25 Novembre 2024 08:01
I carabinieri di Negrar di Valpolicella hanno arrestato l’automobilista che lo scorso 31 luglio ha investito il tredicenne Abom Chris Obeng e poi è scappato.
I Carabinieri hanno arrestato l’automobilista che ha investito il tredicenne a Negrar
Il GIP del Tribunale di Verona ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare e i militari hanno arrestato l’automobilista che ha investito e ucciso il tredicenne. La Dott.ssa Carola Musio ha accolto la richiesta dei Carabinieri di Negrar di Valpolicella disponendo gli arresti domiciliari nei confronti dell’automobilista. L’uomo la sera del 31 luglio scorso aveva investito il tredicenne Abom Chris Obeng ed era fuggito senza prestargli soccorso. Il ragazzino,tredicenne, è morto in ospedale dopo ore di agonia I rilievi stradali e successivi accertamenti hanno permesso di ricostruire la dinamica dell’incidente. Inoltre hanno fornito un quadro esaustivo della condotta tenuta dall’autore dell’investimento. Così che il Sostituto Procuratore della Repubblica di Verona, Dott.ssa Elvira Vitulli ha condiviso le risultanze e ha richiesto al GIP l’arresto.
Le indagini
Fin da subito i carabinieri avevano impresso il massimo impulso alle indagini. Nella serata di lunedì, chi ha trovato il corpo agonizzante del ragazzino ha lanciato l’allarme ai Carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese. I militari inizialmente erano intervenuti sul posto con una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di San Pietro in Cariano e hanno coadiuvato i sanitari a prestare i primi soccorsi. Inoltre hanno effettuato i primi rilievi stradali recuperando i detriti lasciati sull’asfalto dall’autovettura coinvolta. Successivamente, con gli equipaggi di Negrar di Valpolicella e del Nucleo Operativo e Radiomobile si sono messi all’opera nei dintorni. Hanno scandagliate le numerose telecamere pubbliche e private presenti sul territorio comunale alla ricerca di un determinato modello di auto.
Alle nove del mattino successivo i Carabinieri avevano individuato la targa e, poco meno di un’ora dopo, rintracciato il conducente e sequestrato il mezzo. L’auto mostrava danni evidenti e riferibili all’investimento di un pedone.
I riscontri
Gli accertamenti successivi hanno poi consentito di repertare sul veicolo e su un palo della segnaletica verticale presente nel luogo dell’investimento tracce ematiche verosimilmente riferibili alla vittima. Le tracce verranno comparate con un campione di confronto per accertare definitivamente la provenienza. Oltre a questo, i resti di un fanale anteriore e di uno specchietto retrovisore rinvenuti sulla strada sono risultati corrispondenti alle parti mancanti o danneggiate dell’auto sequestrata.
Gli accertamenti sui sistemi di videosorveglianza hanno permesso di stabilire con esattezza l’orario dell’investimento, che risale a qualche minuto oltre le 21.30 di lunedì. Una fotocamera, vicina al luogo dell’incidente, ha ripreso da dietro il veicolo che si allontanava subito dopo l’investimento in direzione di Verona. Una seconda fotocamera, circa un quarto d’ora dopo, lo ha immortalato frontalmente, al rientro Negrar di Valpolicella, evidenziando chiaramente la rottura del fanale anteriore destro. Una terza fotocamera ha invece ripreso la vettura la mattina successiva mentre veniva utilizzata dal conducente per recarsi al lavoro, rendendo evidente l’estensione dei danni. La stessa fotocamera aveva ripreso il mezzo anche la mattina precedente al fatto, che allora risultava ancora perfettamente integro.
Gravi indizi di colpevolezza
Tutti questi elementi, raccolti dai Carabinieri di Negrar di Valpolicella, hanno consentito all’A.G. scaligera di emettere la misura restrittiva degli arresti domiciliari a carico dell’indagato. Il GIP del Tribunale di Verona vi ha ravvisato gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di omicidio stradale, fuga ed omissione di soccorso, nonchè gravi esigenze cautelari. Ha quindi emesso la misura restrittiva degli arresti domiciliari a carico dell’indagato e Il provvedimento è stato eseguito nello stesso pomeriggio del 3 agosto dai Carabinieri negraresi.
Ovviamente, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo dopo sentenza irrevocabile di condanna.