17 Novembre 2024 12:35
Intervento del Presidente Fontana, le linee programmatiche della legislatura appena iniziata e gli scenari di costruzione del futuro
Intervento del Presidente Fontana, con alcuni passaggi fondamentali per capire obiettivi, direzione e situazione della Regione Lombardia.
– Uno dei passaggi chiave è proprio la particolare condizione di Regione Lombardia:
“La Lombardia cioè ha registrato un miglioramento nella competitività indipendente dalla dinamica nazionale”.
Come dire che la Lombardia rappresenta un mondo diverso dal resto d’Italia con la sua economia fiorente e moltissime attività che si muovono con grande rilievo economico-occupazionale.
Lombardia che attrae dalle altre regioni e non solo:
“negli anni tra il 2011 e il 2021 sono stati registrati 678mila trasferimenti di residenza inter-regionali verso la Lombardia“.
La Regione si muove di concerto con gli operatori economici e tiene conto delle città e non solo, Fontana parla di:
“rigenerazione urbana e ’housing sociale, attraverso la valorizzazione delle aree interne e dei territori montani”.
Fontana esterna altri punti importanti: Lombardia sostenibile, dal punto di vista sociale, ambientale, economico.
Sanità lombarda: la Regione punta alla diminuzione delle liste di attesa, la riorganizzazione dei Pronto Soccorso, l’arruolamento dei Medici e del Personale Sanitario.
La lettera in forma integrale
Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri,
a voi rivolgo il mio saluto personale e quello della Giunta regionale in questa seduta del Consiglio dedicata all’approvazione del Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile.
Una seduta importante, intesa a tracciare le linee programmatiche della legislatura appena iniziata e gli scenari di costruzione del futuro della nostra Regione.
La competitività della Lombardia
Lasciatemi sottolineare, in apertura del mio intervento, un dato che si iscrive in quello stesso spirito di concretezza, e che riguarda la competitività della nostra Regione.
Secondo l’indice della Competitività delle Regioni Europee, stilato dall’Unione Europea (EU Regional Competitiveness Index 2.0 – 2022):
tra il 2019 e il 2022 l’Italia ha fatto registrare una diminuzione, perdendo competitività.
Similmente è accaduto anche per gli indici di competitività delle Regioni.
In Lombardia invece, completamente in controtendenza rispetto alle altre regioni, si è verificato un aumento della competitività.
La Lombardia cioè ha registrato un miglioramento nella competitività indipendente dalla dinamica nazionale: possiamo quindi affermare di essere in presenza di un vero e proprio “effetto Lombardia”.
Considero questo trend non come un punto di arrivo, ma come ulteriore stimolo, soprattutto in considerazione dell’attuale congiuntura, che permette di prevedere una crescita del PIL in Lombardia dell’1,1% nel 2023.
Stiamo vivendo una situazione particolare in cui, mai come ora, abbiamo l’esigenza di spendere bene le risorse a nostra disposizione.
E per quanto, come ho ripetuto più volte, l’impostazione data dai precedenti governi nazionali al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia stata irrispettosa verso le Regioni
e le abbia escluse dai processi decisionali, noi oggi siamo pronti a sostenere le rimodulazioni che il Governo italiano concorderà con l’Unione Europea
e a mettere in campo la nostra capacità di spesa se altre risorse ci saranno destinate.
Lo dobbiamo ai lombardi, compresi i moltissimi cittadini che hanno scelto di venire a vivere nella nostra Regione pur non essendovi nati:
mi piace ricordare che negli anni tra il 2011 e il 2021 sono stati registrati 678mila trasferimenti di residenza inter-regionali verso la Lombardia
con un saldo rispetto al flusso contrario largamente positivo, pari a 183mila unità.
Lo dobbiamo agli oltre 321.000 giovani che hanno scelto di iscriversi nelle università lombarde perché nelle capacità formative della Lombardia vedono il vettore della loro crescita umana e professionale:
anche in questo caso voglio ricordare, a titolo di esempio, che viene da fuori regione il 27,6% degli studenti delle lauree triennali delle Università della Città metropolitana e il 35,9% delle lauree magistrali.
Il Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile
Per i suoi numeri, per la sua storia, per le peculiarità sue e della sua gente, la Lombardia ha l’obbligo di porsi non come un ente di amministrazione
ma come costruttrice di futuro, consapevole delle sfide che la attendono e senza la paura di affrontarle.
E la politica ha il dovere di offrire a chi lavora, a chi studia, a chi fa impresa, a chi vive in Lombardia, la propria visione di avvenire:
è quello che oggi questo Consiglio si accinge a fare, attraverso il Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile,
un documento volutamente alto e strategico ma contraddistinto da obiettivi su cui siamo pronti a misurarci.
Non abbiamo voluto proporre un libro dei sogni, ma piuttosto abbiamo cercato insieme al fondamentale tessuto sociale lombardo di individuare l’identità della Lombardia che vorremmo tra cinque anni
e le fondamenta della Lombardia del 2030, e poi del 2050.
Permettetemi di ricordare l’approccio innovativo con cui è stato redatto questo Programma.
Il punto di partenza della redazione del PRSS è stato il mio Programma elettorale, condiviso da tutte le forze di maggioranza e articolato su sei pilastri, per la piena affermazione del principio della trasversalità.
Si è poi aggiunto, in corso di stesura, un settimo pilastro, più afferente al funzionamento della “macchina” regionale e alle relazioni istituzionali.
Ogni PILASTRO è stato associato ad alcuni dei Goals dell’Agenda ONU, ed è stato suddiviso in AMBITI, ovvero aggregazioni coerenti di OBIETTIVI STRATEGICI.
Sia gli ambiti sia gli obiettivi sono corredati da indicatori, che garantiscono la misurabilità delle azioni messe in campo e che sono alimentati da fonti dati sempre interrogabili.
Per ogni ambito e obiettivo è stato effettuato un lavoro di incrocio con gli obiettivi della Strategia di Sviluppo Sostenibile già approvata dalla Giunta nella scorsa legislatura
e frutto di un importante confronto con gli interlocutori del partenariato economico e sociale.
Per ciascuno obiettivo inoltre è stata individuata una mappa degli stakeholder e una geografia degli enti interessati. Sono inoltre individuate, in forma qualitativa, le fonti di finanziamento.
Il PRSS sarà aggiornato annualmente tramite il DEFR e la relativa Nota di aggiornamento.
Sarà inoltre rendicontato annualmente mediante la Relazione Annuale sullo Stato di Avanzamento del PRSS (“Lombardia Infatti”).
Le azioni puntuali, che derivano dagli obiettivi strategici, saranno declinate nelle Programmazioni Settoriali, nella programmazione operativa, negli indirizzi agli Enti del Sistema.
Sostenibilità
Vogliamo, lo ribadisco, una Lombardia sostenibile, dal punto di vista sociale, ambientale, economico.
La coesione sociale è un fattore determinante della vivibilità, e quindi dell’attrattività e della competitività di un territorio.
E la declinazione concreta della coesione sociale passa per noi attraverso la rigenerazione urbana e l’housing sociale, attraverso la valorizzazione delle aree interne e dei territori montani.
Ma anche tramite le azioni di inclusione sociale, di inserimento lavorativo, di pari opportunità, di sostegno alla conciliazione vita-lavoro e di empowerment femminile, di prevenzione e contrasto all’illegalità.
In tutti questi ambiti riconosciamo il fondamentale contributo delle realtà del Terzo Settore e dell’associazionismo lombardi, sia nella lettura dei bisogni sia nella capacità di coprogettazione e co-implementazione delle soluzioni.
La sostenibilità ambientale non è più un’opzione: è un dovere verso noi stessi e i nostri figli.
La perseguiamo, ad esempio, attraverso la promozione della neutralità carbonica, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, la promozione dell’efficientamento energetico.
La vogliamo considerare con un approccio realistico, ambizioso ma pragmatico, che tenga conto anche di tutto ciò che concerne la sostenibilità economica delle misure che si mettono in campo.
MI riferisco, come è chiaro, al miglioramento della qualità dell’aria e alla necessaria opera di mediazione a quanto imposto dalle direttive europee.
Da Governatore della Lombardia ho la responsabilità della tenuta complessiva di questa Regione
e devo rifiutare quelle pretese ideologiche che porterebbero conseguenze drammatiche sul tessuto produttivo e quindi sull’occupazione nei nostri territori.
Lo voglio ricordare anche in questa sede: negli ultimi 15 anni i risultati ottenuti dalla Regione per il miglioramento della qualità dell’aria sono rilevanti:
le concentrazioni di inquinanti si sono infatti ridotte del 39% annuo per il PM10, del 40% per il PM2.5 e del 45% per il NO2.
E’ bene sottolineare come in questi giorni, anche grazie agli incontri svolti a Bruxelles, abbiamo avuto notizia di apertura sulla revisione della Direttiva della qualità dell’Aria.
E’ una buona notizia ma non basta. L’ho già detto e lo ribadisco:
Regione perseguirà con convinzione e con ogni mezzo obiettivi di ulteriore riduzione, ma ci rifiutiamo di accettare la prospettiva di chiudere la Lombardia.
Lombardia a misura di cittadino
Vogliamo una Lombardia a misura di cittadino, anzi “al servizio del cittadino”.
Individuiamo nell’ambito legato alla salute le sfide più cruciali, e anche in questo caso non ci nascondiamo, ma ci mettiamo alla prova su alcuni dei temi che ben sappiamo stanno a cuore ai lombardi:
primi tra tutti la diminuzione delle liste di attesa, la riorganizzazione dei Pronto Soccorso, l’arruolamento dei Medici e del Personale Sanitario.
Scontiamo, non è un mistero, le conseguenze di una di una programmazione sbagliata a livello nazionale, che non ha saputo tener conto dei fabbisogni futuri.
Ma non ci diamo per vinti, forti non solo dell’eccellenza ormai tradizionale della medicina Lombarda in alcuni ambiti – testimoniata dall’importante “turismo sanitario” verso la nostra Regione; ma ancor di più, da una “normalità eccezionale”, vale a dire dai numeri e dalla qualità delle prestazioni ospedaliere di ogni giorno, che spesso vedono protagonisti operatori sanitari di straordinaria abnegazione.
Proprio pensando a loro, ma anche a chi lavora sui treni, nei cantieri, nelle fabbriche di questa regione, garantisco il mio impegno personale per una piena sicurezza sui luoghi di lavoro.
Essere a misura di cittadino vuol dire anche sostenere tutti i componenti delle famiglie, in ogni fase del loro ciclo di vita, vuol dire offrire possibilità di stare bene, attraverso la pratica sportiva,
la fruizione della cultura, la possibilità di essere cittadini attivi.
Vuol dire investire nei sistemi di istruzione e formazione, assicurare connessioni materiali e immateriali che consentano la piena realizzazione delle proprie potenzialità.
Vuole dire pensare a politiche specifiche per le persone con disabilità, affinché abbiano di fronte a sé prospettive di piena inclusione. Vuol dire assicurare a ciascuno di vivere in un territorio sicuro.
Essere a misura di cittadino vuol dire anche, in Lombardia, assicurare la libertà di scelta:
al paziente, allo studente, al genitore, nella consapevolezza che la ricchezza di un territorio risiede nella possibilità di integrazione tra pubblico e privato, e nella capacità di condividere le regole di questa integrazione.
Ricerca e Innovazione
C’è una chiave che riteniamo indispensabile per realizzare i nostri obiettivi, che è quella della ricerca, dell’innovazione, del trasferimento tecnologico.
La ricerca può contribuire non solo a renderci sempre più attrattivi e competitivi, ma a migliorare i processi di tutti i settori produttivi, compreso quello agricolo
sempre più coinvolto dagli effetti dei cambiamenti climatici, e il terziario, sempre più sfidato e stimolato dalle nuove consuetudini introdotte dallo sviluppo delle tecnologie.
La ricerca è la cifra distintiva della nostra Regione, l’innovazione il motore della nostra multiforme economia.
Nella ricerca si iscrivono tutti i processi di trasformazione digitale che perseguiamo anche per mettere a disposizione di cittadini e imprese la visione di una Pubblica Amministrazione come alleata
in un nuovo patto per la costruzione comune dello sviluppo della Lombardia.
Lombardia autonoma
Vedo nell’ottenimento di maggiori forme e condizioni di autonomia una delle leve fondamentali per il pieno sviluppo della Regione.
Come ho detto più volte, l’autonomia non è per me una sterile rivendicazione di poteri, quanto piuttosto una piena assunzione di responsabilità.
Lavoriamo nella massima trasparenza, e con il più alto spirito di collaborazione verso le istituzioni preposte ai controlli
mettendo a disposizione con numerosi strumenti tutti i dati che ci riguardano, lo stato di avanzamento degli interventi, la destinazione delle risorse.
Lavoriamo creando sinergie, integrando le risorse per evitare sprechi e duplicazioni, creando le condizioni per il migliore sviluppo di tutto il territorio lombardo.
Lo ribadisco: la voglia di Autonomia manifestata dalle Regioni può e deve diventare elemento di ‘concorrenza buona’, che stimola tutti a far meglio per i cittadini.
Sono convinto che l’autonomia sia premiante per le Regioni che sanno ben amministrare
e che, lungi dall’esser un elemento divisivo dell’unità nazionale, possa fare emergere le capacità dei governi regionali di valorizzare le proprie caratteristiche
e consentire di mettere a fattor comune le particolarità di ciascuna, in modo da essere tutte utili al benessere della Nazione.
Gli Enti Locali.
Questa Regione è cresciuta nel segno della sussidiarietà, nella consapevolezza che essere Ente di Governo non significa imporre decisioni, ma lavorare con il contributo di tutti per il bene comune.
Rivendico di essere l’erede di quella tradizione. Considero fondamentale l’apporto che ogni lombardo, ogni associazione, ogni rappresentanza può assicurare alla crescita comune.
Conosco l’importanza dei corpi intermedi, che per me svolgono un ruolo incomprimibile e insostituibile.
Soprattutto, conosco gli Enti Locali, la città Metropolitana, le 12 Province, i 1504 Comuni di Lombardia
veri protagonisti amministrativi del nostro Sistema, spesso privati, negli ultimi decenni, anche delle forze indispensabili all’attuazione dei numerosi compiti loro assegnati
in un processo di depauperamento e svilimento della Pubblica Amministrazione che pare finalmente essersi interrotto, ma le cui conseguenze sono destinate a pesare negli anni a venire.
Siamo al fianco dei Sindaci, dei Presidenti di Provincia, degli Amministratori locali, che vogliamo accompagnare, valorizzare, sostenere.
E infine, conosco la forza di questo Consiglio Regionale, il suo imprescindibile compito di indirizzo, di stimolo, di controllo.
Il mio è un appello sincero, che rivolgo anche ai componenti della minoranza, a collaborare per una vera crescita della nostra Regione.
Sull’agenda del futuro prossimo sono segnati alcuni appuntamenti cruciali di questa legislatura; tra tutti: l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali del 2026.
Appuntamenti che naturalmente possono fare grande, ancora più grande, la Lombardia, ma che certamente prevedono percorsi impegnativi, difficili, sui quali certamente saranno numerosi gli ostacoli.
L’amato Alessandro Manzoni, il cui ricordo abbiamo recentemente celebrato con il Presidente Mattarella, scriveva in uno dei testi che più hanno segnato la mia crescita umana e professionale
la Storia della Colonna Infame che “Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non veder la cosa che non piace, ma non per veder quella che si desidera”.
Il mio impegno è quindi quello di accendere tutti i riflettori sulla Lombardia, portandola nel mondo
ma anche rendendo visibile ai nostri cittadini tutto ciò che ci rende orgogliosi come ciò su cui dobbiamo lavorare.
Solo così riusciremo a vedere, tra cinque anni, pienamente realizzata la Lombardia che desideriamo.
(Intervento a Milano, 20 giugno 2023).