Salvatore Giuliano, i dubbi e la controinformazione del nipote

Salvatore Giuliano, dubbi sul luogo della morte e anche sulla strage di Portella della Ginestra.

Il nipote Giuseppe Sciortino ci apre fuori orario la casa in cui viveva la famiglia di Salvatore Giuliano, il caso sui ci siamo soffermati anche in precedenza con un’intervista telefonica.

Oggi la visita a Montelepre, visita alla casa-museo di un personaggio su ancora vige il segreto di Stato; non un caso unico, visto che l’Italia è piena di misteri.

E su ogni mistero, storie pesanti e irrisolte, dalle stragi al caso Ustica, solo per citarne alcuni, anche il caso di Giuliano.

Le fonti ufficiali/storiche addossano la responsabilità della strage di Portella della Ginestra, così raccontata da wikipedia:

La CGIL proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”[11].

Salvatore Giuliano, i dubbi senza risposte precise

Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare a Portella della Ginestra e a compiere gli attentati contro le sedi comuniste erano stati gli uomini del bandito separatista Salvatore Giuliano, ex colonnello dell’E.V.I.S. Il rapporto dei carabinieri sulla strage faceva chiaramente riferimento a “elementi reazionari in combutta con i mafiosi“.

Strana versione con diversi punti che non tornano: il luogo della morte, armi e bome a mano usate nella strage e che non erano in dotazione agli uomini di Giuliano che non era comunista.

Nell’ombra si intravedono i “servizi americani”, interessi politici per evitare che la sinistra andasse al Governo, la tesi piu’ probabile esternata dal nipote di Giuliano, Giuseppe Sciortino.

Sciortino ho molto da raccontare, tanto da aver scritto diversi libri sullo zio, che mirava ad un’azione politica, l’indipendenza della Sicilia.

Interessi politici alla base dell’uccisione di Giuliano, altrimenti se è sicuramente lui il colpevole perchè non si toglie il segreto di Stato?

L’appello di Macaluso ripreso dall’Ansa nel gennaio di quest’anno

Le parole di Macaluso (dirigente sindacale della CGIL. Iniziò la sua carriera politica nel 1951 come deputato regionale siciliano del Partito Comunista Italiano. Parlamentare nazionale per sette legislature (1963-1992), fu anche direttore de l’Unità dal 1982 al 1986 e ultimo direttore de Il Riformista dal 2011 al 2012. Quando il PCI si sciolse, aderì al PDS e poi ai DS.) hanno un valore e un peso non indifferente.

Macaluso ha fatto affermazioni chiare.

D’altra parte la giustizia viene richiesta “Si deve sapere – aveva detto – quale prezzo sia costata la lotta per la libertà e per la dignità di un popolo promosse in Sicilia dal movimento contadino e dalla sinistra”.

Netto era stato anche il richiamo alle “verità scomode”, specie sulla strage di Portella, che chiamano in causa responsabilità internazionali e trame dei servizi.


    Il giorno dopo Macaluso era andato a Portella della Ginestra: “Sono voluto tornare qui – aveva detto – perché qui ho vissuto i momenti più importanti della mia formazione politica, sociale e umana”. 

Altre voci:

I veri mandanti della Strage non furono mai individuati e ancora :

l’accerchiamento della folla e l’uso di armi non convenzionali e da guerra dimostrano che fu una vera e propria azione militare studiata nei minimi particolari che andava aldilà delle capacità di Giuliano e i suoi.

In particolare, l’uso delle granate (omesso nel rapporto dei marescialli dei carabinieri Calandra, Lo Bianco e Santucci) permise di disperdere la folla, consentendo ai commandos di operare con maggiore facilità contro i capi della manifestazione:

se, infatti, tutte quelle armi da guerra fossero state destinate solo alla folla, il bilancio finale delle vittime sarebbe stato maggiore.

Altri dubbi istituzionali

Dubbi anche dell’Ispettorato, atti parlamentari in cui si fa riferimento ai “confidentI” e alle testimonianze di giovani del paese che dal documento che non segue non hanno comunque fatto il nome di Giuliano.

Sul punto degli interrogatori Sciortin parla di torture agli interrogati; comunque questa è la parte fondamentale del documento da chiunque scaricabile:

Nella sostanza una delle tante pagine oscure della Repubblica (1947) e con intrecci e interessi perversi di possibili e probabili interessi politico-mafiosi e presenze straniere che spingevano per imporre le loro tesi.

L’Italia prima o poi dovrà decidersi a porre fine ai misteri o no?

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