Caso Michelle Causo, minacce dal carcere

Caso Michelle Causo. La Straziante Denuncia dei Genitori di Michelle: “L’Assassino di Nostra Figlia in Carcere Continua a Minacciare”

Introduzione- vicenda di Michelle Causo

La tragica vicenda di Michelle Causo, la giovane uccisa brutalmente un anno fa a Primavalle, ha segnato profondamente la comunità.

I suoi genitori, Gianluca e Daniela Causo, hanno recentemente sollevato gravi preoccupazioni riguardo al comportamento del suo assassino, attualmente detenuto in una struttura minorile di Treviso.

Le accuse lanciate dai genitori includono attività inquietanti che il detenuto starebbe svolgendo dietro le sbarre, compresa la creazione di falsi profili Instagram per continuare a molestare e minacciare le amiche della loro figlia.

Un Corso di Informatica per l’Assassino

Un Passato Di Crimini Digitali

La notizia che l’assassino di Michelle sta partecipando a un corso di informatica all’interno del carcere ha scatenato indignazione e rabbia tra i familiari della vittima. Questo giovane, già accusato in passato di tentata estorsione attraverso l’uso di foto ritoccate, ora avrebbe accesso a risorse tecnologiche che potrebbero facilitare ulteriori crimini digitali.

Una Decisione Controversa

I genitori di Michelle si chiedono come sia possibile che un individuo con un tale passato possa avere l’opportunità di apprendere nuove competenze informatiche. “Proprio lui che ha alle spalle una accusa per aver tentato di estorcere soldi alle ragazze, minacciandole con foto ritoccate ad arte”, affermano indignati Gianluca e Daniela. La preoccupazione è che queste nuove competenze possano essere utilizzate per perpetrare ulteriori minacce e molestie.

Nuovi Profili Instagram dal Carcere per il caso di  Michelle Causo, minacce dal carcere.

La Denuncia delle Amiche di Michelle

Le accuse non si fermano qui. Gianluca Causo ha dichiarato che l’assassino starebbe creando nuovi profili Instagram all’interno della struttura minorile di Treviso. Questi profili vengono utilizzati per visualizzare e forse interagire con quelli delle amiche di Michelle, proseguendo così una condotta molesta che avrebbe dovuto essere interrotta con l’incarcerazione.

L’Indifferenza delle Autorità

Le segnalazioni fatte dal padre di Michelle al carcere di Treviso sono rimaste senza risposta. “Avevo già fatto presente la cosa, ma le mie segnalazioni anche al carcere di Treviso sono cadute nel vuoto,” spiega Gianluca.

Questo silenzio istituzionale aggiunge ulteriore dolore e frustrazione alla famiglia, che si sente abbandonata dalle autorità nel loro tentativo di ottenere giustizia per la loro figlia.

L’Impatto Sulle Amiche di Michelle

Un Clima di Paura e Incertezza

Le amiche di Michelle continuano a vivere sotto la minaccia dell’assassino. “Una decina di giorni fa ci ha chiamati una amica di nostra figlia, dicendo che tra le visualizzazioni del suo profilo Instagram ne compariva una secondo lei riconducibile all’assassino di Michelle,” racconta il padre.

Questo crea un clima di paura e incertezza tra le giovani, che devono affrontare non solo il trauma della perdita di un’amica, ma anche la continua minaccia di chi ha causato quella perdita.

La Necessità di Maggiori Controlli

Le preoccupazioni espresse dalla famiglia Causo evidenziano la necessità di maggiori controlli e misure di sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.

È imperativo che i detenuti non abbiano la possibilità di continuare a minacciare o molestare le loro vittime o i loro cari attraverso l’uso delle tecnologie digitali.

Il Silenzio delle Istituzioni

Una Richiesta di Giustizia e Protezione

La famiglia Causo chiede risposte e azioni concrete da parte delle autorità competenti. Il silenzio delle istituzioni non solo aumenta il loro dolore, ma mette anche in pericolo altre giovani che potrebbero diventare bersagli di questo individuo.

È necessario che le segnalazioni dei genitori di Michelle vengano ascoltate e che vengano prese misure adeguate per garantire che il detenuto non possa continuare a minacciare.

Le Misure Necessarie

Implementare controlli più rigorosi sulle attività digitali dei detenuti, assicurare che i corsi offerti in carcere non possano essere utilizzati per fini illeciti, e fornire un supporto adeguato alle vittime e alle loro famiglie sono solo alcune delle misure che dovrebbero essere adottate.

Le istituzioni devono dimostrare che la giustizia non si ferma all’arresto, ma continua nel garantire la sicurezza e la protezione di chi è stato colpito da questi crimini.

Conclusione

La vicenda di Michelle Causo e delle preoccupazioni dei suoi genitori solleva questioni cruciali sulla gestione dei detenuti e sulla sicurezza delle vittime.

È essenziale che le autorità rispondano prontamente a queste segnalazioni e prendano misure concrete per prevenire ulteriori abusi.

Solo attraverso un impegno deciso e continuato possiamo sperare di garantire che la giustizia venga veramente servita e che le vittime e i loro cari possano trovare un po’ di pace.

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