8 Novembre 2024 12:37
Mario Tamarindo non ha nessuna responsabilità per il sinistro
Si avvicina il momento della giustizia per i familiari di Mario Tamarindo. Stiamo parlando del compianto rappresentante di commercio vercellese che ha perso la vita a soli 58 anni in seguito ad un terribile incidente in moto l’8 luglio del 2023 sulla Statale 229, nel territorio comunale di Pettenasco, nel Novarese.
A conclusione delle indagini preliminari, il Pm di Verbania dott. Gianluca Periani, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’altro motociclista, imputandogli l’esclusiva responsabilità della tragedia. Si tratta di M. M., cinquant’anni, di Gozzano (Novara), che dovrà rispondere di omicidio stradale, con la fatale violazione “degli artt. 141, velocità non commisurata in curva, e 143, circolazione contromano in curva, del Codice della Strada” e “con l’aggravante della recidiva semplice”.
Riscontrando l’istanza, il Gup del Tribunale di Verbania, dott.ssa Rosa Maria Fornelli, ha fissato per il prossimo 10 aprile 2024, dalle ore 12, l’udienza preliminare. Dal processo la compagna, il figlio e l’anziana mamma della vittima, affidatisi a Studio3A per essere assistiti, si aspettano importanti risposte.
La dinamica dell’incidente
Come accertato dai carabinieri che hanno effettuato i rilievi, l’imputato verso le 13.15 stava procedendo lungo la SS 229 con direzione Omegna in sella alla sua moto Bmw Gs 1200. Poi, all’altezza della progressiva chilometrica 49+300, “per colpa consistita nel non regolare adeguatamente la velocità in relazione al luogo (prossimità di una curva destrorsa) e non circolando sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, perché impegnato in una manovra di sorpasso, perdeva il controllo del suo mezzo e invadeva l’opposta corsia dove andava ad impattare con la moto di Mario Tamarindo, il quale stava regolarmente procedendo sulla propria corsia di marcia”.
Così il Sostituto procuratore nella sua richiesta di processo. Quanto meno la consolazione – per i congiunti – che il loro caro non ha avuto responsabilità alcuna nell’incidente. I familiari per essere assistiti, attraverso l’Area manager Piemonte dott. Giancarlo Bertolone, si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Mario Tamarindo è spirato davanti agli occhi del figlio
Il resto, purtroppo, è tristemente noto. Mario Tamarindo, a causa del violentissimo impatto con l’altra motocicletta è finito contro il guardrail. E’ poi rovinato sull’asfalto ed è infine rotolato nella scarpata oltre la barriera, riportando una serie di politraumi devastanti che non gli hanno lasciato scampo. E’ deceduto praticamente sul colpo. I sanitari del 118 hanno tentato per più di mezzora di riamarlo, ma senza esito. E, dramma nel dramma, tutto davanti agli occhi disperati di suo figlio – i due avevano fatto un giro in moto assieme -, che seguiva il padre ad alcune centinaia di metri di distanza. Il primo a tentare, inutilmente, di prestargli soccorso.
M. M., invece, ha riportato solo ferite leggere ad un piede e ha continuato la sua corsa per alcune centinaia di metri. Al punto che uno degli automobilisti che aveva superato nel corso dei plurimi, azzardati e fatali sorpassi di cui si è reso protagonista, avendo visto tutta la scena e la sua “fuga”, ha accelerato, lo ha raggiunto, ha “lampeggiato” con gli abbaglianti per attirare la sua attenzione e lo ha invitato in modo deciso a tornare sui suoi passi. Cosa che, almeno questa, l’imputato avrebbe poi fatto, evitando l’aggravante dell’omissione di soccorso. Una condotta di guida comunque riprovevole e per la quale ora i familiari della vittima, e con loro Studio3A, si aspettano una pena congrua.