Sedici arresti per droga a Trento
Sedici arresti per droga a Trento, durante l’operazione “Acqua Verde” i Carabinieri hanno preso 13 nigeriani, due italiane e un albanese.

Sedici arresti per droga a Trento, durante l’operazione “Acqua Verde” i Carabinieri hanno preso 13 nigeriani, due italiane e un albanese.

Operazione “Acqua Verde”

I Carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo tridentino hanno cominciato alle prime ore dell’alba.

Tra le province di Trento, Bolzano, Roma, Mantova, Verona, Vicenza e Treviso hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Trento.

I militari hanno arrestato 16 persone tra cui  13 nigeriane, due italiane e uno albanese.

Gli arrestati sono responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

I militari hanno effettuato 45 perquisizioni e hanno coinvolto anche i Reparti di Piacenza e Lecce.

Sedici arresti per droga a Trento – le indagini

Le indagini effettuate nel 2019/2020, dai Carabinieri di Trento hanno consentito lo smantellamento di una rete di spaccio che agiva intorno alla Stazione ferroviaria.

I carabinieri hanno assicurato alla giustizia i responsabili di un vero e proprio “centro nazionale di smistamento”. 

Un gruppo di Italiani con base a Roma e con la complicità di un’organizzazione criminale nigeriana spediva sostanze stupefacenti in giro per l’Italia. 

Le loro mete preferite erano nel Nord-Est, compresi Trento, Bolzano e Trieste, dove venivano recapitate ogni giorno diverse decine di chilogrammi di marijuana.

Le strade della droga

La droga arrivava in Italia dall’Albania attraverso il Canale d’Otranto.

Dal “centro nazionale di smistamento” la merce veniva spedita verso Trento con corrieri nigeriani che viaggiavano anche a bordo di treni ad alta velocità.

I corrieri portavano la droga avvolta in più strati di cellophane, impregnati di mentolo.

Gli investigatori, seguendo i movimenti dei corrieri, hanno accertato che la droga spacciata nel trentino percorreva strade diverse, ma partiva sempre dal gruppo romano.

La banda era organizzato per garantire la protezione agli affiliati, sia sul piano dell’assistenza legale, sia per la difesa fisica dagli altri gruppi criminali concorrenti.

L’attività complessiva del gruppo si era sviluppata anche a Lecce, Mantova, Piacenza, Treviso, Verona e Vicenza.

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