Superbonus 110 sentenza tribunale
Comprendere le dinamiche del bonus 110 tra cause e tribunali

Cause e diritti. Comprendere le dinamiche del bonus 110 tra cause e tribunali

Cause e diritti. Chi ha iniziato i lavori perderà il beneficio e potrebbe fare causa alle aziende che sono ferme da tempo. Chi per colpa dei crediti incagliati, altri per aver sottovalutato l’impresa imprenditoriale. Purtroppo il governo ha incagliato la categoria edile per i cantieri Superbonus 110%.

DUBBI E CHIARIMENTI

La disposizione salva SAL prevista dal Decreto Legge n. 212/2023 per i cantieri di superbonus che non sono arrivati al fine lavori, lascia più di un dubbio da chiarire. Inoltre preme precisare che, chi in buona fede ha attivato una opera di ristrutturazione, lo ha fatto fidandosi di una legge dello Stato italiano che non aveva una scadenza.

Il 31 dicembre 2023 è terminata (almeno per i principali soggetti beneficiari) l’era del superbonus 110%. A partire dall’1 gennaio 2024 potrà essere utilizzato con aliquota al 70% sulle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 (nel 2025, ultimo anno di applicazione, l’aliquota diminuirà al 65%).

Prescindendo da qualsiasi considerazione riguardi la validità delle misure, si dovrà capire se il legislatore in sede di conversione del D.L. n. 212/23) volesse :

  • per tutti i lavori successivi al SAL, necessari per chiudere il cantiere in sicurezza, sarà possibile l’utilizzo di qualcuno dei benefici fiscali ordinari;
  • per i SAL da cedere sarà necessaria comunque l’asseverazione prevista dal Decreto Asseverazioni MiSE 6 agosto 2020 (per l’ecobonus), visto che il doppio salto energetico non è più necessario, o se sarà necessaria produrre altra attestazione specifica.

Stop al Superbonus, i conti saranno regolati in tribunale: condomini contro imprese e imprese contro banche

Tra il vari litigi nel governo per il Superbonus, le imprese sono ferme da un pezzo ed i cittadini cercano di capirci qualcosa. In rassegnazione alcuni dovranno rimetterci soldi oppure fermare il cantiere, smontare le impalcature e lasciare tutto com’è, mentre altri senza casa, dovranno far causa con tutti gli annessi e connessi.

Per quanto la Premier Giorgia Meloni possa certo aver ragione nel dichiarare che il superbonus 110 è stato tra i più grandi regali fatti dallo Stato a truffatori, però non vi è tutela per gli onesti che pagano le tasse e sostengono lo Stato. Di conseguenza le famiglie ed aziende sono abbandonate in un mare di guai. Si sono fidate senza egual riscontro di salvaguardia.

QUINDI NIENTE PIU’ SUPERBONUS 110

Chi ha cominciato i lavori, seppure in stato avanzato, non avrà la possibilità di poterli portare a termine con il 110. Almeno per ora. Vi è ancora un barlume di speranza in una proroga che potrebbe essere prevista nel decreto, appunto, Milleproroghe, provvedimento calendarizzato i primi di febbraio 2024. A parte il fatto che lo stop al Superbonus è fissato per il 1º gennaio, la proroga sarebbe comunque inutile nonostante le battaglie di Forza Italia sull’argomento.

VISTI I TEMPI UNA PROROGA PER FAR COSA ?

Le dichiarazioni del Presidente dell’Ordine degli architetti di Avellino, Erminio Petecca :

«Non sarebbe sufficiente, non c’è tempo, perché i crediti sono incagliati presso le banche e non si sbloccano facilmente – continua – queste banche dal Superbonus hanno tratto enormi benefici. In alcuni casi hanno trattenuto fino al trenta per cento dei crediti incassati».

Allora, facendo i conti: 100mila euro di credito “depositato” per avere in cambio una liquidità di 70mila euro: «A queste cose nessuno vuole guardare. Quando le banche si sono rivolte allo Stato per essere salvate, però hanno ricevuto soccorso», ricorda Petecca.

La proroga non può funzionare. Cosa succederà? “Ci saranno una infinità di contenziosi perché i cantieri da più di un anno sono bloccati per i crediti incagliati”, conclude il Presidente.

AUMENTO DELLE CAUSE – Il committente chiamerà in causa l’impresa inadempiente perché il lavoro non è stato portato a termine entro il 31 dicembre, sostenendo che per tale ragione il beneficio del Superbonus è stato perso. Porterà in tribunale l’impresa per chiedere il risarcimento del danno del 30 per cento del bonus, passato da 110 a 90, qualora avesse conservato i requisiti, oppure chiederà il risarcimento di tutto l’importo per il completamento dei lavori, nel caso in cui avesse perso definitivamente tutto il Superbonus.

ANDIAMO NEL PRATICO

Il signor Rossi è proprietario di un mini condominio – tre appartamenti in un solo edificio -, prima casa. Ha una pratica in corso da 500mila euro. E spiega: “Al 31 dicembre solo 100 mila euro di lavori sono stati realizzati. Sono pronto a portare in tribunale l’impresa per chiedere gli ulteriori 400mila euro per finire i lavori contrattualizzati e mai finiti entro i termini pattuiti”.

Con questo meccanismo si apriranno contenziosi a catena. L’impresa a sua volta potrà chiamare in causa la banca che non ha messo a disposizione i soldi. Ci sarà un gran lavoro per gli avvocati.

Fortunatamente un sentenza del Tribunale di Frosinone sta facendo giurisprudenza allineando più sentenze. La legge pare stia prendendo la difesa del committente, quindi dell’inquilino, addebitando l’importo mancante all’impresa, oltre ai danni subiti.

Per saperne di più con dettagli ed approfondimenti, cliccare sul portale ufficiale dell’Agenzia Delle Entrate. Qui troverete tutte le informazioni, aggiornamenti e novità sui bonus edili.

 

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