Varese la città più cara della Lombardia, seguita da Milano e Lodi.

E’ quanto emerge dall’analisi dell’Unione nazionale consumatori sui dati Istat dell’inflazione di tutta Italia che ha stilato la classifica completa di tutte le città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita.

Non solo, quindi, delle città capoluoghi di regione o dei comuni con più di 150mila abitanti.

In testa alla graduatoria c’è Genova dove l’inflazione tendenziale più alta d’Italia, pari a +8,2%, si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 1787 euro per una famiglia media.

Medaglia d’argento per Varese, +6,5% su luglio 2022, e un incremento di spesa pari a 1714 euro a famiglia.

Sul gradino più basso del podio Milano che, pur avendo un’inflazione poco più alta di quella media italiana, +6,3%, ha una spesa supplementare pari a 1710 euro annui per una famiglia tipo.

Fuori dalla Lombardia, al quarto posto c’è Grosseto, che con la terza inflazione annua più elevata d’italia, +7,5%, e una stangata per le famiglie pari a 1691 euro

 Poi un’altra lombarda, Lodi (+6,5%, +1650 euro),  mentre le altre città sono fuori dalla top ten, che comprende  Perugia (+6,9%, +1585 euro), al settimo posto Siena con 1578 euro (al quinto posto per inflazione con +7%), poi Bologna (+6,3%, +1572 euro).

Chiudono la top ten Alessandria (+6,9%, +1533 euro), ex aequo con Lucca (+6,8%, +1533 euro).

Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia in termini di spesa aggiuntiva più bassa è ancora una volta Potenza, con l’inflazione più bassa del paese (+3,5%) e dove in media si spendono “solo” 691 euro in più all’anno.

In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione annua a +7,9%, abbondantemente la più alta d’Italia, la Liguria che registra a famiglia un aggravio medio pari a 1630 euro su base annua.

Segue l’Umbria, dove la crescita dei prezzi del 6,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 1513 euro, terza la Lombardia, dove nonostante l’inflazione sia inferiore a quella nazionale, +5,8%, il rincaro annuo è di 1507 euro.

La regione più risparmiosa è ancora una volta la Basilicata, +3,6%, pari a 697 euro, seguita dal Molise (+5,1%, +934 euro). Medaglia di bronzo per la Calabria (+5,2%, +951 euro).

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