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Carne coltivata: Italia, Austria e Francia chiedono modifiche alla normativa UE

Carne coltivata. 23 gennaio 2024

Milano – Al Consiglio AGRIFISH di oggi, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, insieme ai colleghi di Austria e Francia, ha presentato una nota che chiede modifiche alla normativa UE sulla carne coltivata.

La nota, dal titolo “Il ruolo della politica agricola comune nella salvaguardia di una produzione alimentare di alta qualità”, mette in discussione l’attuale processo di approvazione dei novel foods, tra cui la carne coltivata.

In particolare, la nota chiede:
  • Una valutazione sull’impatto della carne coltivata prima di qualsiasi autorizzazione normativa, per includere considerazioni etiche, economiche, sociali;
  • Linee guida sulla regolamentazione delle carni coltivate, ispirandosi al processo normativo per i nuovi prodotti farmaceutici, compresa la necessità di studi preclinici e clinici;
  • Una consultazione pubblica sulla carne coltivata;
  • Limitazioni all’etichettatura della carne coltivata, per evitare l’uso del termine “carne”.
Queste richieste si basano su una serie di informazioni che sono fuorvianti, inesatte e in alcuni casi del tutto false.

Ad esempio, la nota afferma che la carne coltivata non sarebbe più ecologica di quella convenzionale, in quanto genera fino a 25 volte più CO2 equivalente per chilogrammo di carne prodotta.

In realtà, se prodotta con energia rinnovabile, la carne coltivata potrebbe ridurre l’impatto climatico della carne fino al 92%, l’inquinamento atmosferico fino al 94% e utilizzare fino al 90% in meno di terreno rispetto alla carne bovina.

La nota mette inoltre in discussione l’attuale processo per l’autorizzazione dei novel foods, nonostante il quadro normativo attuale sia in realtà tra i più solidi al mondo, con un’attenzione rigorosa alla trasparenza e alla sicurezza dei consumatori.

I tentativi di imporre barriere o di limitare la capacità della carne coltivata di arrivare sul mercato minerebbero invece la legislazione alimentare vigente nell’UE.

Un’altra affermazione a dir poco paradossale presente nella nota è che la carne coltivata non prevederebbe standard di benessere animale più elevati rispetto alla carne convenzionale.

La dichiarazione fa riferimento al siero fetale bovino, utilizzato in passato per coltivare le cellule — e nel frattempo superato da formulazioni a base vegetale — e omette il dato che nei macelli europei vengano uccisi 8,4 miliardi di animali ogni anno (escludendo i pesci).

Il documento parla inoltre di un rischio elevato di monopolio da parte di pochi produttori industriali su larga scala, che produrrebbero carne coltivata ai danni dei piccoli allevatori con aziende a conduzione familiare.

Al contrario, aziende di ogni forma e dimensione possono decidere di dedicarsi a questa produzione, a patto che i governi finanzino la ricerca open-access, anziché lasciare l’innovazione nelle mani di aziende private.

«La lobby dell’industria zootecnica sta portando in Unione Europea la stessa disinformazione che abbiamo

visto circolare in Italia a sostegno del divieto di produzione e commercializzazione della carne coltivata e della censura dei prodotti vegetali.

Ancora più paradossale l’atteggiamento del ministro Lollobrigida che ora chiede a Bruxelles, insieme a Francia e Austria, un approccio trasparente, esauriente e scientifico sulla carne coltivata

E mentre in Italia ha introdotto un divieto basato su una visione ideologica e del tutto anti-scientifica sul tema, difendendo gli interessi delle aziende del comparto zootecnico ai danni del settore delle proteine vegetali, molto più rispettoso dell’ambiente e degli animali», ha affermato Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali.

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