Soldi e sesso, ragazza ricattata a Cremona

Soldi e sesso, guardia giurata di 53 anni per aver preteso, secondo l’accusa, soldi e sesso da una ragazza di 29

 Come è avvenuto il ricatto?

La ragazza di 29 anni, stava cercando di rubare una piastra per i capelli al centro commerciale CremonaPo.

Come è finita a Cremona?

Con l’arresto dell’uomo, guardia girata  arrestata

I reati commessi i Carabinieri hanno denunciato l’uomo per:

 per estorsione, tentata violenza sessuale e violenza privata, dopo un appuntamento-trappola

La ragazza è stata notata mentre rubava la piastra ed è stata portata in una stanza.

Vistasi scoperta la donna disperata ha chiesto di essere lasciata andare e di pagare la somma della piastra, 50 euro, avrebbe detto:

«Pago subito, sto cercando lavoro, se vengo denunciata non lo trovo più».

La guardia aveva altro in mente, ha trattenuto una copia dei documenti e il numero del cellulare.

Cosa aveva in mente la guardia?

«Ho tre mesi di tempo per denunciarti, ma stai tranquilla che la risolviamo in altro modo».

L’uomo ha chiesto 150 euro alla donna, arrivando al punto da chiederle di registrare che lei voleva fare sesso con lui.

Alla fine la donna, ricattata, si è rivolta ai Carabinieri che hanno organizzato la trappola.

Nel momento del successivo appuntamento erano pronti a intervenire.

E così è stato:

la donna era in macchina con la guardia che pretendeva un rapporto sessuale e cinquanta euro.

La donna, scesa dalla macchina, ha consentito l’intervento dei carabinieri, con l’arresto.

Carcere per l’aggressore su disposizione del Andrea Figoni, il gip Pierpaolo Beluzzi

fonte Il Corriere

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In questi casi non bisogna pensarci troppo, denunciare è l’unica vera arma che hanno le donne, di solito sono loro la parte lesa.

Una forma di ricatto sessuale è quella della minaccia di pubblicazione sui social, delle foto intime, come scrive la Polizia

La sextortion  o ricatto sessuale è un fenomeno in espansione ove le vittime sono per la maggioranza adolescenti e persone sole.

Consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a meno che questa non consegni la somma di denaro richiesta dall’estorsore.

In un’era digitale come la nostra, le informazioni potrebbero includere frammenti di messaggi di testo sessuali (sexts), foto private e anche video.

I malviventi generalmente chiedono denaro anche se a volte cercano materiale ancor più compromettente (inviaci altro o rendiamo tutto pubblico).

Si ricorda che qualsiasi cosa venga condivisa online può essere resa pubblica e chattare con sconosciuti amplifica i rischi.

 

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