5 Ottobre 2024 08:28
Brescia, processo Strage di Erba, le “nuove prove” della difesa
Brescia 16 Aprile 2024, oggi si è tenuto il processo per la Strage di Erba, in cui la corte deciderà se ci sarà la revisione, chiesta dalla difesa dei coniugio Romano.
L’avvocato Fabio Schembri, difensore di Rosa e Olindo, durante l’arringa :
“Ci sono tre consulenze che descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa da quelli della sentenza, e rendono incompatibili Olindo e Rosa come colpevoli della strage di Erba”.
Ricordiamo che Rosa e Olindo erano stati condannati all’ergastolo.
Il legale ha aggiunto inoltre, durante la ricostruzione, in udienza per la revisione del processo, che la descrizione dell’omicidio di Valeria Cherubini, la vicina di casa, una delle 4 vittime, degli omicidi avvenuto l’11 Dicembre del 2006, è “un’ipotesi fantascientifica, è impossibile che le cose sono andate come descritte nella sentenza”.
Per la difesa, il sopravvissuto Mario Frigerio, nel dicembre del 2006, quando riconobbe dal letto d’ospedale come aggressori i coniugi Romano, aveva raggiunto “l’apice del suo deficit cognitivo”.
Sull’omicidio di Valeria Cherubini, la vicina di casa.
Nella sua arringa il legale Schembri si sofferma sull’omicidio della vicina, asserendo che a causa dei fendenti ricevuti alla testa e alla gola, la Cherubini non avrebbe potuto gridare “‘aiuto”, come invece avrebbero sentito i primi soccorritori accorsi, che all’epoca raccontarono anche l’impossibilità di salire le scale, per raggiungere il luogo del delitto.
Secondo la nuova prova : gli assassini erano ancora in casa
“La nuova prova introduce che l’assassino o gli assassini erano ancora in casa perché la sentirono gridare, la prova nuova attesta che venne colpita su, e questo è un aspetto che oggi potrebbe diventare dirimente”.
Pertanto secondo il legale, la dinamica della strage “è incompatibile con Olindo e Rosa” perché “sarebbero stati visti dai primi soccorritori”, che li descrivevano come i due vicini di casa, intervenuti sul “pianerottolo angusto” di casa Castagna.
Aggiunge inoltre la difesa : “è impossibile che non li abbiano visti uscendo e anche con i tempi non ci siamo, è impossibile che nessuno nella corte piena li abbiano visti. Abbiamo un’impossibilità oggettiva“.
Sempre secondo la ricostruzione Valeria Cherubini, dopo essere stata colpita si trascinò al secondo piano, dove avvenne il decesso della donna.
La condanna inflitta ai coniugi Rosa e Olindo, come è noto, si basava sulla traccia di Dna rilevata nell’auto della coppia, una Seat Arosa.
Le tracce di sangue repertate sull’auto, precisamente sul battitacco del conducente, non visibile a occhio nudo, ma rilevato dal perito durante gli accertamenti, risultò appartenere a Valeria Cherubini, (furono rinvenute anche altre tre tracce, che non erano sangue).
Si tratta di una “traccia di alta qualità, perché il Dna di quella traccia è stato tratto da sangue vicino al sangue puro, senza particolari fattori degradanti” scrissero i giudici, nelle motivazioni della sentenza di primo grado, citando per altro le parole del perito.
Frigerio e la sua testimonianza
La difesa degli imputati, parlando anche della testimonianza di Mario Frigerio, (morto nel 2014), l’unico testimone oculare del quadruplice omicidio : “è di un soggetto sconosciuto di etnia araba”, tanto che Schembri dice ai giudici della corte d’appello, di poter offrire una nuova prova, Frigerio “aveva un’amnesia anterograda“, aggiunge inoltre che l’uomo aveva respirato “monossido di carbonio”, e per questo motivo le sue funzioni cognitive importanti erano compromesse, il legale parla di :
Sono il pg di Brescia Guido Rispoli e dall’avvocato dello Stato Domenico Chiaro, a ritenere che la richiesta di revisione presentata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, sia “in modo irrituale e senza averne titolo”.
L’accusa pertanto ha chiesto che tali dichiarazioni siano ritenute inammissibili, come tutte le istanze, compresa quella del tutore di Olindo e Rosa, l’avvocato Diego Soddu.
Per Azouz Marzouk, che perse moglie e figlio nella strage “tantissime cose non tornano”.
Azouz Marzouk che nella strage di Erba perse la moglie e il figlio di due anni Youssef, presente a Brescia per l’udienza di revisione, ha spiegato:
“Conduco questa battaglia per tutti, non posso dire se ho avuto nemici, ho vissuto in pace con tutti”, l’uomo sostiene che i coniugi sono innocenti e aggiunge : “ho letto le carte, ho visto il percorso di questi anni che confermano che qualcosa non va, sono tantissime le cose che non tornano”- parlando anche di “killer”, e di “gente che sa uccidere”.
Il Legale dei fratelli Castagna
Per i fratelli Castagna è basilare “tornare alla normalità e vedere riaffermata la verità” – ad affermarlo è il loro legale l’avvocato Massimo Campa, che difende i fratelli Pietro e Giuseppe Castagna.
Ricordiamo che nella strage di Erba, avvenuta nel 2006, i fratelli Castagna persero mamma, sorella e nipote.
Ha concluso l’avvocato al suo arrivo a Brescia : “Di Azouz abbiamo già detto e l’abbiamo perseguito”, per i miei assistiti, “sarebbe un dolore essere qu, vorrebbero solo vedere riaffermata la verità e conservare un bel ricordo di chi non c’è più “.
Decine di persone si sono messe in coda anche questa mattina per assistere all’udienza.
Schembri continua aggiungendo che Frigerio perde lucidità, che peggiora e non migliora, ma che le sue condizioni di salute erano migliori i primi giorni”, quando come sostiene la difesa – “non ricorda il vicino di casa, come il suo aggressore”.
Anche secondo il legale Nico D’Ascola che insieme ai colleghi Fabio Schembri, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux, difende i coniugi, la testimonianza di Frigerio, è “una prova sospetta, non nitida” in quanto dal letto di ospedale di Como, dove era stato ricoverato, “indica un soggetto non noto, fa stilare all’ufficio di procura un identikit che raffigura un soggetto completamente diverso”.
Pertanto per la difesa il racconto di Frigerio, rilasciato durante il processo di primo grado, dove senza esitazione, indicò i coniugi Romano come i suoi aggressori, non è genuino.
Gli assassini appiccarono il fuoco nell’abitazione di Raffaella Castagna, per cancellare le tracce e le eventuali prove della strage, ciò prigionò il monossido di carbonio, causa d’intossicazione, pertanto secondo un pool difensivo di esperti, “hanno determinato il decadimento di funzioni cognitive importanti, come alterazioni della memoria, della capacità di ricordare e della capacità di orientamento”.
Nella scorsa udienza, la parte civile che assiste la famiglia Frigerio, aveva fatto notare che la consulenza depositata agli atti, era uno studio che non poteva includere il caso in questione, per durata e per conclusioni.
In aula fu proprio Frigerio, a suo tempo, a identificare Rosa e Olindo, come aggressori, aggiungendo testuali parole : “sono quei due delinquenti lì”, per i giudici del primo grado, il riconoscimento degli imputati, da parte di Frigerio, era considerato un “atteggiamento sempre lineare… nonostante l’intensità di un ferreo controesame”.
Sempre per i giudici lo stesso “ha spiegato le sue difficoltà non tanto nel fare affiorare il ricordo momentaneamente offuscato a causa del trauma, quanto alla sua difficoltà di credere che a inveire su di lui fosse stato il Romano, suo vicino di casa che riteneva persona per bene, e che dichiarava di aver riconosciuto distintamente nel momento in cui aprì la porta di casa Castagna, tanto da essersi chiesto cosa facesse in quel luogo”.
Breve Schermaglia in aula
Si parla anche di una breve schermaglia in aula, tra la difesa dei coniugi Romano, il procuratore generale Guido Rispoli, e l’avvocato dello Stato Domenico Chiaro.
Proprio durante l’intervento del difensore Nico D’Ascola, gli esponenti della pubblica accusa, avrebbero scosso il capo, che hanno portato il legale ad aggiungere che :
E’ a quel punto che è intervenuto il presidente, chiedendo di smetterla.
“Una cascata di prove”