Il Grande Freddo delle sanzioni

La Commissione Europea sta lavorando all’emanazione del  nono pacchetto di sanzioni alla Russia

Il Grande Freddo delle sanzioni.

che, nelle intenzioni della stessa, dovrebbe isolare sempre più nell’angolo la Federazione Russa.
Allo stato attuale, nell’imminenza di queste nuove restrizioni che saranno imposte dall’Unione Europea alla Russia, la Federazione risulta essere il paese più sanzionato al mondo. Superando di gran lunga stati quali Iran, Corea del Nord, Venezuela. Un record che se pur per alcuni aspetti crea qualche disagio all’immenso territorio euroasiatico, almeno nell’immediato, come dato di fatto non ne scalfisce comunque il suo sistema economico e produttivo. A subire infatti i maggiori effetti di questa situazione da “nuova guerra fredda”, evidenze oggettive alla mano, sono in ambito commerciale le aziende europee mentre in ambito sociale e culturale risultano intaccati i rapporti e le relazioni tra privati cittadini.

E proprio di sanzioni e relazioni tra Italia e Russia si è parlato a Mirandola (Mo) lo scorso 3 dicembre

durante un seminario avente l’obiettivo di fare chiarezza e fornire delucidazioni ad imprenditori, persone aventi connessioni in diversi ambiti con la Russia e semplici cittadini attenti alla situazione odierna che si prospetta grave e duratura nel tempo.
Il simposio, organizzato in collaborazione dall’Associazione culturale Russia – Emilia Romagna e dall’Associazione culturale Veneto – Russia, ha richiamato imprenditori e gente comunque interessata a vario titolo provenienti da differenti zone d’Italia. Segno anche questo che i contraccolpi scaturiti da alcune scelte effettuate a livello politico istituzionale stanno producendo una sempre più evidente coinvolgimento popolare.

Come primo focus della tavola rotonda si è inquadrata la situazione,

di concreta attualità, inerente l’incremento dei costi delle materie prime, dell’energia e di alcuni essenziali prodotti agricoli.
La disamina delle cause e degli effetti è stata approfondita dall’analista del settore energetico ed economico Evgeny Utkin e dal consulente di commercio internazionale ed esperto del mercato dei cereali Stefano Serra. Il modulo del seminario ha sottolineato, con l’ausilio di dati e situazioni fattuali, l’effetto di ulteriore aggravio all’economia europea e, nello specifico della discussione, italiana delle sanzioni in atto. Ciò in aggiunta al già precedente aumento delle materie prima dovuto alla recente pandemia ed alla concomitante politica di transizione ecologica che, seppur opportuna negli scopi, prevede comunque dei costi di attuazione. Argomenti quali grano, gas, bollette energetiche, crisi delle aziende, attualità e visione allargata della crisi in atto sono stati l’oggetto della trattazione.
Ekaterina Snegur, consulente aziendale e partner in Italia dei Centri export ed engineering della Federazione Russa e Natalia Del Credere manager dell’omonimo consulting group operante tra Russia ed Italia, hanno sviluppato il secondo macro punto del seminario. Alla luce della situazione odierna ed in previsione di quella futura sono state analizzate sia dal lato italiano che da quello russo le sanzioni nel loro dettaglio, gli investimenti aziendali, la logistica, le transazioni economiche.

La fuoriuscita forzata dal mercato russo delle grandi aziende transnazionali

non ha comunque precluso la possibilità, legale, alle piccole e medie imprese meno in connubio con politica ed istituzioni di continuare ad operare con la Federazione. Come di ritagliarsi nuovi spazi di mercato.
E’ vero che oramai la tendenza russa, in seguito alle sanzioni ed alla conseguente contorta importazione di alcuni prodotti dall’ estero, è quella di aprire nuove aziende e produrre i prodotti direttamente all’interno del paese arrivando poi ad esportarli in Asia, Africa e nei paesi che non hanno in vigore regole sanzionatorie avverse. Numerosi i nuovi marchi aperti, soprattutto in ambito agricolo, ad esempio nelle regioni più fertili della disputata Crimea o nelle Repubbliche del Caucaso del Nord [L’autore di ciò ne aveva già dato conto in alcuni suoi report di viaggio nelle zone in questioni sin dal 2015. N.D.R. ]. Ma è altrettanto vero che ampi margini di operatività sono ora liberi in attesa di esser occupati magari da imprese italiane. Fette di mercato che inevitabilmente, perseguendo una politica di sanzioni e limitazioni, non torneranno più di esclusività delle aziende del Belpaese. Spazi oramai conquistati da investitori basati in aree dove le sanzioni verso la Russia non vengono applicate.

Dal rischio nasce l’opportunità.

E’ stato questo il filo conduttore della seconda parte del convegno.
Logica prosecuzione delle discussioni precedenti sono state poi le attenzioni date alle relazioni storico-culturali che da secoli amalgamano la Russia e l’Italia e sviscerate dall’antropologo Eliseo Bertolasi.
Una lunga carrellata di legami in materia di architettura, letteratura, musica, cinematografia come anche nel campo della solidarietà e della religione che sin dall’antichità apparentano il nostro paese alla Russia ma che negli ultimi mesi sono altamente minati ed indotti verso una rottura da una russofobia fortemente dilagante.

Governi ed interessi geopolitici non dovrebbero mai entrare nella sfera socio culturale

pregiudicando rapporti e relazioni tra i popoli.
Da questo assioma sono partiti gli interventi finali dei due ospiti appartenenti ad amministrazioni locali, Stefano Bargi Consigliere della Regione Emilia Romagna e Stefano Valdegamberi Consigliere regionale del Veneto.
L’evento, moderato di volta in volta da Pietro Di Febo Vicepresidente dell’Associazione Russia – Emilia Romagna, Palmarino Zoccatelli Presidente dell’Associazione Veneto – Russia e da Stefano Vernole del CeSem (Centro Studi Eurasia Mediterraneo), ha destato grande interesse tra i presenti. Sia tra gli imprenditori accorsi per valutare eventuali nuovi investimenti, sia tra il pubblico non prettamente addetto ai lavori ma intervenuto per comprendere meglio alcuni aspetti del tempo di crisi in cui viviamo che lede in ognuno tramite varie forme la propria quotidianità.

Nonostante le gravi difficoltà che negli ultimi mesi accompagna l’argomento “Russia”,

l’incontro di Mirandola ha posto vari spunti di discussione e valutazione sul tavolo.
Evidenziando anche in questa occasione che dalla guerra delle sanzioni scaturiscono numerosi effetti collaterali. Spesso ben più gravosi della stessa causa scatenante.

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