Tg1, Teo Luzi parla della cattura del boss mafioso Matteo Messina Denaro per comunicare un messaggio di raccorda ed unità delle forze dell’Ordine

Tg1 dopo la cattura:  “Non è stato frutto di un’occasionalità, ma di un’attività intensa portata avanti per anni con un metodo puro, trasparente, fuori dagli schemi di dietrologie.

Un metodo che noi facciamo risalire al generale Dalla Chiesa ed è stato un risultato di squadra e questo ci tengo a dirlo” ha aggiunto il generale Luzi.

“Ovviamente in questa squadra ha avuto un ruolo determinante la Procura della Repubblica di Palermo, che ha diretto le indagini.

Ma ha partecipato anche la Polizia di Stato, soprattutto nelle settimane, nei mesi e negli anni precedenti

facendo terra bruciata insieme ai Carabinieri, arrestando i fiancheggiatori e sequestrando decine di milioni di euro al latitante” conclude il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.

La notizia è stata ripresa da ITALPRESS, a dimostrazione di quanto sia stata e lo sia tuttora, la cattura di MATTEO MESSINA DENARO.

La ricostruzione ufficiale l’avevamo già pubblicata a suo tempo:

Il mistero della cattura di Matteo messina Denaro è semplice e dovrebbe spazzare via ogni dubbio.

Le nostre forze dell’ordine sono tra le migliori al mondo.

Non è un modo dire per l’attaccamento alle Istituzioni,  è una realtà che  ci viene riconosciuta.

L’indagine è partita dopo che gli investigatori e sono tanti, Carabinieri, Procure, ecc.

hanno ricevuto l’informazione che Matteo Messina Denaro aveva due tumori.

I Carabinieri hanno indagato e chiesto alle strutture sanitarie i nominativi di tutti gli ammalati coi tumori.

E dall’incrocio dei dati sanitari sono risaliti ai due Bonafede, quello vero e quello falso, Matteo Messina Denaro.

Se ne parla e se ne parlerà anche nei prossimi anni, un  personaggio molto influente e “pesante”, una vittoria dello Stato nel suo complesso.

 

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