Strage di Bologna, tolto il segreto di stato

Strage di Bologna avvenuta il sabato 2 agosto 1980

Nell’attentato rimasero uccise 85 persone ed oltre 200 rimasero ferite.

L’ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere e causò il crollo dell’ala ovest dell’edificio.

La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta “Compound B”, potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina a uso civile).

L’onda d’urto investì un treno,  Ancona-Chiasso, e arrivò al parcheggio dei tassisti.

La strage provocò grande indignazione e l’arrivo di tantissimi cittadini comuni per prestare i soccorsi.

l’arrivo del Presidente alle 17,30

Il presidente Sandro Pertini:  «Non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia».

L’Associazione Vittime della strage

Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 si costituì il 1º giugno 1981 allo scopo di «ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta”

Il segreto di stato

La direttiva del 22 aprile 2014 dispose che  tutti i fascicoli relativi a questa strage non sono più coperti dal segreto di Stato in Italia e sono perciò liberamente consultabili da tutti[28)

All’inizio si parlò dell’esplosione di una vecchia caldaia, anche se il magistrato Libero Mancuso, parlò subito di depistaggio.

Si evidenziarono subito piste strane e particolari:

Rivendicazioni prima da parte dei NAR con una telefonata risultata partita da una sede fiorentina del SISMI, poi dalle Brigate Rosse.

Uno dei mille depistaggi, ne parlò un generale

4 depistaggi sulla strage di Bologna, raccontati dal generale Pasquale Notarnicola, il quale ha operato al Sismi tra il ’78 e l’83

Notarnicola accusa personaggi di spicco:

sono i capi del servizio diretto da Giuseppe Santovito, dal generale Pietro Musumeci e da Francesco Pazienza, agente Sismi a contratto. Tutti affiliati alla P2 di Licio Gelli.

Servizi deviati che rispondevano a ” precise direttive interne e internazionali” (servizio di Report)

La Corte d’assise di Roma accertò che «la fonte non esisteva e le informazioni erano false, costruite nell’ufficio di Musumeci e Belmonte, con la connivenza di Santovito»[

Colpi di scena, inchieste che approdano a conclusioni parziali e piste dei Servizi deviati, tirando in ballo Gheddafi:

Il 29 luglio 1985 Pietro Musumeci è stato condannato a 9 anni di carcere per associazione a delinquere, Francesco Pazienza a 8 anni e 6 mesi per lo stesso reato (l’accusa di violazione del segreto di Stato fu coperta da amnistia).

Anni di indagini sull’estrema destra, e poi …

Il 15 marzo 1991 Francesco Cossiga, al tempo della sua presidenza della Repubblica, affermò di essersi sbagliato a definire «fascista» la strage alla stazione di Bologna.

Interessi internazionali, prima citati e poi smentiti:

L’Associazione ha sempre respinto le piste estere, sia quelle di estrema sinistra e arabe sia quelle che coinvolgono i servizi segreti dei Paesi NATO.

Nel 2017 la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sui mandanti, in quanto non esisterebbero evidenze che legano gli esponenti della P2 Licio Gelli, Umberto Ortolani (entrambi deceduti) e suo figlio Mario, né l’organizzazione Gladio, alla pianificazione o finanziamento della strage.

Nel 2020,  l’11 febbraio 2020 la stessa procura generale di Bologna ha indicato Federico Umberto D’Amato come uno dei 4 mandanti, organizzatori o finanziatori della strage alla stazione di Bologna del 1980 insieme a Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi[3]. (wikipedia).

Di nuovo cosa c’è? Qualche spiraglio ma non tutto, sia chiaro

È stata depositata la prima relazione del Comitato consultivo sulle attività di archiviazione, presieduto da Roberto Chieppa, segretario generale della Presidenza del Consiglio, dei documenti su numerose stragi definite di Stato.

Troppi omissis

l Comitato sottolinea “talune criticità nella generale operazione di desecretazione” perché  “nel recente passato le amministrazioni hanno avuto talora scarso controllo della propria documentazione, soprattutto di quella non più in uso, e tale circostanza ha causato in alcuni casi dispersioni o perdita di fonti rilevanti per la ricerca storica”. Ancora troppi gli “omissis”.

Ma dietro Gladio c’erano gli americani

Galdio era nato contro una possibile invasione nell’Europa occidentale da parte dell’Unione Sovietica e dei Paesi aderenti al Patto di Varsavia.

Gladio fu riconosciuta dal Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990, che parlò di una «struttura di informazione, risposta e salvaguardia»

Come dire siamo dominati e spiati da Occidente e Oriente, tutto normale?

Chi ha avuto i morti li piange e non avrà mail giustizia.

 

 

 

 

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