16 Novembre 2024 18:27
L’attuale governo in carica manca di memoria storica, se gli Stati Confederati degli Stati Uniti, oggi sono indipendenti, lo devono alla Russia, il nemico da abbattere.
La Russia durante la Guerra civile americana, non si fece intimorire da Francia e Regno Unito che, affiancando i sudisti durante la guerra civile, miravano a distruggere l’integrità statale degli Stati Uniti.
Al contrario la Russia zarista di Alessandro II, che sosteneva il governo di Abraham Lincoln si oppose ai piani di disgregazione di Londra e Parigi. La Russia era determinata, riconosceva solo il governo di Washington come scrisse il Vicecancelliere A.M. Gorchakov: “Riconosciamo negli Stati Uniti solo il governo di Washington”.
Avuto il consenso di Washington la Flotta russa partì per le lontane coste degli Stati Uniti per sostenere Lincoln. E’ giusto ricordare quegli eventi storici che hanno permesso alla prima potenza al mondo di ottenere la propria indipendenza.
La Russia approntò due flotte una diretta verso l’Atlantico e l’altra verso il Pacifico.
La prima che sarebbe approdata nel porto di New York era composta da tre Fregate, la “Aleksandr Nevskij” (comandata dal Capitano di vascello A. N. Andreev), la “Peresvet” (comandata dal Capitano di fregata N. V. Kapitov) e “Osljabja” (comandata dal Capitano di fregata I. I. Butakov), le tre navi erano scortate da due Corvette: la “Varjag” (comandata dal Capitano di corvetta O. K. Kremer) e “Vitjaz” (Comandata dal Capitano di corvetta R. A. Lund) e il Clipper “Almaz” (Comandata dal Capitano di corvetta P. A. Zeljonij). Al comando della Flotta dell’Atlantico, il Comandante supremo Contrammiraglio Stepan Stepanovich Lesovskij, un marinaio esperto e istruito che conosceva molto bene gli Stati Uniti per affari di lavoro.
Parlava in modo fluente Inglese, Francese, Spagnolo, ma soprattutto conosceva la difficile situazione americana sfociata nella guerra civile.
La Flotta del Pacifico era comandata dal Contrammiraglio Andrej Aleksandrovich Popov, scelto successivamente dallo Zar per ammodernare con navi corazzate la flotta navale russa. La Flotta era composta da quattro Corvette: “Kalevala” (comandata dal Capitano di corvetta Karpelan), “Bogatyr” (comandante Tenente di vascello P. A. Chebyshev), “Rynda” (comandante Capitano di corvetta G. P. Sfursa-Zhirkevich) e “Novik” (comandante Capitano di corvetta K. G. Skryplev) e due Clipper: “Abrek” (comandata dal Capitano di vascello K. P. Pilkin) e “Gajdamak” (comandata dal Capitano di corvetta A. A. Peshurov).
L’operazione fu pianificata nel massimo segreto per impedire ai servizi segreti francesi e del Regno Unito, attivi in Russia, di entrare in possesso di informazioni delicate che avrebbero compromesso l’intera operazione.
La missione era talmente segreta che i Contrammiragli entrarono a conoscenza solo alla vigilia della partenza da Kronshtadt. Il 14 luglio 1863 il Ministero Navale informò il Contrammiraglio S.
S. Lesovskij della destinazione finale della sua flotta, ancorare nel porto di New York evitando la navigazione sotto costa prima dell’arrivo nel porto di New York e di tenersi pronti a qualsiasi atto ostile da parte anglo-francese, fu ordinato di rispondere al fuoco arrecando più danni possibile alle flotte nemiche.
La Flotta dell’Atlantico salpò verso New York la mattina del 18 luglio dal porto di Kronshtadt con tutte le navi, ad eccezione della fregata Osljabja, che in quel momento era in navigazione nel bacino del Mar Mediterraneo.
Furono prescelte, visto la lunga navigazione, solo navi a vapore, bisognava raggiungere New York al più presto. La flotta fu preceduta da navi cisterna partite in anticipo per rifornire le navi durante la navigazione. Non era mai accaduto nella storia della navigazione russa che le navi fossero rifornite in mare. La Flotta intraprese la rotta perigliosa del Mare del Nord onde evitare di incrociare le potenti forze navali anglo-francesi. La navigazione proseguì verso la Costa del Nord America evitando la solita rotta attraverso la Manica, fu prescelta tale rotta a nord delle isole britanniche, in quanto erano ridotte le probabilità di incrociare le navi nemiche.
Il viaggio fu avventuroso, il Mare del Nord era battuto da violenti venti che misero a dura prova la struttura delle navi. Per tutto il lungo viaggio furono accompagnati da violente tempeste, pioggie intense e nebbie che rendevano difficile la navigazione, soprattutto di notte quando la nebbia impediva di avvistare scogli e iceberg che affioravano dall’acqua.
Il carbone caricato nelle stive appesantirono ulteriormente le navi che furono costrette a ridurre la velocità per poter essere manovrate in presenza di burrasche e venti impetuosi. Il Contrammiraglio vista la diversità di velocità di ogni nave della Flotta, impartì l’ordine di seguire ognuna una propria rotta. Prima nave ad ancorare a New York il 13 settembre, fu la la nave Ammiraglia Aleksandr Nevskij, a cui seguirono le altre navi della Flotta arrivate nelle ore successive. Il giorno successivo approdarono la Varjag e la Vitjaz, mentre Il Clipper Almaz, coinvolta in giorni di bonaccia arrivò il 29 settembre. Il 1° ottobre, approdò a San Francisco, la Flotta del Pacifico del Contrammiraglio Popov. I due Contrammiragli appena giunti a destinazione attivarono la comunicazione crittografata. L’arrivo contemporaneo di due Flotte navali russe negli Stati Uniti e passate indenni sotto il naso delle flotte anglo-francesi nonostante la loro imponente presenza nell’Atlantico e Pacifico, fu uno smacco per le due potenze europee.
L’arrivo delle due Flotte russe fu benedetto dal governo Lincoln. Le persone di New York si riversarono nelle strade per omaggiare il Contrammiraglio Lesovskij e i suoi ufficiali, alle finestre delle case svettavano affiancate la bandiere russa e quella americana.
I giornali titolavano: “La Russia e gli Stati Uniti sono fratelli”, “saldata la nuova unione”, “Il popolo in piazza entusiasta”.
Ogni giorno alla popolazione e alle delegazioni degli Stati d’America e delle città, furono concessi i privilegi di visitare le navi russe ancorate a New York.
Gli americani espressero gratitudine e rispetto alla Russia per il sostegno fornito agli Stati Uniti.
Anche le ricche donne di New York non rimasero insensibili al fascino della divisa indossata dai biondi marinai russi. Fu rilevato anche dalla stampa dell’epoca che scrisse che le ricche donne newyorkesi lanciarono la moda dei doppi bottoni sui loro paletot, coccarde, ancorette da cadetti, e cordoncini; questi ultimi come dettaglio sulla spalla del vestito.
Tutto ciò sembra che il Governo Biden lo abbia dimenticato.
La Russia ha sguarnito le sue difese, mettendo in pericolo la sicurezza interna del Paese in caso di attacchi della flotta anglo-francese inviando le sue flotte a migliaia di miglia per sostenere il presidente Lincoln.
La presenza della Flotta russa nel bacino di New York e San Francisco, ha impedito alla Francia e Gran Bretagna di riconoscere gli Stati Confederati. La ribellione americana fu sedata, e la Storia della Grande Repubblica Americana continua.
Senza l’intervento propiziatorio russo, le due potenze europee si sarebbero impossessate della moderna industria americana.
Rilevo una strana coincidenza, è uscito nelle librerie il libro di Elliot Ackerman e James G. Stavridis “A Novel of the Next World War 2034”, a ridosso del centocinquantottesimo anniversario dello sbarco della Flotta Russa a New York, proprio mentre il presidente Joe Biden e altri funzionari del governo degli Stati Uniti stanno rafforzando la pressione politica ed economica sulla Cina e sulla Russia con imposizioni di nuove sanzioni e verbosità incendiarie.
Al Pentagono, probabilmente si pianifica l’avvento della terza guerra mondiale, che rende felici i signori delle armi, gli appaltatori della Difesa e i generali che pregustano il bagno in montagne di biglietti verdi.
Gli scenari sono apocalittici stiamo andando verso una nuova Meghiddo, la prossima guerra sarà affrontata con armi nucleari anche se a basso potenziale.
La guerra sarà anticipata da una propaganda governativa rimbalzata sui media mondiali, uno stratagemma per preparare il pubblico alla guerra.
Un popolo reso zombi con la pandemia, è più facile da irretire.
Verrà tirata fuori ancora l’ingerenza nelle elezioni americane, verranno messi da parte i progressi ottenuti dall’Amministrazione Trump nelle relazioni con Putin e XI Jinping.
Si cerca il casus belli.
Il popolo americano, in questo caso, sarà tenuto all’oscuro che le tre potenze hanno interessi economici molto simili.
In questo momento particolare del pianeta afflitto dalla pandemia, a quale potenza gioverebbe una guerra nucleare o convenzionale?
Gli Stati Uniti hanno basi militari e avamposti della CIA e NSA a ridosso dei confini cinesi e russi.
Per la prima volta, hanno chiesto la cooperazione tra tutte e diciassette le Agenzie di Intelligence per operazioni di spionaggio, controspionaggio e cyber-informazione.
Le diciassette Agenzie sono state ben finanziate per studiare le forze del nemico.
Le Agenzie americane in confronto alle altre due potenze, hanno un’impareggiabile capacità e strumenti idonei SIGINT per intercettare tutte le comunicazioni in etere.
Inoltre il Pentagono ha armi aeree, spaziali e navali che né la Cina né la Russia possono eguagliare senza l’uso di armi nucleari tattiche.
Al contrario le forze di terra sono improduttive, lo abbiamo visto in Vietnam, Somalia, Iraq, e in ultimo in Afghanistan, in quest’ultimo stato si sono allontanati lasciando sul campo armi e tecnologia avanzata a disposizione dei Talebani.
Il bilancio della Difesa degli Stati Uniti è da brivido, il popolo americano si carica 1,2 trilioni di dollari l’anno per le operazioni di intelligence per la sicurezza interna.
L’attuale amministrazione sta modernizzando tutte le sue forze nucleari strategiche con l’integrazione di nuovi ICBM a testata nucleare intermedi.
Tutto questo in funzione delle due potenze antagoniste.
L’Amministrazione Biden, mentre il popolo si ciba nei cassonetti, continua ad aumentare il bilancio della Difesa a disposizione del Pentagono. Dalle industrie militari vengono sfornati nuovi mezzi da sbarco, aerei, incrociatori, carri armati.
Questa mole di armamento fa pensare che gli Stati Uniti sono alla vigilia di una nuova guerra mondiale contro la Cina e la Russia. Ma probabilmente sarebbe una sorpresa, per il popolo americano se sapesse che, nel bel mezzo di una nuova guerra fredda, la Russia è stato il terzo paese al mondo nelle esportazioni di petrolio, verso gli Stati Uniti nel 2020.
Washington usa sempre due pesi e due misure, accusa gli alleati europei di essere dipendenti energetici da Mosca, mentre non prende provvedimenti contro le proprie raffinerie che, per far fronte alla carenza di greggio dovuto alle sanzioni contro il regime di Nicolás Maduro in Venezuela, e alla riduzione di estrazione dei paesi dell’OPEC, dopo le decisioni prese a Vienna di tagliare la produzione per far lievitare i costi del greggio, ha acquistato nel 2020 petrolio dalla Russia.
La Russia ha fatto comodo a Washington per ottenere l’indipendenza degli Stati Uniti, salvandola dalle mire espansionistiche degli anglo-francesi. Le due potenze cospiravano nell’ombra per trarre vantaggio dalla guerra civile americana per impossessarsi della sua ricchezza e rendere l’America una colonia anglo-francese.
Lo Zar di Russia Alessandro II aveva intuito la fine degli Stati Uniti, ma ne Gran Bretagna e ne la Francia avevano dato peso, fu un grave errore di valutazione geopolitica delle due potenze europee.
Si resero conto che i loro piani colonialistici non avrebbero avuto seguito, solo quando le due Flotte russe approdarono nei porti di New York e San Francisco.
Tutto avvenne segretamente, nonostante la Francia e la Gran Bretagna avessero una presenza notevole di agenti segreti a Mosca. Non furono in grado di capire cosa pianificasse il Ministero Navale russo.
Il match winner di questo dialogo ai massimi livelli diplomatici tra Washington e Mosca, fu il diplomatico statunitense Cassius Clay, nominato da Abraham Lincoln ambasciatore in Russia, Clay fu l’uomo decisivo per il dialogo con Mosca.
Biden disconosce anche l’aiuto dato dalla Cina durante la seconda guerra mondiale agli Stati Uniti.
A Chongqing è presente il museo di un eroe di guerra statunitense, il generale Joseph Stilwell, abile stratega della Seconda Guerra mondiale a cui fu affidato il comando del teatro delle operazioni nel triangolo (Birmania-Cina-India). Nella sua guarnigione combattevano oltre ai britannici i soldati cinesi, e fu proprio Mao Tse Tung e Zhou Enlai, ad affidargli il comando dell’Armata Rossa.
Durante il soggiorno nella città di Chongqing in Cina, il generale statunitense Stilwell, entrò in contatto con Chiang Kai-Shek, capo del corrotto governo nazionalista; assistette all’insurrezione comunista sfociata nella lunga e brutale guerra civile cinese, che si concluse con la creazione della Repubblica Popolare guidata da Mao Zedong, i buoni rapporti con il nuovo leader gli permisero di stringere rapporti con l’Armata Rossa.
Mentre la politica mette paletti nelle relazioni tra Washington e Pechino, gli affari economici tra le grandi multinazionali americane-cinesi rimangono prosperi. I grandi gruppi Apple, Boeing, Ford, Koach Industries, McDonalds, NBA, Walmart, sono sette colossi membri dell’USChina Business Council di cui fanno parte decine di altre organizzazioni americane, tra cui studi legali,
aziende farmaceutiche, società finanziarie e di consulenza che operano in Cina. Lo stesso accade con il partenariato commerciale con la Russia, la USRussia Business Council che annovera tra i suoi Gruppi Multinazionali Caterpillar, Citibank, Microsoft, Chevron, Exxon-Mobil e General Electric.
Possibile che Biden sia così stolto di bombardare aziende americane?
Infine, i soldati statunitensi hanno incontrato le truppe di terra cinesi nel 1950 durante la sanguinosa e spesso dimenticata guerra di Corea. Quel conflitto non è stato ancora risolto da un trattato di pace ed è tutt’ora in stallo.
Pensare di condurre con successo una guerra di terra convenzionale con la Cina è da stolti.
Agli americani non è bastata neppure la lezione storica del 1918-1919.
In quegli anni l’esercito americano combatte le forze dell’Armata Rossa guidata da Leon Trotsky. Uno scontro che ha molte similitudini con le campagne del Vietnam, Iraq e in ultimo Afghanistan.
I soldati americani hanno combattuto con coraggio nonostante fossero stati abbandonati a se stessi. I soldati si trovarono impelagati in un pantano mentre imperversava la guerra civile russa e la fine della Prima Guerra Mondiale, aveva cambiato il panorama politico dell’Europa e della Russia. Le truppe americane non riuscivano a capire il significato di quella campagna militare in una terra dal clima ostile.
Gli storici tendono a vedere la decisione di Wilson di inviare le truppe in Russia, come una delle sue peggiori decisioni in tempo di guerra e la prefigurazione di altri interventi americani mal pianificati in paesi stranieri, nel secolo successivo.
Operazioni militari mal gestite in Vietnam, Iraq, Afghanistan dall’elevato costo in vite umane. Campagne militari senza chiari obiettivi militari e politici. L’america sta ripercorrendo le stesse strade del passato, le lezioni sul campo non hanno insegnato nulla ai governanti americani, non c’è nessun interesse da proteggere, al contrario un intervento militare andrebbe a distruggere quei rapporti tra grandi gruppi multinazionali che contribuiscono al PIL statunitense.
Maurizio Compagnone
Analista