19 Settembre 2025 11:43
‘Ndrangheta a Milano: Operazione ROS Svela Tentata Estorsione Aggravata
Un’importante operazione dei Carabinieri del R.O.S. ha portato all’esecuzione di 9 misure cautelari a Milano e in altre province italiane.
L’indagine ha svelato una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, riconducibile ad esponenti della ‘ndrangheta operanti nel capoluogo lombardo.
Le misure cautelari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), riguardano 8 persone destinatarie di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari. I soggetti sono ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L’attività investigativa del ROS trae origine dagli approfondimenti disposti dalla DDA di Milano. Le indagini si sono sviluppate nell’ambito del procedimento penale riguardante la vicenda di dossieraggio illegale che ha coinvolto l’agenzia “Equalize”. L’obiettivo principale era verificare la presenza operativa a Milano di esponenti della ‘ndrangheta. In particolare, si cercava di accertare la presenza di soggetti riconducibili alla cosca “Barbaro-Rosi” di Plati (RC).
Un’altra ipotesi investigativa riguardava un tentativo di estorsione legato a un contenzioso tra una società immobiliare romana e un’impresa subappaltatrice della provincia di Bergamo. Secondo le ricostruzioni, per risolvere la controversia, l’imprenditore romano si sarebbe rivolto a un legale di Vibo Valentia, con studio a Roma, ritenuto vicino ad ambienti criminali.
Le indagini hanno fatto emergere un presunto accordo illecito. Questo accordo avrebbe previsto l’intervento di esponenti della ‘ndrangheta per influenzare l’esito del contenzioso. In cambio, si ipotizzava un vantaggio per l’imprenditore romano, con la possibilità di favorire l’ingresso di altre imprese da lui indicate.
Un ex collaboratore di giustizia era già stato coinvolto in questa vicenda. Il 24 marzo scorso, era stato destinatario di una misura cautelare in carcere per violenza privata aggravata dal metodo mafioso, in relazione a questo specifico episodio.
In una prima valutazione, il G.I.P. aveva riqualificato le ipotesi accusatorie. Per la maggior parte degli indagati del primo capo di incolpazione, si parlava di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni” aggravato dal metodo mafioso. Per il solo ex collaboratore di giustizia nel secondo capo di incolpazione, l’accusa era di “violenza privata”.
Tuttavia, le dichiarazioni rese dall’ex collaboratore di giustizia durante l’interrogatorio di garanzia hanno fornito nuovi elementi probatori. Questi elementi, forniti tempestivamente dal ROS, hanno permesso alla DDA di Milano di reiterare la richiesta cautelare. Il G.I.P. ha accolto la richiesta, ripristinando la più grave imputazione originaria di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le misure cautelari eseguite oggi sono il risultato di un’articolata indagine. Questa indagine ha consentito di svelare una grave e strutturata dinamica estorsiva. Le modalità utilizzate erano tipiche delle organizzazioni mafiose. Questo conferma la perdurante infiltrazione della ‘ndrangheta nel tessuto economico e imprenditoriale lombardo.
L’operazione del ROS a Milano rappresenta un importante successo nella lotta contro la criminalità organizzata. La capacità degli investigatori di svelare dinamiche estorsive complesse è fondamentale per proteggere il tessuto economico sano della regione. L’aggravante del metodo mafioso sottolinea la pericolosità delle organizzazioni criminali e la loro capacità di intimidazione.
La collaborazione tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri si conferma un modello efficace. La sinergia tra inquirenti e investigatori permette di colpire duramente le strutture criminali e di assicurare i responsabili alla giustizia.
L’indagine ha messo in luce un tentativo di infiltrazione della ‘ndrangheta in un contenzioso immobiliare. Questo dimostra come le organizzazioni mafiose cerchino di estendere il loro potere e la loro influenza in diversi settori economici. La tempestività dell’intervento del ROS ha permesso di sventare la presunta estorsione.
Le misure cautelari eseguite sono un segnale chiaro della presenza dello Stato e della sua determinazione nel contrastare la criminalità organizzata. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni si rafforza di fronte a operazioni di questo tipo. La lotta alla ‘ndrangheta è una priorità per garantire la sicurezza e la legalità nel territorio lombardo.
L’utilizzo del metodo mafioso, come contestato nell’ordinanza cautelare, implica l’uso della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza a un’associazione criminale. Questo metodo mira a piegare la volontà delle vittime e a ottenere un ingiusto profitto. La gravità di questo reato richiede una risposta ferma e decisa da parte delle autorità giudiziarie e delle forze dell’ordine.
L’operazione del ROS a Milano testimonia l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto alla criminalità organizzata in tutte le sue forme. La professionalità e la dedizione degli investigatori permettono di portare alla luce anche le dinamiche criminali più complesse e nascoste.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano svolge un ruolo fondamentale nel coordinare le indagini e nel perseguire i reati di criminalità organizzata. La sua conoscenza del territorio e delle dinamiche criminali è un elemento cruciale per il successo delle operazioni come quella odierna.
L’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Milano, basata sulle risultanze investigative del ROS, rappresenta un importante passo avanti nella ricerca della verità e nella punizione dei responsabili. Le misure cautelari applicate mirano a impedire la reiterazione del reato e a garantire la sicurezza delle potenziali vittime.
La vicenda del dossieraggio illegale, nell’ambito della quale si sono sviluppate queste indagini, evidenzia la capacità della criminalità organizzata di infiltrarsi anche in contesti apparentemente distanti dalle attività illecite tradizionali. La vigilanza e l’attenzione delle forze dell’ordine devono rimanere alte per contrastare queste forme di infiltrazione.
L’operazione del ROS a Milano dimostra che la ‘ndrangheta è una realtà ancora presente e attiva nel tessuto economico lombardo. La sua capacità di adattamento e di infiltrazione richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le istituzioni preposte al contrasto della criminalità organizzata.
Le indagini preliminari sono ancora in corso. È importante sottolineare che tutti i soggetti coinvolti sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Tuttavia, le misure cautelari eseguite oggi rappresentano un importante segnale nella lotta contro la ‘ndrangheta a Milano.
L’auspicio è che le indagini proseguano con la stessa determinazione, al fine di accertare tutte le responsabilità e di smantellare eventuali ulteriori ramificazioni dell’organizzazione criminale nel territorio lombardo. La sicurezza e la legalità sono beni preziosi che vanno tutelati con fermezza.
L’operazione del ROS a Milano è un esempio di come le forze dell’ordine siano impegnate quotidianamente per garantire la sicurezza dei cittadini e delle imprese. La lotta contro la criminalità organizzata è una battaglia continua che richiede impegno, professionalità e collaborazione tra diverse istituzioni.
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