Terrorismo da tenere sotto controllo con tutti gli strumenti tecnologici possibili.

I movimenti terroristici stanno approfittando dell’instabilità per guadagnare terreno

 

Mentre cala l’attenzione sui fenomeni terroristici, continuano a giungere segnali dai Paesi Centro Asiatici fino ai Balcani, passando per il Caucaso, il Medio Oriente e Sahel, ove la cosiddetta Mezzaluna del terrore continua a rappresentare una minaccia tutt’altro che sopita per l’Occidente, e l’attacco a Mosca, di pochi mesi fa’ è stata solo l’ultima dimostrazione di una sfida che il Vecchio Continente non dovrebbe sottovalutare. 

Ricordiamo come nella storia del jihadismo, i movimenti terroristici hanno sempre approfittato degli spazi vuoti creati dai conflitti e dalle tensioni internazionali, come numerosi rapporti dimostrano. 

Quel silenzio apparente al quale si sta assistendo da un paio d’anni in realtà non avrebbe dovuto e non deve lasciarci tranquilli, ma deve spingerci ad aprire una riflessione su quanto sta accadendo in alcune aree del mondo, in particolare in Afghanistan e, di riflesso, nelle repubbliche ex sovietiche dell’Asia Centrale.

Come sappiamo, dopo il ritiro occidentale dall’Afghanistan si è instaurato un governo guidato dai talebani. 

Una componente di questa nuova leadership è ancora legata ad Al Qaeda, che però oggi si è sviluppata secondo un doppio registro: non è più solo una organizzazione terroristica, ma anche una unità politica che cerca di costruire insieme ai talebani un governo radicale islamista in Afghanistan. 

La pericolosità di questa evoluzione è che adesso, accanto alla tradizionale minaccia di suoi attacchi, Al Qaeda riesce a esercitare anche una influenza “diplomatica” sulle zone limitrofe, usando il potere garantito dall’essere al comando di una entità territoriale per radicalizzare anche tutti i Paesi che lo circondano, i cosiddetti Paesi “Stan” (Uzbekistan, Kazakistan, Turkmenistan, Kyrgyzstan e Tajikistan). 

A questa influenza si contrappone l’altra grande organizzazione terroristica presente nel Paese, l’Isis nel Khorasan, che ha instaurato una sorta di competizione con Al Qaeda.

L’idea di Mezzaluna del Terrore è sicuramente un’immagine accattivante dal punto di vista grafico, ma i in realtà risponde a quella linea tracciata da Osama Bin Laden sulla proliferazione dei fronti come metodo per mettere in crisi e in difficoltà il contrasto al jihadismo da parte dell’Occidente. 

Nelle analisi recenti, vengono identificate come aree estremamente preoccupanti regioni estremamente diverse, dalla Siria al Sahel, ai Balcani, tutte accomunate dal fatto che sono spazi nei quali il terrorismo si nutre delle contraddizioni, dei conflitti e di alcune grandi tematiche globali che favoriscono l’appeal del terrorismo.

Questa competizione ha portato la costola di Daesh a contrapporsi, di conseguenza, a tutti quei Paesi che negli ultimi mesi hanno in qualche modo legittimato il nuovo governo afghano. 

Non è un caso che gli ultimi due attentati più importanti degli ultimi tempi siano avvenuti a Mosca e in Iran, in occasione della commemorazione per la morte di Soleimani, così come dall’Uzbekistan e dal Tajikistan venivano molti dei sospetti terroristi arrestati in Europa negli ultimi anni. 

Nell’ultima informativa si cita la presenza di una sorta di Mezzaluna del Terrore, la cui linea è molto chiara e partendo proprio dall’Asia centrale, attraversa il Medio oriente fino all’Africa, allungandosi fino ai Balcani, quei Balcani dove insistono numerosi centri di reclutamento ed addestramento, multiforme.

In questo senso, un’area particolarmente importante, anche per il nostro Paese, è quella del quadrante africano e del Sahel.

Qui si sta realizzando la tempesta perfetta, perché è un luogo dove si concentrano tutti i fattori che da sempre hanno favorito il terrorismo. 

C’è una forte tensione geopolitica e interna, con una difficoltà dei governi nel controllare i propri confini. 

Per questo è importante tenere alta l’ attenzione in questi luoghi, perché significa presidiare i rubinetti della potenziale destabilizzazione del vecchio continente.

Le attività di intelligence dovrebbero iniziare realmente a reclutare più professionisti possibili, perché questa è una guerra mondiale che ha bisogno di professionisti continuamente impegnati e schierati a difesa delle libere istituzioni.

Report Intelligence-Ennio Pietrangeli

Al Qaeda: Storia, ideologia e il ruolo negli attentati dell’11 settembre

Introduzione

Al Qaeda, che significa “la base” in arabo, è un’organizzazione terroristica islamista globale fondata da Osama bin Laden nel 1988. Il gruppo è responsabile di numerosi attentati violenti contro civili e obiettivi governativi in tutto il mondo, tra cui gli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti.

Storia e ideologia

Al Qaeda nasce durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan negli anni ’80. Bin Laden, un ricco magnate saudita, ha creato l’organizzazione per reclutare e addestrare mujahidin, combattenti musulmani, per resistere ai sovietici. Dopo il ritiro sovietico nel 1989, Al Qaeda ha ampliato il suo focus, orientandosi verso un’agenda jihadista globale che mirava ad espellere le influenze occidentali dai paesi musulmani e a rovesciare i governi ritenuti non islamici.

L’ideologia di Al Qaeda si basa su un’interpretazione radicale dell’Islam che sostiene la violenza jihadista come mezzo legittimo per raggiungere i propri obiettivi. Il gruppo crede nella creazione di un califfato globale, uno stato islamico governato dalla legge sharia. Le sue ideologie sono spesso distorte e fuorvianti, e non rappresentano la vera religione islamica.

Attentati dell’11 settembre

Gli attentati dell’11 settembre 2001 rappresentano l’attacco terroristico più mortale della storia. I dirottatori di Al Qaeda hanno preso il controllo di quattro aerei di linea e li hanno schiantati contro le Torri Gemelle del World Trade Center a New York City, il Pentagono a Washington, D.C., e un campo in Pennsylvania. Quasi 3.000 persone sono state uccise negli attacchi.

Gli attentati dell’11 settembre hanno avuto un impatto profondo sul mondo, portando a una “guerra globale al terrorismo” guidata dagli Stati Uniti e a un aumento delle misure di sicurezza a livello globale. Al Qaeda è diventata il simbolo del terrorismo internazionale e bin Laden è stato identificato come il suo capo.

Morte di bin Laden e leadership attuale

Osama bin Laden è stato ucciso da un commando americano nel 2011 in Pakistan. Da allora, il gruppo è stato guidato da Ayman al-Zawahiri. Al Qaeda rimane una minaccia per la sicurezza globale, anche se la sua capacità di lanciare attacchi di grandi dimensioni è stata significativamente ridotta. L’organizzazione ha diramato diverse filiali e gruppi affiliati che operano in diverse regioni del mondo.

Chi c’è dietro

È importante ricordare che dietro alle azioni di Al Qaeda ci sono esseri umani. Molti membri del gruppo sono stati radicalizzati da esperienze di povertà, oppressione e ingiustizia. È fondamentale comprendere le cause profonde del terrorismo per sviluppare soluzioni efficaci per contrastarlo.

Conclusione

Al Qaeda è un’organizzazione terroristica pericolosa che ha causato immense sofferenze in tutto il mondo. È importante comprendere la storia, l’ideologia e le motivazioni del gruppo per contrastarne efficacemente la minaccia. Allo stesso tempo, è necessario ricordare che la stragrande maggioranza dei musulmani non approva la violenza e il terrorismo di Al Qaeda.

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