26 Dicembre 2024 18:00
Livorno, blitz dei Carabinieri 15 arresti, rifornivano le piazze di spaccio livornesi, arrestato anche un imprenditore, importava stupefacenti dal Sudamerica
Livorno 02 Settembre 2024, su ordine dalla Procura della Repubblica labronica, i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno, unitamente a quelli dei reparti territorialmente competenti, al 4° NEC di Pisa, al Nucleo Cinofili di Firenze ed un’aliquota S.O.S. del 6° Battaglione CC “Toscana”, hanno dato esecuzione nelle province di Livorno, Pisa e Siena ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 15 soggetti, 6 italiani e 9 extracomunitari, ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di traffico, importazione e spaccio di sostanze stupefacenti di vario tipo ovvero cocaina, eroina, hashish, metadone, mescalina e kratom (ai sensi dell’art. 73 comma 1 e 4 D.P.R. n. 309/90); a 3 indagati è stata contestata anche l’aggravante dell’ingente quantità avendo, nel corso delle indagini, riscontrato l’importazione e l’approvvigionamento di decine di kilogrammi di droga.
I coinvolti :
- 1 marocchino; fra questi 4 risultano regolari sul T.N. e sono residenti nelle province di Livorno e Pisa mentre – 5 risultano senza fissa dimora.
In particolare si tratta di 9 custodie cautelari in carcere :
- imposte ai 3 italiani;
- 6 tunisini;
- tra cui 1 italiano posto agli arresti domiciliari;
- 5 con provvedimenti di divieto di dimora nel comune di Livorno.
L’indagine, denominata “Mexal”, avviata a seguito di una segnalazione della DCSA-Direzione
Centrale per i Servizi Antidroga relativa al sequestro operato in Francia il 25 maggio 2023di un pacco proveniente dal Perù contenente 2 kg di sostanza stupefacente del tipo “Mescalina” destinato ad una donna di Rosignano Marittimo (LI) e sviluppata dal dipendente Nucleo Investigativo dal mese di ottobre 2023 ad aprile 2024, è stata condotta avvalendosi di diversi contributi investigativi, frutto delle attività di tipo tecnico e dinamico, corroborate da numerosi riscontri con il sequestro di rilevanti quantità di stupefacenti.
Collaborazione con le forze di polizia estere (francesi, peruviane, spagnole, ceche e tunisine),
L’intera operazione si è articolata attraverso servizi di ocp, captazioni telefoniche, telematiche e ambientali, nonché avvalendosi della collaborazione di forze di polizia estere (francesi, peruviane, spagnole, ceche e tunisine), interessate con il coordinamento della DCSA. In particolare l’attività ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dei destinatari della misura, tutti di età compresa tra i 26 e i 67 anni, i quali hanno dimostrato una particolare inclinazione a delinquere, persistendo nelle condotte delittuose, attuate con modalità organizzate e quindi assai allarmanti, disvelando l’esistenza di un diffuso e consistente traffico di sostanze stupefacenti di vario tipo (cocaina, hashish, mescalina, metadone e kratom).
Secondo la ricostruzione investigativa, gli indagati gestivano una fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish, eroina, e metadone, nel centro di Livorno, nelle aree boschive del piombinese, nelle province di Pisa e di La Spezia nonché in Castiglione della Pescaia (GR).
È stato disarticolato un gruppo criminale livornese, composto da italiani e nordafricani, ben radicato nell’ambiente del narcotraffico, anche internazionale, in virtù di un consolidato rapporto con diversi fornitori individuati in Spagna e nel ravennate.
Volume d’affari di circa 150.000 €.
Lo spaccio, in particolare, avveniva prevalentemente mediante cessione per appuntamento telefonico, tramite linguaggio criptico, nonché attraverso “pizzini” utilizzati per evitare che le conversazioni venissero captate, consentendo, nel periodo di osservazione, di raggiungere un volume d’affari di circa 150.000 €.
“uva bianca” per la cocaina, “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone, a seconda del tipo di confezionamento
In particolare i termini utilizzati erano “aperitivo” o “frutta” per indicare genericamente lo stupefacente o più specificatamente “uva bianca” per la cocaina, “uva nera” per l’eroina, “plastica” oppure il “vetro” per il metadone, a seconda del tipo di confezionamento.
Non sono mancati anche feedback sulla droga da parte degli assuntori con le parole “frutta marcia” per indicare una fornitura di qualità scadente.
Quando gli indagati parlavano di “gioco” o di “Mario” facevano riferimento ad una partita di hashish
Altre indicazioni facevano riferimento all’immagine riportata sui panetti: quando gli indagati parlavano di “gioco” o di “Mario” facevano riferimento ad una partita di hashish su cui era raffigurata l’immagine di un noto videogioco.
Criptovalute sul darkweb/Telegram
Parallelamente è stata ricostruita la specifica attività illecita di uno dei principali indagati, un noto imprenditore 38enne del settore alimentare di Castiglioncello il quale, in diverse occasioni, si riforniva di mescalina e kratom dal Sud America (Perù), rispettivamente mediante l’acquisto tramite criptovalute sul darkweb/Telegram e attraverso viaggi effettuati personalmente.
Nel corso delle indagini, dalle verifiche svolte dal Nucleo Investigativo con la collaborazione della DCSA, è stato appurato che l’indagato rosignanese, oltre alla spedizione sottoposta a sequestro in Francia contenente mescalina, ha ricevuto ulteriori due spedizioni internazionali provenienti dal medesimo mittente, in particolare il 25 marzo 2023 un plico da 3,5 kg e l’11 maggio 2023 uno da 2,2 kg.
Ad ulteriore riscontro delle reiterate condotte di importazione degli psicotropi quali mescalina e kratom, i carabinieri hanno accertato che il 38enne, il 12 dicembre 2023 ed il 31 gennaio 2024,ha cercato di importare, a seguito di viaggi in Sud America 80 gr di mescalina e 100 grammi di kratom in polvere nel proprio bagaglio; le sostanze era state occultare fra estratti di altre erbe e piante nel tentativo di eludere i controlli dei cani antidroga.
Due i maggiori riscontri:
- il 26 Gennaio 2024 il Nucleo Investigativo labronico, supportato dall’omologo reparto dell’Arma di Ravenna, ha intercettato e bloccato due indagati intenti a perfezionare l’acquisto di una partita di 20 kg. di hashish suddivisi in 200 panetti per il corrispettivo di euro 38.000 in contanti;
- il 23 Marzo 2024, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno hanno individuato e bloccato in ingresso a Livorno, proveniente da Barcellona, uno degli indagati alla guida di un’auto “preparata” con più di 30 kg. di hashish, confezionati in panetti da 1 kg.
All’esito dei vari riscontri eseguiti nel corso dell’indagine, sono stati complessivamente sequestrati kg. 52 tra hashish e cocaina, oltre kg. 2 di mescalina e grammi 91 di kratom, arrestate 6 persone ed individuati oltre 30 assuntori solo sulla piazza labronica.
Superato il migliaio cessioni di stupefacente
Gli approfondimenti investigativi hanno altresì consentito di registrare migliaia di cessioni nell’arco dei sette mesi di monitoraggio degli indagati, con captazioni e pedinamenti, che hanno superato il migliaio cessioni, per un volume di affari complessivo che si aggira intorno ai 70.000 euro in relazione all’hashish ed 80.000 per la cocaina, provento della fiorente e capillare operatività sulle diverse piazze di spaccio.
I citati riscontri hanno consolidato il grave quadro probatorio, condiviso e cristallizzato nel provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno.
Complessa operazione
La complessa operazione di polizia giudiziaria dei carabinieri ha fornito uno spaccato trasversale relativo all’operatività, in particolare sulla piazza labronica, di diversi e strutturati gruppi criminali, in collegamento fra loro, composti da italiani e stranieri.
Detto quadro ha peraltro evidenziato, a consuntivo della capillare analisi delle diverse dinamiche delittuose monitorate, i vari livelli criminali ricoperti dai principali indagati, l’elasticità di adattamento di strutture, estremamente snelle e capaci di ricomporsi, sostituendo ogni volta gli elementi tratti in arresto e capace di approvvigionarsi nuovamente dopo i sequestri, anche di ingenti quantitativi.
Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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