21 Novembre 2024 23:03
La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un sequestro nel foggiano nei confronti di un noto imprenditore di Cerignola
sequestro nel foggiano
Il Tribunale di Bari ha ordinato un sequestro nel foggiano nei confronti di un imprenditore di Cerignola, operante nel settore del commercio dell’olio di oliva.
L’imprenditore può essere annoverato tra i principali trafficanti di olio di oliva adulterato sia a livello nazionale che nell’export.
L’uomo aveva già subito diverse misure di prevenzione personali sulla base delle condanne subite a partire dalla fine degli anni ’80.
Le indagini della DIA hanno evidenziato l’ampia sproporzione tra la capacità reddituale dell’imprenditore e del proprio nucleo familiare e i redditi dichiarati.
Il sequestro ha riguardato una società operante nel settore dell’imbottigliamento dell’olio di oliva e di semi ed il suo complesso immobiliare composto dall’opificio e dal terreno.
Inoltre i militari hanno sequestrato anche tre autoveicoli, tre appartamenti e diversi rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato in oltre 1,5 milioni di euro.
Per la decisione sulla definitiva confisca dei beni, il provvedimento dovrà, ora, essere sottoposto al confronto con la difesa dell’imprenditore.
le frodi alimentari
Secondo i rapporti UE di controllo sulle frodi alimentari, l’olio di oliva rientra fra le merci più colpite da questo fenomeno, anche se altri cibi lo sono maggiormente.
Le frodi alimentari riguardano le carni, i vini e soprattutto i prodotti ittici, che in assoluto sono i più frodati.
In Italia, però, il tema dell’olio contraffatto è particolarmente sentito.
Noi siamo i primi al mondo per consumo pro capite di olio d’oliva e il suo settore ha un valore economico molto rilevante.
L’olio extravergine di oliva è il primo della lista nel nostro paese quando si parla di frodi.
La relativa facilità con cui lo si può modificare e la difficoltà nell’individuazione delle manipolazioni, lo rendono assai vulnerabile in questo senso.
le adulterazioni più frequenti
Le adulterazioni più frequenti riguardano la miscelazione con altri oli vegetali meno pregiati, come gli oli di semi raffinati, soprattutto di girasole.
Ancora peggio è la miscelazione con l’olio di sansa (residuo di lavorazione delle olive) deodorato e deacidificato.
In altri casi la adulterazione è costituita dalla sostituzione con oli vegetali o con olio di oliva di categoria merceologica inferiore.
Generalmente gli adulteranti vendono semplicemente l’olio vergine per extravergine.
Negli ultimi anni la frode era costituita dalla miscelazione con oli di costo più basso, provenienti da Paesi extraeuropei come Tunisia o Marocco.