26 Dicembre 2024 07:30
La milizia ha detto che il personale britannico e americano hanno un mese per partire
Le milizie Houthi dello Yemen hanno ordinato a tutto il personale statunitense e britannico delle Nazioni Unite e delle sue agenzie di lasciare il paese entro un mese.
Lo hanno fatto in una lettera datata 20 gennaio e condivisa sui social media, le autorità della capitale Sana’a, controllata dagli Houthi, data al coordinatore residente delle Nazioni Unite. Hanno detto che i dipendenti con nazionalità britannica e statunitense hanno un mese per “prepararsi a lasciare il Paese”. ”
Devono essere pronti a partire non appena scade il termine”, si legge nel documento, aggiungendo che il preavviso di 24 ore sarà dato tramite lettera.
Sebbene controllino solo una parte del territorio dello Yemen, gli Houthi dominano la maggior parte dei centri abitati del paese.
“L’ONU e i suoi partner ne hanno preso atto e aspettano di vedere quali saranno i prossimi passi”, ha detto un funzionario, che ha chiesto di rimanere anonimo. Peter Hawkins, il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Yemen, è lui stesso britannico.
L’espulsione fa seguito agli attacchi congiunti di Stati Uniti e Gran Bretagna contro gli Houthi volti a porre fine agli attacchi del gruppo contro le navi commerciali nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, minacciando il commercio globale.
Gli Stati Uniti hanno lanciato numerosi ulteriori attacchi e martedì hanno effettuato una seconda serie di raid congiunti con la Gran Bretagna.
Le forze armate statunitensi e britanniche hanno bombardato nella notte otto località utilizzate dagli Houthi appoggiati dall’Iran nello Yemen. E’ la seconda volta che i due alleati hanno condotto attacchi di ritorsione coordinati su una serie di capacità di lancio missilistico dei ribelli.
Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno utilizzato missili Tomahawk e aerei da combattimento lanciati da navi da guerra e sottomarini per eliminare i siti di stoccaggio e i lanciatori di missili Houthi. I funzionari Usa, che hanno parlato a condizione di anonimato per discutere di un’operazione militare, hanno affermato che Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi hanno contribuito alla missione, anche con l’intelligence e la sorveglianza.