma ci fosse una faccia oscura”.

“Qualcosa che rendeva complice una parte dei Carabinieri stessi di questi delitti, di questi depistaggi e delle coperture di questi avvenimenti“.

“Il fulcro di questo è Macauda, all’epoca brigadiere del Nucleo operativo dei Carabinieri, il cui ruolo non è stato “mai giustificato e mai spiegato”.

“Se si guarda alla sua vicenda, anche con semplice buonsenso senza abilità giudiziarie particolari, si capisce che ci si trova di fronte non a qualcuno che calunnia sui responsabili di alcuni delitti, ma un protagonista di primo piano di tutta la vicenda“.

In definitiva, secondo il legale, si delineerebbe un possibile complice della banda, o addirittura qualcosa di più.

Continua l’avvocato Gamberini : “un esposto molto significativo: dopo che la Procura ha aperto un fascicolo alla luce della testimonianza di Simonetta Bersani“, (accusatrice dei fratelli Santagata, arrestati il 4 Gennaio 1991, per la strage dei Carabinieri del Pilastro, e poi in seguito assolti, grazie alla confessione dei Savi).

Aggiunge Gamberini, in merito alle dichiarazioni della pentita’ Annamaria Fontana, che hanno portato alla condanna all’ergastolo nei confronti del gruppo cosiddetto della “Banda delle Coop”, composto da alcuni pregiudicati catanesi, invece che assicurare alla giustizia la banda della “Uno Bianca” guidata dai Savi, tasselli che secondo il legale, fanno parte di un unico disegno criminoso e terroristico.

I pareri discordanti dei familiari delle vittime

Come si evince dalle dichiarazioni dell’Avvocato Alessandro Gamberini, e di alcuni familiari delle vittime : secondo alcuni la banda della “Uno Bianca” era un’organizzazione eversiva, che vantava dei complici facenti parte ahimè dell’Arma dei Carabinieri deviati, una  tesi che non è condivisa da tutti i familiari delle vittime però.

La lunga esposizione fatta dall’Avvocato Gamberini, ha sorpreso anche la presidente dell’associazione, Rosanna Zecchi, e non solo lei.

10 persone tra i familiari di Zecchi precisa :

“Noi familiari sappiamo che nella storia della Uno Bianca c’è qualcosa che non torna, è proprio per questo che abbiamo lanciato la digitalizzazione degli atti insieme con la Regione”.

“Ma noi siamo le vittime, i magistrati sono altri”.

“La maggior parte di noi non ha condiviso l’esposto perché non ne è stata tenuta al corrente, non ci è mai stato dato. Solo ultimamente è stato consegnato a me e al vicepresidente dell’associazione dei familiari delle vittime“. (fonte StrettoWeb)

https://archivio.ilquotidianoditalia.it/vittime-uno-bianca

bologna Reggio Calabria
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